TRINITA'

La Santissima Trinità (detta dell'Antico Testamento).

Dipinta da S. Andrej Rublev (+1430): con la benedizione del superiore del monastero della SS. Trinità, beato Nikon, nel 1411 circa. 

Dalla iconostasi della cattedrale della SS. Trinità della Laura Troitze-Serghieva (Zagorsk).

Ora a Mosca, Galleria di Stato 'Tretjakov'.

 

CONTEMPLAZIONE E CATECHESI

con l'aiuto dell'icona di S. Andrej Rublev.

 

Con l'aiuto dell'icona "scritta" da un santo monaco russo proviamo a contemplare il mistero della vita del nostro Dio.

E' vero che non possiamo comprendere Dio, ma ciò non ci deve scoraggiare dal contemplarlo! Quel che la mente non capisce lo potrà capire il cuore: Gesù ha detto: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui".  (Gv 14,24)

Queste pagine saranno solo come l'aprire una delle svariate porte che introducono a godere e accogliere l'Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

La loro misericordia e fedeltà possono colmare le lacune e rimediare là dove il mio peccato offusca la Luce. E' Dio stesso, Padre, Figlio, Spirito Santo, che si rivela ai piccoli che credono in Gesù.

don vigilio covi 

1. MOSTRACI IL TUO VOLTO.

 

L'uomo non ha mai visto Dio. "Dio nessuno l'ha mai visto" 1 ci dice con sicurezza l'evangelista Giovanni. Dio rimane nascosto. "Avvolto nella nube ti ho dato risposta", dice un Salmo. 2

Egli è nei cieli, in dimensioni di vita che noi non raggiungiamo, non tocchiamo, non sperimentiamo. Eppure abbiamo il desiderio di "vederlo": "Mostraci il tuo volto. Non nascondermi il tuo volto!" 3

Il desiderio di vedere Dio è sempre stato così profondo e vivo, che l'uomo stesso ha ceduto alla tentazione di crearsi delle immagini per aver almeno l'illusione di poterlo vedere, per vederne almeno un'immagine.

Le immagini uscite dalla mente e dalla fantasia dell'uomo non furono solamente statuette di legno, di bronzo, d'oro o di terra; e certamente non furono e non sono quelle le più pericolose. Ci sono immagini intellettuali che possono resistere a qualunque distruzione;  il bronzo e l'oro possono esser distrutti, ma l'immagine che l'uomo si fa nella mente può lasciare sempre dei segni deleteri, ogni volta che egli cerca di pensare a Dio e di parlare con Lui.

L'immagine pericolosa, che l'uomo eredita come causa e frutto del peccato originale, è quella di un Dio padrone. Verso Dio l'uomo ha sospetto e giudizio, talora accusa, spesso paura e senso di costrizione, cui reagisce al massimo con la rassegnazione. Questi atteggiamenti, cui può seguire persino la ribellione, sono la conseguenza dell'immagine che egli vuole avere di Dio.

Questa immagine, come qualunque altra, impedisce all'uomo di incontrare il Dio vivo, il Dio vero. Persino quando l'uomo bestemmia,  bestemmia spesso questa immagine: non avrebbe tutti i torti, se davvero Dio fosse così.

"Mostraci il tuo Volto!"

E' necessario che Dio ci mostri il suo Volto affinché noi abbandoniamo l'immagine falsa. E' necessario che Dio si riveli perché possiamo stabilire con lui un rapporto vero di fiducia, di rispetto, di amore.

"Mostraci il tuo Volto, e saremo salvi!"

"Mostraci il Padre, e ci basta" 4 disse Filippo a Gesù. E' vero: ci basta! Quando lo vedremo sapremo d'essere amati, voluti, benvoluti: ci basta. Gesù non lascia Filippo senza risposta: "Chi ha visto me ha visto il Padre"! 5 Abbiamo finalmente l'immagine di Dio, anzi, più che un'immagine! Vedere Gesù equivale a vedere il Padre e riceverne l'abbraccio.

"Questa è la vita eterna, che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo". 6

Conoscere Dio come Padre è vita e vita eterna, definitiva.
Gesù ci rivela il Padre nel mentre si presenta come "Suo" Figlio e vive con Lui un rapporto di amore totale. Dal vivere di Gesù con Dio conosciamo Figlio e Padre e Spirito, relazione d'unità luminosa e unica!

Gesù distrugge tutte le nostre immagini di Dio. Sia quelle di un Dio grande, lontano, immobile, sia quelle di un Dio padrone.

