09/03/2003 - Domenica del Tempo di Quaresima - Anno B / www.cinquepani.it

Prima lettura

dal Salmo

Seconda lettura

Vangelo

Genesi 9, 8-15

24

1 Pietro 3, 18-22

Marco 1, 12-15

Il tempo di Quaresima è dedicato, fin dai primi secoli della vita della Chiesa, alla preparazione immediata dei suoi catecumeni al Battesimo. E coloro che sono già battezzati in questo tempo approfondiscono il proprio radicamento nella fede rinnovando l’adesione al Signore, che esprimeranno con le promesse battesimali nella santa Veglia pasquale.

Le prime due letture ci danno lo spunto per orientarci a tale mistero. Noè è uscito dall’arca, vede l’arcobaleno, riceve da Dio una promessa non solo per sé, ma per tutte le generazioni future. Le acque del diluvio, acque di morte e di purificazione, acque dalle quali emerge la vita pronta per un’alleanza di pace con Dio, anticipano uno dei significati della nuova immersione: coloro che vengono battezzati sono purificati dai peccati e dalle vanità della vita precedente, hanno sepolto nell’acqua gli attaccamenti agli idoli di questo mondo, sono liberati dai legami con altre credenze o religioni fondate da uomini, e cominciano a guardare a Dio senza paura, anzi, con confidenza e libertà filiali. Tutto ciò avviene grazie a Gesù Cristo! San Pietro lo afferma (2° lett.) con sicurezza! Gesù è morto per ricondurci a Dio, ed è risorto e salito al cielo perché, invocando il suo nome, possiamo avere salvezza!

Che le acque del diluvio siano figura del battesimo ce lo ricorda ancora l’apostolo, che sta leggendo le Sacre Scritture alla luce dell’esperienza della Chiesa!

Il battesimo è il momento in cui finalmente il desiderio e la volontà di salvezza di Dio s’incontrano con il sì dell’uomo. Quando una persona conosce l’inviato del Padre, Gesù Cristo, lo conosce attraverso la sua Chiesa, dentro l’esperienza luminosa che fa in essa. Se questa persona decide di aderire con tutto il suo cuore al Figlio di Dio, allora lo Chiesa lo accoglie nel proprio grembo: ciò avviene appunto quando egli fa morire l’uomo «vecchio» nell’acqua e rinasce da essa rinnovato nello Spirito!

Come si preparano i catecumeni a questo momento? Come ci prepariamo noi a ripetere le promesse battesimali, in modo da permettere a Dio di rivestirci e rinnovarci interiormente, affinché la nostra vita sia un segno vero della sua presenza nel mondo?

Osserviamo Gesù all’inizio del suo cammino in mezzo al suo popolo. Egli obbedì allo Spirito che lo sospinse nel deserto: dentro quella situazione di solitudine, di fragilità e di rinuncia egli rimase quaranta giorni.

Gesù perseverò nella preghiera, nel rinnegamento di sé e nella contemplazione del Padre per un periodo lungo, per un tempo la cui durata era già decisa dalla tradizione. Anche noi obbediamo alla tradizione biblica e della Chiesa: per quaranta giorni perseveriamo in una preghiera più nutrita, più impegnativa, accompagnata da qualche forma di digiuno, da rinunce che toccano i desideri del corpo o dell’anima. Queste servono a rendere concreto il morire del nostro «uomo vecchio», a rendere più vera la nostra preghiera e a preparare dentro di noi l’ambiente adatto per ricevere la grazia tutta spirituale del rinnovamento battesimale.

Nel deserto Gesù vince le ripetute tentazioni che l’avversario di Dio e degli uomini propone. San Marco non ci dice in che modo si presentano queste tentazioni: lo sappiamo dagli altri evangelisti, e lo sappiamo dalla nostra esperienza. Le tentazioni che Gesù vinse sono quelle che vogliono distrarre anche noi dall’accogliere la via di Dio. Il Padre ci propone la via della croce, che è la via del Figlio suo, e noi troviamo motivazioni logiche o di prudenza per rifiutarla. Noi cerchiamo compromessi col mondo, con i metodi di vita che ci circondano, cerchiamo di giustificare comportamenti che non ci distinguano da coloro che stanno adorando idoli e vanità inutili: lo facciamo per paura di essere squalificati dagli uomini! Il deserto ci aiuterà a cercare di non essere squalificati da Dio!

Nei quaranta giorni che ci avvicinano alla celebrazione Pasquale cercheremo momenti di vero deserto: ore o giornate di solitudine per stare alla presenza del Dio di nostro Signore Gesù Cristo! È lui che deve formare il nostro intimo, il nostro cuore, i nostri desideri e la nostra volontà! È lui che dev’essere davvero Padre della nostra vita, come lo è stato della vita del Figlio! Così si compie la conversione che Gesù ci chiede perché possiamo entrare nel Regno di Dio ormai presente! Dall’acqua del battesimo nasceremo autentici figli di Dio!

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