21/04/2002 -  Domenica 4 di Pasqua - Anno A

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
Atti 2, 14. 36-41 22 1 Pietro 2, 20-25 Giovanni 10, 1-10

“Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza!”. Così parla Gesù a coloro che lo stanno ascoltando. Davanti a lui non ci sono solo i discepoli, ma anche quei farisei che lo giudicano perché ha ridato la vista al cieco nato. Gesù sa di essere mandato dal Padre, e sa che il Padre dona la sua misericordia a coloro che accolgono il suo Inviato. La misericordia di Dio è vita per chi è morto, cioè lontano da lui! Chi incontra Gesù e lo ama riceve vita da Dio, vita abbondante, ricca, che trabocca anche per altri! Bisogna accogliere Gesù e credere in lui: questo è il volere di Dio. Gesù è quindi paragonabile ad una porta, l’unica porta che immette alla conoscenza e alla comunione col Padre, che introduce al luogo della sicurezza e della pace.

Ci sono coloro che vorrebbero incontrare Dio e godere i suoi beni senza Gesù: egli li descrive come coloro che vorrebbero entrare nell’ovile senza passare per la porta. Ma di solito, chi vuole entrare in casa senza farsi vedere, sono i ladri e chi è disposto a uccidere.

Le pecore - tutti gli ebrei capiscono che questa è un’immagine per indicare i fedeli - sanno distinguere chi li ama da chi vuol fare solo i propri interessi. Le pecore distinguono il proprio padrone dal ladro: scappano da costui. I fedeli a Dio stanno seguendo Gesù, gli stanno dietro, e si allontanano invece dai farisei e dagli scribi, perché non trovano in essi quella vita e quella bellezza di verità che stanno trovando nel nuovo Maestro. Così il cieco nato, che è stato persino espulso dalla sinagoga, ha visto e toccato con mano l’amore di Gesù. Nell’amore di Gesù egli ha percepito l’amore del Padre, di colui che dà la vita. Egli non può più abbandonare colui che gli ha dato la vista, e con la vista una nuova vita! Egli riconosce che Gesù è davvero la porta che introduce alla comunione col Padre, alla vera vita, alla gioia, alla certezza di essere accolti nell’eternità!

 

San Pietro ci aiuta, sia con il suo discorso di Pentecoste (1ª lettura) che con la sua lettera (2ª lettura) a tenere lo sguardo rivolto a Gesù, a conoscerlo e ad accoglierlo.

A Pentecoste egli dichiara anzitutto la messianicità di Gesù: questi è davvero la porta che introduce alla presenza di Dio! E poi esorta a farsi battezzare nel suo nome. Essere battezzati nel nome di Gesù Cristo significa sia l’entrare a far parte del popolo che a lui si riferisce, sia l’aderire pienamente a colui che è stato crocifisso ed è risorto. Ciò comporta, naturalmente, anche l’accettare il suo insegnamento, ma soprattutto l’accettare di essere salvati da lui e quindi vivere riconoscenti a lui.

La vita del credente in Gesù diventa quindi una vita riconoscente, vita eucaristica. In tal modo è possibile anche accogliere le sofferenze conseguenti alla fede, non come castighi di Dio, ma come possibilità di partecipare in modo più pieno alla vita del Signore e di collaborare con lui al grande disegno di Dio di portare tutti alla salvezza. Gesù è morto per noi, per salvarci, ma la sua morte è anche un esempio. Noi possiamo seguire le sue orme: egli non si vendica, non oltraggia, non inganna nessuno, ma accoglie tutto abbandonandosi al volere del Padre. Egli accetta su di sé i nostri peccati, perché anche noi impariamo l’amore perfetto, l’amore gratuito, l’amore divino. Dio stesso vive in noi, quando siamo uniti a lui, quando siamo “tornati al pastore e guardiano delle … anime”.

Contemplando il nostro Signore come pastore ci viene spontaneo pensare a coloro che egli ha chiamato a pascere a nome suo le sue pecore. Per questo oggi preghiamo per i vescovi e i sacerdoti, e in particolare perché il Padre doni sempre alla sua Chiesa persone sante che esercitino il ministero pastorale per il bene spirituale dei fedeli.

 

Il papa ci propone oggi di pregare così: “Padre santo, … manda alla tua Chiesa presbiteri santi, che santifichino il tuo popolo con gli strumenti della tua grazia. Manda numerosi consacrati e consacrate che mostrino la tua santità in mezzo al mondo. Manda nella tua vigna operai santi, che operino con l’ardore della carità e, spinti dal tuo Santo Spirito, portino la salvezza di Cristo fino agli estremi confini della terra. Amen”.

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