Egli comincia già nel deserto ad abbattere i loro piedistalli. Quando gli vien detto: "Se sei figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane", 7 gli si vuol insinuare l'immagine di Dio padrone. Sarebbe come dire: "Dato che sei figlio di Dio, fa quel che vuoi, fatti padrone". Egli invece innalza l'immagine di Dio Padre, come se dicesse: "Se sono figlio di Dio, resto figlio, voglio dipendere da Lui, che mi ama e sa ciò di cui ho bisogno".
Poi Gesù continua ad abbattere gli idoli, false immagini di Dio, quando parla alle folle sul monte. Là Egli, come nuovo Mosè, anzi, più che Mosè, con gioia dice: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli"! 8 Dio cioè non è un Dio lontano e immobile, ma è un Dio che si compiace della compagnia dei poveri, di coloro che non fanno affidamento sulla forza o sulla ricchezza, ma solo su di Lui!

Vivendo da figlio Gesù ci mostra sempre il Padre e lo Spirito d'unità e fiducia e umiltà che fa di loro Uno solo.

Dio è Padre: un papà che ama il Figlio. Tra di loro brilla un Amore che si espande su tutto il creato!  

Guardando Gesù che si offre a portare l'amore verso gli uomini fin sulla croce posso dire anch'io: ho visto Dio! Dio è amore.

Chi vuol vedere Dio non può più esimersi dal guardare l'unica vera immagine: Gesù è "l'icona del Dio invisibile". 9

Da Lui riceviamo la conoscenza del vero Dio, vita eterna per noi. Conoscerlo è vita, perché conoscerlo significa iniziare a rispondere al suo amore e iniziare a partecipare al suo amore per l'uomo peccatore.

 

Grazie, o Dio, che mi mostri il tuo Volto, Volto di Figlio e Volto di Padre,

Volto di Figlio, che si illumina della luce del Volto del Padre,

Volto di Padre, che fissa con predilezione il Volto del Figlio,

Fuoco, che scaturisce dall'incontro degli sguardi d'amore fiducioso e obbediente! 

 

NOTE 

1. Gv 1,18        2. Sal 80        3. Sal 27,8

4. Gv 15,8        5. Gv 14,9       6. Gv 17,3

7. Mt 4,3         8. Mt 5,3        9. Col 1,15 

 

2. MESSAGGI E MESSAGGERI. 

Prima di inviare il Figlio come Sua "immagine", Dio manda i suoi "angeli". "Angelo" significa messaggero. Essi sono immagine di Dio; ciascuno di loro porta solo un piccolo grande messaggio, dal quale capiamo d'essere amati, d'essere al centro delle attenzioni di Dio, d'essere preziosi ai suoi occhi. Attraverso i suoi angeli Dio ci rivolge la sua parola e accoglie la nostra risposta o le nostre richieste.

Angeli, messaggeri di Dio! Ora non sono necessari, perché c'è tra noi il Figlio, Parola viva, messaggio completo del Padre. Eppure Dio continua a lasciare a portata di mano molti suoi messaggeri visibili e invisibili.

Chiamo così tutte le sue creature, "opera delle sue dita"!

Tutto ciò che Dio ha creato mi può parlare di Lui; un fiore, una pietra, un ragno ...! Sì, anche il ragno che sta disegnando la sua rete deve dirmi qualcosa del mio Dio, mio creatore. Mi dirà solo qualcosa, perfezionato da ciò che aggiungerà la vetta innevata e il cielo azzurro e la voce dei bambini che mi circondano. "Dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità". 1

In me sono nascosti degli occhi che possono "vedere" Dio.

"Pose lo sguardo nei loro cuori"! 2

Mi parlano di Lui anche le creature umane. Egli ha scelto i suoi profeti tra gli uomini, sia quei profeti che hanno dato messaggi speciali al suo popolo, sia quelli che nessuno chiama profeti, ma che col loro essere, col loro agire e con le loro parole di sapienza e di scienza, mi trasmettono segni della sapienza, della consolazione e della volontà del Padre.

Suoi angeli sono pure le creature invisibili che parlano al cuore assicurando la mia vita sulle strade dell'amore o mi custodiscono dai pericoli del corpo e dai pericoli delle tentazioni maligne donandomi luce e forza. 3

Ma da quando Dio Padre ha mandato il Figlio Gesù sulla terra i miei occhi di carne possono essere coinvolti più direttamente nel contemplare il suo Volto. Leggo le parole scritte dagli Apostoli, parole uscite dalla bocca di Gesù. Odo le stesse parole risuonare ai miei orecchi. Non importa chi le pronuncia, non importa chi le scrive, non importa in che lingua son tradotte, con che inchiostro o su quale carta sono fissate. Esse sono mezzi che mi portano all'incontro col mio Dio, un incontro nel quale anzitutto son preceduto nell'amore. Essi sono "angeli" che mi presentano i tratti, i lineamenti del Volto paterno, dolce e fermo del mio Dio, del tuo Dio, del Dio unico.

  

NOTE 

1. Rom 1,20             2. Sir 17,7

3. I nomi degli Arcangeli sono molto espressivi: Michele: chi è come Dio?: ci difende dall'idolatria.

Gabriele: forza di Dio: ci comunica l'energia dell'amore divino.

Raffaele: medicina di Dio: ci guarisce dalle ferite dell'Avversario.

continua