DOMENICA   30ª  del TEMPO ORDINARIO - 28/10/2001 Anno C

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
Siracide 35, 12-14. 16-18 33 2Timoteo 4, 6-8. 16-18 Luca 18, 9-14

Domenica scorsa Gesù ci ha raccomandato di “pregare sempre, senza stancarsi”. Oggi egli continua l’insegnamento sulla preghiera.

Non basta dire «io prego»: c’è preghiera e preghiera! C’è la preghiera che soddisfa la nostra vanagloria, e c’è la preghiera che incontra il cuore del Padre! C’è la preghiera di chi vuol farsi vedere dagli altri, e c’è la preghiera di chi soffre e non vuole esser visto che da Dio! Proprio di questo parla Gesù nell’insegnamento di oggi. C’è chi pensa d’essere a posto con Dio, di non aver bisogno di nulla da parte sua, e disprezza chi, per povertà o per altri motivi, non riesce a vivere una vita del tutto osservante delle regole sociali e religiose.

Questa preghiera non cambia il cuore dell’uomo, lo lascia nella sua incapacità ad amare, nella sua miseria interiore, nella sua cattiveria. Il fariseo che sale al tempio e ringrazia Dio d’essere migliore degli altri, ritorna a casa superbo, con cuore sprezzante, incapace di comunione e di compassione verso i deboli e i poveri. Anche se egli è ritenuto molto religioso da tutti, non dà gloria a Dio, non ne rispecchia sul proprio volto la luce e la bontà! Benché generoso nel fare elemosina e pronto a digiunare, egli resta lontano dal calore del Padre! 

Davvero è necessario imparare a pregare! Vuoi incontrare la misericordia di Dio? Vuoi essere ritenuto da lui figlio? Gesù insegna: fa’ come l’uomo peccatore, che rimane umile riconoscendo la propria indegnità. Il peccatore si batte il petto, attribuisce a sé colpa e castigo, e vede con speranza e fiducia il cuore tenero e compassionevole di Dio. Egli, peccatore, non giudica nessuno, ne ha abbastanza ad accusare se stesso. Egli non guarda gli altri, non si confronta con loro, si confronta solo con Dio. Di Dio vede la capacità di perdonare, e gli basta.

A Gesù piace questa preghiera: questa sì che cambia il cuore dell’uomo, perché attraverso di essa Dio può entrarvi e depositarvi la propria sapienza, il proprio consiglio, la propria mitezza e fedeltà!

Già l’autore del libro del Siracide diceva: la preghiera dell’umile penetra le nubi! L’umile, umile anche se umiliato dalla malattia, dall’ingiustizia degli altri, dall’oppressione dei potenti, l’umile prega con fiducia e vero abbandono. Egli non ha altra speranza se non l’ascolto di Dio, non ha altro sostegno che le mani dell’Altissimo, non ha altra sicurezza che colui che sta nascosto oltre le nubi. Nella vita dell’umile che prega con serena e insistente fiducia Dio può manifestare se stesso, la propria potenza, il proprio amore tenero e misericordioso.

Nella lettera a Timoteo l’apostolo San Paolo ci fa vedere il suo volto mite e umile. Davvero la sua preghiera dev’essere stata vera preghiera, perché lo ha reso forte nelle difficoltà e persecuzioni, fedele alla sua missione, perseverante nel predicare il nome di Gesù, abbandonato all’agire di Dio, misericordioso con coloro che per debolezza lo hanno lasciato solo nel momento più difficile. Non se la prende con loro, non li accusa, e chiede al suo discepolo di non tener conto della loro debolezza. Il Signore è tutto per lui! Con questa sua misericordia egli dà gloria a Dio! Cosciente d’essere al termine della vita si presenta così com’è a lui, che gli è vicino e gli dà forza! La preghiera rivolta a Dio in maniera incessante, senza stancarsi, e umile, da peccatore, rende il suo volto luminoso e attraente!

Signore Gesù, concedimi di essere umile come te, perché la mia vita sia gradita al Padre, ed io possa stare davanti a lui per riflettere la luce della sua misericordia e della sua bontà!

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