15/05/2005 - PENTECOSTE - A
Prima lettura Atti 2,1-11 dal Salmo 103/104
Seconda lettura 1Corinzi 12,3b-7.12-13 Sequenza - Vangelo Giovanni 20,19-23

Il grazie rivolto a Dio da un cuore sincero e da un'assemblea riunita è frutto della presenza dello Spirito Santo! È lo Spirito Santo infatti che ci dà luce per conoscere, apprezzare e amare i misteri dell'amore del Padre! È lo Spirito Santo che ci fa riconoscere Gesù come il Figlio di Dio e il nostro Salvatore. Illuminati dallo Spirito e uniti dalla sua forza di comunione partecipiamo al rendimento di grazie che il sacerdote innalza a Dio con il Prefazio, la solenne preghiera con cui inizia la liturgia eucaristica. I motivi del nostro rendimento di grazie sono infiniti, perché infiniti sono i fatti e i modi con cui il Padre ci manifesta e ci comunica il suo amore, infiniti sono i misteri della sua bontà. Nei vari tempi liturgici e nelle varie feste dei Santi i prefazi perciò cambiano, rimanendo uguali solo l'inizio e la conclusione. "È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre…". Rendere grazie è davvero fonte di salvezza! Quando ti trovi stanco o sfiduciato, rendi grazie e guarirai! Sei deluso e scoraggiato? Rendi grazie e risorgerai. Soffri di solitudine o per altri problemi, tentazioni e tribolazioni? Il trovare motivi nella vita di Gesù per render grazie ti risolleva, e ti prepara a "cantare uniti agli angeli e ai santi con voce incessante l'inno di lode: Santo, santo, santo!"
Oggi rendiamo grazie perché lo Spirito Santo ha riempito e coperto la Chiesa tutta. Il Padre ha mantenuto la promessa fatta da Gesù ai suoi apostoli e discepoli, e ha mandato su di loro e dentro di loro il suo Spirito, il suo soffio vitale, la sua forza d'amore: Spirito rivelatore dei misteri di Dio e Spirito che unifica le voci di tutti i popoli in un'unica lode. Sono proprio questi i frutti dello Spirito annunciati dalle letture di oggi.
Il racconto degli Atti ci presenta una folla di lingue e culture diverse che ricevono il medesimo annuncio e la stessa gioia, l'annuncio della morte e risurrezione di Gesù e del suo amore che perdona! Le parole di San Paolo ai Corinzi ci rassicurano che lo Spirito Santo arricchisce la Chiesa di doni, carismi e ministeri diversi, per fare di essa un corpo unito dall'obbedienza al comando dell'amore reciproco. Siamo tutti differenti, e ciascuno di noi ha ricevuto capacità e compiti diversi, così da poter essere utili agli altri e da dover accogliere con umiltà il loro servizio: in tal modo siamo aiutati a vivere l'unità!
Ogni volta che celebriamo l'Eucaristia invochiamo lo Spirito Santo sia sui doni del pane e del vino, perché diventino il corpo e il sangue del Signore, sia su coloro che di essi si nutrono, perché diventino in lui un cuor solo e un'anima sola! Questa preghiera ci resta scolpita nel cuore e la rivolgiamo quotidianamente al Padre perché tutti i suoi figli non si lascino travolgere dalla tentazione. La tentazione più forte, continua e devastatrice è proprio quella della divisione. Il maligno infatti, quale nemico di Dio e dell'uomo, vuole dividerci nell'intimo di noi stessi, vuole straziarci, strappare i nostri desideri di bene dalle nostre azioni, vuole rompere l'unità delle nostre famiglie, vuole creare incomprensioni ed egoismi, gelosie e invidie, in modo che le comunità e i popoli adoperino le differenze per fraintendersi e distruggersi a vicenda.
L'invocazione dello Spirito Santo è perciò continuamente presente nella Chiesa, ed è quotidiana da parte di ciascuno di noi. Quando diciamo "Venga il tuo regno", infatti, noi chiediamo al Padre quella forza di unità che ci tiene uniti a Gesù e tra noi, e questa forza è lo Spirito Santo! Quando diciamo "dacci oggi il nostro pane quotidiano", chiediamo il cibo necessario perché la Chiesa sia nutrita e cresca come Chiesa unita e docile, come Chiesa profetica che al mondo mostri la volontà del Padre vissuta, come Chiesa che rivela e dona ai singoli e alle società l'amore di Dio: questo pane è lo Spirito Santo! E quando diciamo "Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo" riconosciamo di aver già ricevuto dallo Spirito la capacità di perdonare ai fratelli, e allo stesso tempo con umiltà chiediamo al Padre che la sua misericordia cambi il corso al suo giudizio, sempre grazie al suo Spirito che riceviamo dal soffio con cui Gesù raggiunge il nostro volto.
L'aver accolto Gesù come Signore ci rassicura che lo Spirito si è già posato su di noi, e i nostri cuori sono già stati infiammati da lui, eppure noi continuiamo a dire: Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce! Egli deve continuare la sua opera nella Chiesa e nel mondo, e noi ci mettiamo a sua disposizione: piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato! Comincia la tua azione da me, che sono da correggere: vieni!

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