IN LUI ERA LA VITA

L'anno 1997 è il primo del triennio di preparazione al Giubileo del 2000: il S. Padre suggerisce di riservare la nostra attenzione a contemplare Gesù il Figlio di Dio, unico Salvatore del mondo. Ecco un piccolo contributo a questa contemplazione. Con le pagine seguenti, aiutati dai Vangeli, osserviamo Gesù per amarlo e rivestire della sua luce la nostra mente e le nostre opere. 

Don Vigilio Covi

  

IN LUI LA VITA  

«La vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi». (1 Gv 1,2)  

Nel Vangelo di Giovanni veniamo avvicinati a Gesù in maniera sorprendente. Gesù è il Verbo di Dio proteso al Padre, e trascina anche noi in questo suo movimento d'amore obbediente, filiale, fiducioso. E così veniamo trasformati, illuminati, vivificati. Gesù è l'amato dal Padre, e deve diventare il nostro unico riferimento: così anche noi viviamo nel cuore di Dio come amati e come amanti!

 

1. IN PRINCIPIO ERA IL VERBO  

Così inizia il Vangelo di S. Giovanni, scritto ricco e profondo; è la prima frase di un molteplice susseguirsi e accavallarsi di rivelazioni e stupori: forse per questo è una frase che - come molte altre - sfugge alla nostra attenzione, alla nostra «ruminazione»; passiamo troppo in fretta a ciò che segue. Vogliamo fermarci a ripetere questa breve parola, senza proseguire:

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO.  

Prima di ripeterla ancora accogliamo il significato delle parole: principio, Verbo.

Il termine «in principio» ci porta a ripensare al brano con cui inizia la S. Scrittura: In principio Dio creò il cielo e la terra! Giovanni, l'evangelista, non polemizza con la Bibbia, anzi! Egli ha accolto e ci trasmette una luce ulteriore. Perché Dio creò il cielo e la terra? da che cosa era spinto? verso quale orizzonte si stava movendo? dove vuole portare tutta la creazione? In principio: è una parola dalla quale, causa la nostra superficialità, ci lasciamo portare al passato, nella storia, ma in realtà essa ci vorrebbe aprire a significati molto più vasti e profondi. «Principio» è ciò cui Dio Padre si rivolge per ogni suo operare, il termine di confronto, il modello, il motivo del Suo agire. Alla base di ogni intervento di Dio, quindi anche della creazione della mia vita, come modello e motivo unico «era», ed è ancora «il Verbo». Il termine latino «Verbo» vuol tradurre una parola greca che noi, più che con l'aiuto del vocabolario, possiamo comprendere con l'amore e l'esperienza. Verbo è «parola». Ma che cos'è la «parola»? Quando noi vogliamo esprimere il nostro amore, o qualche decisione d'amore che impegna la vita, non abbiamo parole sufficienti. Ne adoperiamo qualcuna, però ci accorgiamo che il suono che esce dalle labbra è solo un piccolo segno della pienezza che occupa il cuore e vuole comunicarsi. Ci pare addirittura che il bacio parli più della parola, perché esso è un segno che coinvolge di più la nostra persona: un segno che coinvolge il sentimento e il corpo oltre che l'intelligenza. Col termine «logos», Verbo, vogliamo pensare proprio alla pienezza del cuore di Dio che vuole comunicarsi, donarsi, esprimersi e raggiungerci. Una pienezza che sarebbe limitata dalle parole, anche se esse diventano utili e necessarie. Il Verbo è ciò che sta in Dio e che Lui vuole donarci, e che precede tutte le parole. Dio comunica la sua pienezza! Egli ha delle intenzioni, un suo progetto, una volontà che è amore, perché Egli stesso è Amore.

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO.  

A fondamento di tutto era ed è l'amore che Dio offre e comunica! la sostanza espressa dalle parole. La vita di Dio che è dono, un dono che assumerà caratteri di persona umana per poter essere accolto col cuore dell'uomo: questo dono, la Parola che è nel cuore di Dio, prenderà i lineamenti di Gesù! Egli esprimerà e manifesterà nella sua vita d'uomo tutta la pienezza del progetto d'amore del Padre!

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO!  

Non posso aprire gli occhi su nessuna realtà senza vedere l'amore di Dio che si comunica! e dire grazie! Non posso alzarmi al mattino senza riandare col cuore a quel progetto iniziale di Dio che attende di essere realizzato anche nella mia giornata, nei miei movimenti interiori ed esteriori, nei miei incontri con le persone e con le cose. Non posso aprire la mia bocca e parlare senza sapere che quello che dico, con il tono della mia voce, è destinato a comunicare quel «Verbo» che era ed è in principio!

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO!  

Gesù sta al principio di ogni gesto d'amore di Dio per me e per il mondo! egli deve stare all'inizio e nello svolgersi di ogni mio agire, così la mia vita partecipa al realizzarsi del progetto del Padre, al manifestarsi e comunicarsi del suo Amore!  

