13/01/2002 - BATTESIMO DEL SIGNORE - Anno A

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
Isaia 42, 1-4. 6-7 28 Atti 10, 34-38 Matteo 3, 13-17

Questa festa fa parte ancora del tempo liturgico del Natale: oggi il Padre manifesta Gesù come suo Figlio! Questi viene là dove il popolo si raduna, umiliandosi sotto la mano di Giovanni che battezza tutti nell’attesa di colui che deve venire. Gesù si mette tra coloro che riconoscono i propri peccati, tra coloro che accettano di convertirsi.

Giovanni si accorge di lui, ed è illuminato sulla sua identità: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni a me?”. Quanto Gesù sta facendo non è normale, secondo il modo di pensare di Giovanni: il superiore si pone sotto l’inferiore! Il gesto di Gesù è un gesto di grande umiltà, anzi, di più. Le acque lavano i peccatori, e lui, senza peccato, entra in esse assumendo così su di sé il frutto del peccato, la morte. La morte d’ora in poi non farà più paura agli uomini, perché è stata assunta dal Signore. Il peccato è davvero vinto, perché Gesù ne porta su di sé il frutto. Si annuncia, in modo profetico, il mistero più grande e più bello per noi, quel mistero che si compirà sul Calvario. Gesù risponde infatti a Giovanni: “Conviene che così adempiamo ogni giustizia!”. Con questa parola Gesù convince Giovanni. Egli vuole adempiere “ogni giustizia”. Sappiamo che la giustizia divina è il suo amore che vince il nemico dell’uomo, che vince il peccato. Così l’uomo sarà salvato e potrà godere l’amicizia di Dio e non avrà impedimenti alla comunione reciproca con gli altri uomini.

Chi si umilia sarà esaltato, dirà spesso Gesù. Egli lo ha provato. Ecco infatti che il suo gesto di amore, l’amore più grande che lo fa abbassare fino a “sporcarsi” nelle acque immonde del Giordano, viene premiato. Si aprono i cieli, scende su di lui lo Spirito, come aveva annunciato il profeta Isaia. In tal modo Gesù è manifestato come il Servo sostenuto e amato dal Padre, il Servo in cui Dio si compiace, il Servo che compie sulla terra, per il popolo eletto e per le nazioni pagane, l’opera d’amore del Padre. Egli realizzerà i sogni degli uomini poveri e oppressi: proclamerà il diritto, aprirà gli occhi ai ciechi, farà splendere la luce e libererà dal carcere i prigionieri! Egli, servo, viene chiamato Figlio! Risuonano per lui anche le parole profetiche del salmo secondo: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato» e quelle dello stesso Isaia: «Il mio eletto in cui mi compiaccio»!

Gli occhi che vedono la colomba e gli orecchi che odono la voce sono testimoni dell’unzione di Gesù, cioè della sua consacrazione a Messia. Così ha compreso e annunciato Pietro, come è detto negli Atti degli apostoli (II lettura). Così comprendiamo anche noi, e perciò ci mettiamo davanti a Gesù col desiderio di ascoltarlo, di accoglierlo, di lasciarci santificare da lui. Lo abbiamo conosciuto bambino con i pastori, e ci siamo inteneriti e stupiti della povertà di Dio; lo abbiamo visitato con i magi, e gli abbiamo aperto il cuore con i tesori che vi teniamo nascosti; ora lo conosciamo, per grazia di Dio, come il suo amato, e gli vogliamo donare il nostro amore.

Se Dio lo ama in modo da sentirsi obbligato a dircelo, non lo ameremo anche noi? E non ci sentiremo obbligati a dirlo agli uomini di oggi? Ciò che Dio fa non solo non è male, ma è davvero l’opera migliore. Ameremo Gesù, gli consacreremo il nostro cuore, ci terremo pronti ad ascoltare la sua voce.

La colomba che si posa su di lui è un messaggio importante. All’inizio della creazione la colomba aveva mosso le sue ali sulle acque per fare ordine nel creato: ora essa ci indica qual è la creazione completa, l’uomo vero com’è stato pensato e voluto dal Padre!

La colomba era tornata da Noè ad annunciare la possibilità della vita sulla terra: ora essa ci dice dove è la vera vita, in quel Gesù che si è messo nell’acqua per compiere ogni giustizia, ogni desiderio della volontà buona (buona volontà) del Padre!

Con la colomba in mano i poveri si avvicinavano all’altare di Dio, in Gerusalemme, per ottenere il suo perdono e la comunione con lui: ora lo Spirito annuncia ai poveri che si possono avvicinare a Dio con Gesù nel cuore!

Dio gli ha detto: questi è il mio figlio prediletto; noi gli diciamo: Gesù, eccomi, vengo anch’io a portare con te il peso del peccato degli uomini, prendimi come tuo fratello! E iniziamo, per suo amore, a perdonare, a sopportarci gli uni gli altri, ad amare i nostri fratelli: parteciperemo così alla gloria di Gesù e rallegreremo il cuore del Padre!

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