DOMENICA   4ª  del TEMPO di AVVENTO - 23/12/2001 Anno A

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
Isaia 7, 10-14 23 Romani 1, 1-7 Matteo 1, 18-24

L’evangelista Matteo si accinge ad annunciarci la nascita di Gesù. A differenza di Luca, che ci presenta i fatti visti dalla parte di Maria, egli ce li presenta come visti o vissuti dalla parte di Giuseppe. Questi fatti, nascosti nel cuore dei diretti interessati, appartengono però a tutti: anche noi dobbiamo conoscerli, perché sono destinati alla nostra salvezza. Questi fatti contengono - nascondendolo - l’amore del Padre per ogni uomo, e perciò devono essere rivelati a tutti! Sono riconoscente quindi a Matteo, che ci narra, con poche frasi, vicende tanto grandi e importanti.

Giuseppe vive un dramma molto coinvolgente, di impossibile soluzione. La sua promessa sposa è già incinta! La legge la deve mettere a morte per lapidazione, ma egli la ama nonostante tutto. Come salvarla? Egli è un «giusto», uno che vuole fare la volontà del Padre, uno che vuole quindi la salvezza e non la condanna dell’uomo. Egli non ha soluzione al problema.

La soluzione però esiste, ed è nel cuore di Dio. E Dio suggerisce a Giuseppe quello che deve fare. Giuseppe deve fare ciò che nessuno avrebbe fatto! Dio però si comporta davvero come un amico: gli manifesta con somma delicatezza, nel sogno, i propri grandi progetti ancora segreti. Dio è davvero amico dell’uomo, e vuole trattare l’uomo come amico, non come schiavo. Dio non vuole forzare o costringere la libertà umana, e nemmeno vuole intervenire nella sua vita come interverrebbe un mago con la sua magia. L’uomo deve partecipare liberamente alle opere divine, e vi partecipa, spesso, anche soffrendo.

Giuseppe obbedisce a Dio che parla nel sogno: in esso Dio gli ha parlato con parole già udite nelle letture del Sabato, quando vengono spiegati i passi dei profeti. Le parole del sogno non sono novità assoluta, non fantasia, ma richiamo ad un annuncio già udito, in particolare dal profeta Isaia. La novità è che esse adesso si realizzano davvero, e si realizzano nella sua vita. La sua vita diventa grande, ma il costo di questa grandezza sarà il rinunciare ai propri disegni, alla propria volontà, a vivere la propria vita come egli aveva sempre pensato. Giuseppe deve sperimentare in anticipo quanto poi dirà Gesù: “Chi perde la propria vita per me, la salverà!”.

Giuseppe ora è in attesa. Egli fa propria l’attesa dei profeti e condivide l’attesa di Maria, attesa del figlio che porta già il nome più bello. Il Figlio, per cui Giuseppe può prevedere di dover soffrire, annuncia col nome, che gli vien dato dall’alto, il perdono dei peccati, la salvezza dal male, la presenza di Dio con gli uomini. Ciò che costa molto vale molto!

Noi condividiamo con lui l’attesa: vieni, Signore Gesù! Sappiamo che la sua venuta porta con sé anche una qualche croce per noi, ma sappiamo che la vita eterna e la pace gioiosa che da lui si irradia non ha prezzo! Vieni, Signore Gesù!

San Paolo, iniziando la lettera ai Romani, si dimostra innamorato del nome di Gesù. Egli si vede impegnato pienamente per lui, perché l’annuncio di Gesù e la sua presenza arrivino a tutti i popoli: non c’è gioia più grande per i popoli, per i singoli uomini! E non c’è gioia più grande per un uomo che l’aiutare Gesù a «venire» in ogni luogo!

Padre, ti ringrazio per il grande amore che doni agli uomini inviando quel piccolo bambino che nasce dentro la grande povertà dell’umanità. Grazie per i modi misteriosi con cui ci salvi!

Giuseppe e Maria, voi vivete per Gesù! Oggi anche la mia vita, e quella di molti fratelli, è per Gesù! Anche la mia bocca è capace di pronunciare con pace e sicurezza solo quel nome, Gesù! Imparo da Giuseppe ad accogliere Maria nella mia casa per poter proferire l’unica parola vera e santa che può essere pronunciata dalle labbra dell’uomo, l’unica parola che tiene l’uomo unito a Dio: Gesù!

 

Meditazioni su questo vangelo secondo Matteo in: www.cinquepani.it/scritti/meditazioni/meditazione_2.htm e seguenti.

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