Padre santo, ti adoro e ti esalto, perché nel tuo operare hai avuto sempre come principio il tuo stesso amore e il tuo progetto d'amore, che prende il nome di Gesù! E anche oggi e in ogni momento Tu non reagisci al mio peccato e alla mia povertà, ma continui a rifarti a ciò che era «in principio», a ciò che esce dal tuo cuore santo e misericordioso, al tuo Figlio morto in croce. Grazie, perché non vedo mai il tuo volto corrucciato, ma lo posso contemplare sempre compassionevole, perché Tu ti ricordi del tuo amore, di quell'amore che all'inizio ti ha mosso a formare con sapienza amorevole tutte le cose che esistono. Il tuo Verbo che era al principio si realizzi anche ora nella mia vita, si esprima e diventi visibile attraverso di me. Gloria a Te, che in principio di ogni mia giornata e di ogni mia relazione con gli uomini e con tutto il creato poni il tuo Verbo, il tuo desiderio e il tuo atto d'amore, il tuo Gesù!

 

 2. «E IL VERBO ERA PRESSO DIO» (Gv 1, 1)  

L'immagine di Gesù asceso al cielo e seduto alla destra del Padre può darci l'impressione di staticità, di immobilismo, di vita autonoma. Anche l'espressione «presso Dio» può lasciarci la stessa impressione, come se il Figlio, godendo di ugual potere del Padre, vivesse indipendentemente, benché accanto a Lui. Non dev'essere così il significato dell'espressione di S. Giovanni. La parola «presso» vuol tradurre un termine della lingua greca che esprime orientamento, desiderio, attenzione. «E il Verbo era rivolto verso il Padre, tutto proteso a Lui». La Parola, il Progetto di Dio, il dono del suo amore totale è tutto orientato al Padre. In questo «esser proteso» osserviamo attenzione, desiderio di piacerGli, volontà d'esser pienamente conforme alla sua Volontà, di realizzare i suoi disegni, amore forte che non riesce a osservare altro che Lui. Il Verbo era proteso a Dio. Gesù era, ed è, proteso al Padre.  

Questo movimento rivela tutto il segreto della vita di Dio. Dio è amore, amore che continua a offrire se stesso in un moto circolare che non arriva mai a fermare l'attenzione e lo sguardo e il desiderio su di sè! Dio che si dona è il Padre che genera il Figlio unigenito - unigenito perché il Padre si dona totalmente, non parzialmente -; il Figlio è solo amore che si dona realizzando del tutto e solo il desiderio del Padre. Il muoversi dell'uno verso l'altro è Spirito d'amore puro, libero, totale, santo e santificatore, vivo e vivificante! Nel realizzarsi di quel «presso» vediamo tutta la bellezza e la grandezza e la diversità da quella vita che noi sperimentiamo nei nostri rapporti reciproci. In essi ha avuto ed ha influsso il peccato, l'orientamento al proprio «io». Questo ammala cuore e sguardo e pensiero, soffre e fa soffrire. Dobbiamo riempirci lo sguardo di quel «presso», osservare con attenzione e desiderio il muoversi del Verbo verso Dio, del Figlio verso il Padre. Questa contemplazione è medicina, è salvezza, è grazia che ci trasforma. Gesù con la sua vita nascosta a Nazareth e col suo avviarsi pubblicamente a Gerusalemme fino al Getsemani e al Calvario, ci rende possibile questa contemplazione. Egli è il Verbo, il progetto dell'amore del Padre, divenuto visibile, percepibile ai nostri sensi. Ascoltandolo, osservandolo, godendo la sua vicinanza, la nostra carne ripiegata su di sè inizia ad essere purificata, liberata: essa diviene capace di accorgersi della Presenza e della disponibilità del Padre ad accoglierci e del suo desiderio di vederci collaboratori suoi. Quando inizia questo nuovo «movimento» in noi, scopriamo d'essere già avvolti e compenetrati dallo Spirito vivificante e santificatore! La vita eterna entra nella nostra povertà e debolezza. Rimanendo deboli e poveri si fa strada l'umiltà, che è accoglienza dell'Onnipotente.

IL VERBO ERA PRESSO DIO!  

Il Verbo non pensa mai a sè, è proteso al Padre. Questa è la meta della nostra conversione: dimenticare l'io per raggiungere Te, o Dio, che sei nei cieli, sempre presente e irraggiungibile. 

Quando rimango in questo movimento umile e attento a Te, dimenticando me, allora Tu già vivi in me! Allora il tuo Verbo diviene reale, vero, gioioso, anche nella mia carne! Gloria a Te, o Dio dell'amore. Gloria a Te, Verbo dimentico di te e proteso al Padre. Gloria allo Spirito che procede dal vostro muovervi l'Uno verso l'Altro senza interruzione dell'amore che vi rende dono!  

Il Verbo era «presso» Dio!

continua