Natale 2004 bis

Vedendo il presepio mi verrebbe voglia di girare tutti i personaggi che stanno andando verso la Grotta carichi di doni, e presentarli invece che partono dalla Grotta arricchiti di ogni bene! Non è forse vero che noi portiamo a Gesù la nostra piccolezza, le nostre piccinerie, le nostre offerte quotidiane cariche spesso di egoismo, e veniamo da lui arricchiti di pace interiore, di forza per essere fedeli ai nostri compiti, di sapienza e consiglio per costruire rapporti di comunione, di gioia per amare gratuitamente i fratelli? Ogni volta che andiamo a Gesù riceviamo, riceviamo, e riceviamo ancora: riceviamo perdono, luce, mitezza, dolcezza, forza e sapienza, e tanta novità di vita!
I cristiani furbi si avvicinano spesso a Gesù! Sanno che ciò che lui chiede è poco in confronto a ciò che vuole donarci!
Ci pare strano che, nonostante questo, in Italia questo tempo sia segnato dal pubblico rifiuto della croce e del presepio, rifiuto dell'inizio e della fine della vita terrena di Gesù!
Non si vuol vedere la nascita di colui che muore in croce!
La tradizione del Presepio è stata iniziata da S. Francesco d'Assisi. È significativo che sia stato proprio S.Francesco a presentare il primo presepio, lui che portava le stimmate della croce di Gesù!
Ora gli italiani vengono educati a rifiutare e rinnegare i personaggi più importanti della loro storia, i più belli e più grandi! Chissà quale disegno si nasconde sotto questi rifiuti!
Per noi questo orientamento della nostra società deve diventare stimolo ad unirci maggiormente, con impegno rinnovato, a Colui che rende bello e pieno di vita il presepio proprio perché è morto sulla croce.
Ma chi è che lo vuole rifiutare?
È comodo dire che è l'Islam, comodo dare la colpa ad altri. È invece quella parte di ateismo e paganesimo nascosto in ciascuno di noi che ci fa rifiutare ciò che il nostro Dio ha accolto e offerto. Egli ha accolto la croce, la sofferenza, la solitudine, fin dall'inizio. Il Bambino nella grotta, in mezzo ad animali, visitato solo da angeli invisibili e da pastori, uomini senza diritti e senza privilegi, con genitori che devono nascondersi perché discendenti di Davide, quel Bambino comincia a portare la croce della povertà e del rifiuto della società.
Non fa meraviglia quindi che gli uomini continuino a rifiutarlo, a evitarlo, a impedire che i loro figli lo incontrino e si lascino affascinare da lui.
Via i presepi, via le croci, via… i cristiani!
Si, via i cristiani!
Non li vogliono i gruppi dei dirigenti di aziende e di società economiche, non li vogliono i gruppi legislativi, i gruppi direttivi politici, non li vogliono nelle scuole, nelle televisioni, non si sopporta la fede dei cristiani negli ospedali… e… vi scandalizzate? nemmeno nei matrimoni, nei battesimi, nelle prime comunioni! Si, voi vedete che la fede è messa a tacere anche nei segni tipici della sua manifestazione, che si vogliono ridotti a feste di società!

Avvicinandoci al presepio non guardiamo al muschio, alle luci, alle varie figure…, guardate il Bambino e ditegli: vengo a portarti la mia vita, la croce della mia fedeltà alla tua parola, ti offro la mia fede perseverante nonostante io resti solo a causa tua, nonostante la mia famiglia sia lasciata sola a causa tua.
Continuate, perseverate, anche se pochi, se derisi o infangati.
Dieci anni fa vi dicevo (forse qualcuno ha ancora quella predica) che è grazie alla vostra fedeltà che altri possono scoprire e incontrare Gesù, salvezza di Dio!
Ve lo ripeto: la vostra fedeltà è opera missionaria, annuncia la fedeltà di Dio, che viene Bambino per attirare anche chi si crede grande e per aiutarlo a crescere nell'umiltà: l'unica porta alla quale Dio stesso può bussare, l'unica porta che possiamo aprirgli!
Gliela apriamo con gioia e con fiducia la porta del nostro cuore perché Gesù è Dio-con-noi, è la salvezza e la pace di ciascuno e della comunità intera, di tutta la nostra società e di tutti gli uomini del mondo.

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