01/06/2003 Ascensione del Signore Anno B 

Prima lettura

dal Salmo

Seconda lettura

Vangelo

Atti 1,1-11

46

Efesini 4,1-13

Marco 16,15-20

«Non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Così Gesù a Maria Maddalena il mattino di Pasqua! Per quaranta giorni si è fatto poi vedere e riconoscere dai discepoli in vista della testimonianza, valevole per tutti i secoli, che essi avrebbero dovuto dare della sua risurrezione! Quaranta giorni sono un periodo di tempo sufficiente per rassodare esperienze e convinzioni, per confermare la fede e rassicurare la speranza. Oggi Gesù sale al cielo, finalmente! Termina così l’esperienza sensibile dei discepoli, che cominciano a vivere in modo diverso la loro unione a lui. Da oggi non lo vedono più, ma continuano ad obbedirgli ricordando la sua parola e richiamando i suoi insegnamenti. Anzitutto si riuniscono in preghiera, finché riceveranno tra dieci giorni lo Spirito Santo che li illuminerà, li terrà uniti e darà loro coraggio e gioia per la testimonianza del loro Signore!

Noi dobbiamo imparare il significato dell’evento dell’ascensione e dell’espressione "salire al Padre". Lo dobbiamo solo imparare, non scoprire, perché già lo hanno scoperto gli apostoli che ce lo hanno descritto e ricordato.

Il Vangelo secondo Marco ci dice semplicemente: "Fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio"! In cielo erano stati rapiti anche Enoch ed Elia, gli amici di Dio che avevano conservato pura la fede in lui: Gesù non è da meno di loro, anzi, egli siede alla destra di Dio! Sedere alla destra era espressione usata dai regnanti per indicare il posto di chi condivide con loro potere e gloria. Gesù è stabilito giudice e re, può diffondere la sua pace esercitando la sua regalità nel regno di Dio. Si compie così la profezia del salmo 110: "Dice il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra"! I discepoli sanno che alla fine saranno giudicati da Gesù: vivranno perciò osservando la sua parola, che diventa l’unica loro legge. La legge di Mosè per loro è troppo poco, e le leggi degli uomini, sia quelle statali monarchiche o democratiche che quelle date dalle consuetudini e dalle varie culture, dovranno essere sottomesse ai giudizi del loro Signore!

San Paolo, nel brano della lettera agli Efesini che leggiamo oggi, fa scaturire dal mistero dell’Ascensione l’unità della Chiesa e tutti i doni e ministeri necessari per la sua edificazione. È perciò necessario, cioè è volontà di Dio, che modifichiamo il nostro comportamento in modo da divenire umili, mansueti, pazienti. Diventeremo capaci di sopportare gli uni i difetti degli altri: di certo infatti rimarrà in tutti noi qualche incrostazione di peccato che pesa sui fratelli. La Chiesa non sarà mai una comunità di persone perfette, ma di persone che sanno amarsi perfettamente! Siamo anche noi i "prigionieri" del male e del peccato che Cristo ascendendo al cielo porta con sé (salmo 68,19), e così ci fa già godere l’intimità con Dio e la bellezza di una vita permeata del suo amore caritatevole e misericordioso!

Gli Atti degli Apostoli ci danno qualche altra notizia riguardo al mistero odierno: una nube nasconde Gesù agli occhi attoniti dei suoi! La nube è il segno della presenza di Dio: Gesù avvolto dalla nube è il segno che egli ora è in Dio, è Dio col Padre! La nube nascondeva a Mosè la presenza di Dio, ma nello stesso tempo gli rivelava il cammino da percorrere, e la nube infine spaventò i tre discepoli sul monte, quando Gesù apparve loro trasfigurato. La nube nasconde senza annientare: Gesù quindi potrà tornare sulla nube, manifestando la sua gloria! Così annunciano i due uomini vestiti di bianco che distolgono gli apostoli dal guardare in alto. Essi ora devono invece guardare la terra, e gli uomini sulla terra, con gli occhi illuminati dalla luce del Risorto, col cuore vigilante nell’attesa del suo ritorno, con la mente attenta alle sue parole per trasformarle in gesti di amore che rivelino e testimonino la sua continua presenza!

Le preghiere liturgiche ci aiutano oggi ad esprimere esultanza per la gloria del nostro Signore e per la nostra dignità di membra del suo corpo, come pure di desiderare anche per noi la pienezza di quella gioia che Gesù ora gode accanto al Padre!

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