09/11/2003 - Dedicazione della Basilica Lateranense

in Italia, anche Giornata del Ringraziamento

Prima lettura                        1Re 8,22-23.27-30                        dal Salmo                        94

Seconda lettura                        1Pietro 2,4-9                        Vangelo                 Giovanni 4,19-24

 

Le comunità cristiane d’Italia oggi ringraziano il Padre per tutti i suoi benefici, in particolare per i frutti della terra, per i raccolti delle campagne. L’atteggiamento di riconoscenza è tipico del cristiano, abituato a celebrare ogni domenica, o ogni giorno, l’Eucaristia, come rendimento di grazie a Dio per la sua paternità, per il Figlio che il Padre ci ha inviato e per lo Spirito Santo che ha effuso su di noi!

Al termine del raccolto dei prodotti della terra è giusto ed è bello unirci per dire grazie anche delle cose materiali con cui possiamo sostentare la nostra vita e la nostra famiglia. In qualche luogo la siccità o la troppa pioggia possono aver fatto scarseggiare i raccolti: nonostante questo noi ringraziamo. Il Padre sa il perché degli eventi che possono mettere alla prova la fede e la pazienza dei suoi figli. Noi lo ringraziamo perché comunque egli ci è Padre!

Il ringraziamento tiene il nostro cuore aperto a quei fratelli che possono disporre dei beni della terra ancora meno di noi, e soffrono povertà, miseria o fame. A Dio lode e benedizione anche perché pane e vino, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, presentati sull’altare, diventano Corpo e Sangue del Figlio suo, nutrimento per noi e nostro sacrificio accetto a lui!

 

Un ringraziamento particolare oggi si leva da tutta la Chiesa romana per la Dedicazione della Basilica Lateranense a Roma. Essa è la cattedrale del Vescovo di Roma e considerata quindi la madre di tutte le chiese. È occasione preziosa per rendere grazie per il ministero del Papa e per la Chiesa che egli presiede, la prima di tutte le Chiese. La festa per l’edificio però diviene stimolo a riflettere su realtà ben più grandi dell’edificio stesso, più interiori e spirituali.

La preghiera di Salomone fa da introduzione alla nostra meditazione. Dio è più grande della terra e dei cieli: come potrà abitare in un tempio costruito dalle mani dell’uomo? Eppure un tempio l’ha voluto lui stesso! Egli si abbassa tanto da dar attenzione ad un luogo dove gli uomini possano incontrarlo, adorarlo, manifestare la propria deferenza, aprirgli il cuore, chiedergli perdono. Dio rimane in cielo, ma tiene il suo sguardo rivolto al luogo consacrato a lui per ascoltare la preghiera che là viene pronunciata. Sappiamo che ci sono dei luoghi maggiormente adatti alla preghiera, al raccoglimento, che favoriscono un ascolto più attento di Dio, luoghi dove l’assemblea dei credenti si riunisce per celebrare la propria fede e crescere in essa! Sono edifici importanti, consacrati da quanto Dio stesso ha operato in essi tramite la sua Parola e quella dei suoi ministri, e tramite la preghiera confidente del suo popolo!

Degli edifici costruiti dall’uomo, però, certamente non resterà che pietra su pietra! Il vero indistruttibile tempio di Dio, luogo dove incontriamo il Padre che ci parla e che ascolta la nostra voce, che ci ama e ci salva, è la persona di Gesù! Egli stesso ce lo ricorda anche nel vangelo di oggi. Il tempo della sua venuta è il tempo in cui noi possiamo adorare il Padre nel modo che a lui piace! Possiamo adorare, cioè accostarci fiduciosi, abbandonarci a lui, lasciare che realizzi la sua volontà nella nostra vita. È Gesù colui che conosce il Padre e lo fa conoscere a noi perché stabiliamo con lui una relazione vera, seria e fruttuosa. Gesù dice che il Padre vuole essere adorato “in spirito e verità”. Mi chiedo cosa danno a intendere queste parole. Il significato etimologico di spirito dovrebbe essere «respiro», e di verità «alla luce». Il Padre deve essere adorato nel «respiro», cioè in tutta la vita, in ogni momento, in ogni azione! Tutta la nostra vita dev’essere orientata dal suo amore e verso di lui! Egli deve essere adorato “nella verità”, cioè “alla luce”: la vita orientata da lui e a lui la vedono tutti, Dio stesso per primo, e la nostra testimonianza è sotto lo sguardo di tutti. Il Padre lo adoriamo nella verità anche perché noi, grazie a Gesù, lo conosciamo, sappiamo quali sono i suoi pensieri e i suoi progetti, i suoi desideri di comunione, la sua volontà di vederci uniti come veri fratelli! Il suo cuore è «alla luce» del nostro sguardo!

S.Pietro ci può così descrivere la Chiesa, la vera Chiesa, come edificio formato dai credenti strettamente uniti a Cristo Gesù! Egli li chiama “pietre vive” che formano il popolo santo voluto da Dio per la sua gloria e per la gioia degli uomini! Stringendovi a Cristo, dice S.Pietro! Questo dev’essere il frutto della festa e celebrazione odierna: abbracciati a Gesù saremo la gioia di Dio, saremo uniti come vera Chiesa che diffonde la luce e la pace, doni necessari alla vita del mondo!