2/11 Domenica - Commemorazione di tutti i fedeli defunti

Prima lettura Giobbe 19,1.23-27 Is 25,6.7-9 Sap 3,1-9
dal Salmo Sal 26 Sal 24 Sal 41
Seconda lettura Romani 5,5-11 Rm 8,14-23 Ap 21,1-5. 6-7
Vangelo Giovanni 6,37-40 Mt 25,31-46 Mt 5,1-12

Oggi ci presentiamo a Dio con il ricordo delle persone che hanno concluso il loro pellegrinaggio terreno: le mettiamo nelle sue mani, le affidiamo alla sua misericordia, intercediamo per la loro salvezza. Ieri abbiamo contemplato i nostri fratelli nella gloria, quelli che hanno servito il Signore con perseveranza in maniera esemplare. Adesso offriamo il Sacrificio Eucaristico per quei fedeli che, pur condividendo la fede della Chiesa, hanno concluso la vita senza togliere del tutto dal loro cuore l'egoismo, l'orgoglio, i desideri cattivi, avendo vissuto con tiepidezza la speranza e la carità e rimanendo indifferenti alla Parola di Dio. Tra essi saremo certamente anche noi. Dopo la nostra morte anche noi saremo raggiunti dalla preghiera di tutta la Chiesa, e Dio l'ascolterà per donare anche a noi la liberazione da quel luogo o da quel tempo in cui deve avvenire la nostra completa purificazione, affinché possiamo essere ammessi alla gloria dei servi fedeli di Dio.
Oggi le letture bibliche proposte sono molte, diverse per le tre Messe che i sacerdoti possono celebrare, qualora lo richiedesse una numerosa partecipazione di fedeli. In tutte queste letture viene messa in evidenza la fede nella continuità della vita davanti a Dio, anche dopo la nostra morte. Questa infatti non è che un passaggio dalla condizione presente, che conosciamo, ad un'altra che non conosciamo ancora, ma che è nelle mani di Dio. Gesù è venuto, ha parlato, ha sofferto, è morto ed è risorto perché noi siamo preparati a quel passaggio, affinché siamo pronti all'abbraccio del Padre, che ci attende.
Nel vangelo della prima Messa Gesù ci manifesta la volontà del Padre: dobbiamo aggrapparci a lui, il salvatore, Figlio di Dio; egli non permetterà che noi andiamo perduti, anzi ci darà vita eterna con la certezza della risurrezione, di partecipare cioè alla sua vita gloriosa!
Il vangelo della seconda Messa vuole orientarci nei nostri rapporti con le persone che ci circondano, tutte in vario modo sofferenti: i nostri occhi devono essere aperti perché le nostre mani raggiungano le necessità di chi è nel dolore, così che possa sperimentare la misericordia del Padre e conoscere la sua tenerezza.
Il vangelo della terza Messa ci ripropone le beatitudini, come descrizione dell'atmosfera dentro cui vive e si muove ogni cristiano e tutta la Chiesa. Noi preghiamo per i nostri cari defunti, che sono riusciti solo in parte a rendere visibile con la propria vita il desiderio di Dio, che vuole vederci attaccati a lui invece che alle cose del mondo e alle ambizioni e passioni. Ci mettiamo con maggior decisione su questa strada, in modo che il nostro impegno sostenga la preghiera, che diviene così gradita al Padre.
Nelle prime due Messe l'apostolo Paolo ci aiuta a prendere sul serio il nostro essere figli di Dio. Siamo figli grazie al Figlio Gesù Cristo, e perciò consideriamo le sofferenze del tempo presente, comprese quelle che ci portano alla morte, non come disgrazie, ma come modi concreti di partecipare a quelle vissute dal Figlio stesso, offrendole a lui. La morte del Figlio è stato il prezzo della nostra riconciliazione, e così nel disegno di Dio anche le nostre sofferenze saranno preziose sia per noi che per la Chiesa intera!
Anche gli scritti dei profeti, con grande decisione e gioia, ci aiutano a restare saldi nella fede della vita futura, la vita "del mondo che verrà" (Credo). Giobbe dice: "Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro"! E Isaia: "Eliminerà la morte per sempre… Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse … esultiamo per la sua salvezza"! Infine il libro della Sapienza ci rassicura: "Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace"!
Preghiamo perciò con fede e con amore per i nostri cari defunti. Chiediamo a Dio Padre che li perdoni anche per quegli eventuali peccati che noi non riusciamo a perdonare, perché Gesù è morto anche per quelli. E rinnoviamo il nostro impegno per vivere la Parola di Gesù, perché la nostra vita dia efficacia alla preghiera di tutta la Chiesa.

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