10/03/2002 -  Domenica del Tempo di Quaresima - Anno A

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
 1Samuele 16, 1.4. 6-7. 10-13 22 Efesini 5, 8-14 Giovanni 9, 1-41

“Nel mistero della sua incarnazione egli (Gesù) si è fatto guida dell’uomo che camminava nelle tenebre per condurlo alla grande luce della fede. Con il sacramento della rinascita ha liberato gli schiavi dell’antico peccato per elevarli alla dignità di figli”. Così la preghiera del Prefazio di oggi riassume il messaggio delle Letture. La prima ci presenta il profeta Samuele alla ricerca del giovane designato da Dio ad essere re di Israele. Nonostante sia profeta egli non vede, si sbaglia molte volte, proprio perché l’uomo guarda ad aspetti esteriori, materiali, superficiali, mentre Dio guarda il cuore, vede ciò che sfugge all’occhio dell’uomo intelligente e ispirato! “L’uomo guarda l’apparenza, Dio guarda il cuore!”.

L’insegnamento diventa più profondo nel brano evangelico, che non è solo racconto di un miracolo! In questa pagina c’è la storia di come un uomo qualunque arriva a credere, e poi come viene liberato dal condizionamento dei pareri dell’opinione pubblica, dell’autorità dei genitori e dei capi, per aderire a Gesù!

Un uomo, povero, che ha sempre avuto bisogno della guida altrui, incapace di una propria visione della realtà, vissuto in posizione di dipendenza, viene improvvisamente affrancato attraverso l’incontro con il Signore. Gesù è davvero il salvatore dell’uomo, il liberatore, colui che dona la dignità e la vera libertà. Il miracolo più grande non è che un cieco nato apra gli occhi, ma ciò che questo significa: la novità di vita ricevuta da chi comincia a credere in Gesù e viene battezzato nel suo nome!

Se leggiamo il brano evangelico in questa prospettiva troviamo davvero di che gioire! Scopriamo in esso i vari passaggi percorsi da chi si converte, come pure da colui che, maturando una fede ricevuta per tradizione, arriva a credere in maniera viva e personale al Signore Gesù!

La cecità è ritenuta dai discepoli conseguenza di una colpa personale o familiare: questa convinzione, che essi danno per scontata, li rende insensibili e incapaci di intervento nei confronti dell’uomo non  vedente! Così quanti cristiani non pensano lontanamente ad annunciare il vangelo a chi si dichiara ateo o a chi fa professione di fedi che lasciano l’uomo nel buio, nell’impossibilità di gustare la bontà del volto paterno di Dio! Solo Gesù ha attenzione e tocca la piaga, gli occhi senza luce, per guarire e illuminare!

Quell’uomo obbedisce al comando del Signore, va davvero a lavarsi alla piscina di Siloe, dove si bagnavano coloro che dal paganesimo si convertivano alla fede di Abramo! Avrebbe potuto rispondere di non averne bisogno, e invece obbedisce. Dall’atto d’obbedienza ritorna diverso: non si fa più condurre e non chiede più l’elemosina! Ma soltanto lui è contento! Gli altri sospettano che ci sia sotto qualcosa: imbroglio? peccato? Chi si fa battezzare, o prende sul serio il battesimo ricevuto, comincia a vivere, si accorge di aver perso tempo, perché solo ora comincia per lui un respiro e una libertà che gli danno il gusto e la soddisfazione di essere al mondo come figlio di Dio!

La cosa va a finire in occasione di processo contro colui che l’ha guarito, che l’ha liberato dalla dipendenza dagli altri, contro colui che ha dato pienezza di umanità all’uomo costretto a tendere sempre la mano. Peccatore è ritenuto il cieco, peccatore colui che gli apre gli occhi. Davvero gli uomini non vedono, sono ciechi. Con amarezza Gesù deve concludere: “Siccome dite «Noi vediamo», il vostro peccato rimane”. Veri peccatori sono coloro che non vogliono riconoscere la provenienza divina di Gesù e la bellezza e verità della fede in lui!

L’uomo reso pienamente uomo da Gesù viene messo alla prova, deve cominciare a prendere posizione, perde amicizie e non trova più comprensione da parte degli uomini, nemmeno dai parenti. Deve addirittura affrontare derisione e persecuzione: “Lo cacciarono fuori”!

Ma avendo incontrato il volto e ubbidito alla voce di Gesù non ha più paura del giudizio degli altri. Egli ormai è tra coloro che possono “giudicare il mondo”, perché egli sa dov’è la vera vita che gli altri ancora non conoscono. Essi dovranno sperimentare la cecità, l’umiliazione di aver bisogno di tutto, per poter diventare umili tanto da desiderare e accogliere il Salvatore!

Nella lettera agli Efesini San Paolo raccomanda alle persone convertite di rimanere obbedienti e umili, di non dimenticare in quale situazione di necessità si trovavano prima di conoscere il Signore, per non correre il rischio di sottovalutare il dono della fede che hanno ricevuto e per il quale hanno sofferto. Devono continuare a comportarsi in modo coerente con la propria fede, altrimenti la cecità ritorna! E chissà se poi ci sarà rimedio!

La Quaresima è occasione propizia per decidere di credere e di comportarsi coerentemente. Coraggio!

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