DOMENICA   31ª  del TEMPO ORDINARIO - 04/11/2001 Anno C

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
Sapienza 11, 22 - 12, 2 144 2Tessalonicesi 1, 11 - 2, Luca 19, 1 - 10

È stupendo il brano del libro della Sapienza che leggiamo come prima lettura: ci mostra in maniera convincente come il Dio che ci ha creati ci ama, e non può fare a meno di amarci. Egli non avrebbe creato nessuna cosa se l’avesse odiata, anzi, in ogni creatura è presente un segno della sua ispirazione. Lo stesso amore Dio lo tiene vivo per i peccatori: li castiga sì, ma solo in vista di un loro ravvedimento, di un ritorno a lui!

Nel Vangelo vediamo Gesù, il Figlio di Dio, proprio sulla strada di un peccatore, di un grande peccatore. Zaccheo era già toccato dalla grazia, che gli aveva messo in cuore il desiderio di “vedere”, cioè di incontrare con lo sguardo, Gesù. La difficoltà non lo ha trattenuto. Egli ha cercato di superare gli ostacoli pur rischiando di apparire ridicolo agli occhi degli uomini. In tal modo si è “esposto”, ha lasciato vedere a tutti il proprio desiderio profondo. È un atto di fede, e di amore!

Gesù è sempre sensibile agli atti di fede e di amore per lui, perché non si fermano a lui: egli sa di essere l’inviato del Padre, e perciò gli atti di fede e d’amore per lui sono diretti al Padre! Egli stesso lo ricorda con la parola “devo”. “Scendi subito, perché oggi devo fermarmi…”! Perché Gesù deve fermarsi a casa sua? La parola “devo” sulla bocca di Gesù ci fa capire che egli sa di obbedire al Padre! Egli conosce le Sacre Scritture, dove è scritto l’amore di Dio, il quale non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e abbia vita! Ed egli sa di essere venuto nel mondo per compiere le Scritture! Questo “devo” ci porta a vedere il Padre: Gesù non ama Zaccheo per simpatia, ma perché il Padre vuole così! In tal modo Zaccheo si sente avvolto da un amore pieno, eterno, completo. La sua gioia giunge al culmine! La gioia di essere amato rende semplice e deciso il passo seguente, che lo fa assomigliare a colui che lo ama! Ed eccolo esprimere l’amore ai poveri e la tensione alla giustizia, atteggiamenti caratteristici di Dio! Ora egli vuole beneficare i poveri con i propri mezzi e riparare al male compiuto frodando. La sua conversione, così avviata, continuerà a produrre nuovi frutti, e riempirà di nuova gioia il cuore del peccatore convertito!

Gesù, mediatore dell’incontro dell’uomo peccatore con il Padre, irriga con la sofferenza questo bel frutto colto nel viaggio verso Gerusalemme! Coloro che lo stavano applaudendo, ora lo disprezzano: “È andato ad alloggiare da un peccatore”! I benpensanti, invece di riconoscere e benedire l’amore del Padre rivelato e attuato da Gesù, lo maledicono! Proprio in quel momento, entrando in casa di Zaccheo, Gesù stava liberando la città dall’incubo mafioso dello strozzinaggio di cui Zaccheo era a capo! Gesù liberando un peccatore dal peccato liberava la città da grandi sofferenze, e la città lo ripagava con la maledizione: profezia e preludio di ciò che lo attendeva a Gerusalemme.

Gesù però non si lascia condizionare. Egli continua a rimanere rivolto al Padre, e ad obbedirgli. Egli gode di compiere ciò che è previsto che egli compia: il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto! Zaccheo era perduto: ora egli ha incontrato Gesù, salvezza di Dio, e può cominciare a vivere, comincia ad essere uomo, comincia a portare in sé l’immagine di Dio, del Dio vero amante degli uomini!

 

Vivere la vera vita umana, o meglio, divina, è la nostra vocazione: per questo l’apostolo San Paolo prega, e per questo dà consigli di vigilanza, perché la vita nuova e divina cui siamo chiamati è continuamente insidiata dalla malvagità e dall’invidia di uomini e demoni! La preghiera dell’apostolo si unisce alla nostra: saremo certamente esauditi!

 

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere

E ti benedicano i tuoi fedeli. …

Manifestino agli uomini i tuoi prodigi

E la splendida gloria del tuo regno.

 

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