C'era una volta... i fidanzati!

Erano ragazzi e ragazze che…, quando si innamoravano,
sapevano che era una cosa seria.

Avrebbero voluto subito stare insieme giorno e notte,
ma qualcuno aveva il coraggio, o, per loro, crudeltà, di dire "NO!".

A malincuore obbedivano, e si rassegnavano a stare vicini ogni tanto,
per poco tempo.

Qualcuno diceva loro che l'amore bisogna impararlo,
che ad esso bisogna allenarsi,
che amare è difficile e impegnativo,
che amare richiede essere capaci di fedeltà.

Quelli più responsabili e maturi prendevano sul serio gli insegnamenti,
e si impegnavano a dimostrare la propria fedeltà,
a mettere alla prova il proprio amare,
a esercitarsi nel dominio di sè!

Quante fatiche e lotte,
ma quanta gioia e serenità!

Erano decisi? Allora ecco il fidanzamento: una prima promessa,
fatta con serietà, di fronte a parenti e conoscenti.
Questi cominciavano a guardare con simpatia
le fatiche e gli approcci, e vegliavano sulla reciproca fedeltà.

C'erano una volta... i fidanzati!
Prima di sposarsi non consideravano indispensabile prova d'amore
l'andare a letto insieme,
e non lo facevano:
non erano ancora sicuri d'essere capaci
di portare il peso delle conseguenze,
nè di quelle fisiche, nè di quelle psichiche, e nemmeno di quelle spirituali.

Se talvolta invece succedeva,
rischiavano di disprezzarsi e di non fidarsi più l'uno dell'altro,
perché, dopo, dicevano tra sè:
"Se non ha detto di no a me,
non dirà di no nemmeno agli altri".

Cominciavano gelosie, che emergevano più avanti, durante il matrimonio (se avveniva),
e sarebbe diventato un inferno.
Qualcuno che aveva esperienza diceva loro
che le insicurezze e diffidenze conseguenti a quella sfiducia e a quel celato disprezzo
sarebbero venute a galla persino cinque o venti anni dopo!

C'erano una volta... i fidanzati!
Qualche volta dovevano aspettare qualche mese, o qualche anno,
prima che il padre e la madre dessero il permesso di vedersi e frequentarsi.

Aspettare, attendere, sognare, scrivere cartoline, mandare messaggi era normale:
e poi andare e tornare a casa, andare e tornare all'infinito,
e poi, se tutto non era pronto, ancora andare e tornare.

C'erano una volta... i fidanzati!
Davano prova di amore serio, forte, deciso,
consapevole, capace di dominare i propri impulsi fisici,
perché, dicevano, l'amore non è nel sesso, è ben più profondo!
È proprio il sesso invece che deve entrare nell'amore.
E si fa fatica!

Quando erano capaci di parlarsi di cose serie,
di figli, di casa, di lavoro, di fede, di preghiera,
di genitori ammalati, di amici veri e di amici sospetti,
di impegni nella società e nella parrocchia, di problemi grandi come il mondo,
allora, se le liti e i dissensi erano lontani nel tempo,
cominciavano a pensare ad una data
per donarsi la propria garanzia e il proprio amore.
Quelli più seri, per depositare nelle mani di Dio, che è Amore senza inganno,
la propria volontà di garantire sicurezza all'altro.

Nessuno pensava a mettersi ad abitare insieme senza l'appoggio della comunità,
senza darsi l'un l'altro la povera garanzia delle leggi, che è poco,
ma sempre meglio di niente, sempre segno di rispetto e di amore!
Se l'avessero fatto, nessun parente o amico o conoscente
avrebbe poi aiutato con una parola rassicurante,
nessuno avrebbe dato un appoggio deciso alla loro perseveranza.
Se avessero deciso la convivenza,
chi si sarebbe poi sognato di far loro coraggio
a continuare nella fedeltà nei momenti difficili che devono arrivare?
Unico consiglio avrebbe potuto essere: separatevi, tanto non siete sposati!

C'erano una volta... i fidanzati!
Iniziava nella serenità la loro famiglia,
cresceva nella pace, e nella fortezza,
superava ostacoli e sofferenze,
i bambini non erano frutto di calcolo fatto col portafoglio,
ma di fede nella provvidenza del Padre,
e, quando arrivavano, respiravano preghiera e imparavano subito a pregare,
e a crescere una vita interiore, dove c'era una luce che veniva dall'alto.

C'erano una volta... i fidanzati,
che sognavano di diventare buoni genitori,
e lo diventavano,
perché prima di tutto imparavano ad educare se stessi!