SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

A.  

Gesù continua a rispondere ai suoi discepoli. Essi gli hanno chiesto che insegnasse loro a pregare. E il Signore, dopo averli introdotti alla contemplazione del Padre, li porta ora ad esprimere dei desideri!

I desideri, che coloro che pregheranno dovranno esprimere, non sono frutto di un ripiegamento su di sé, non sono attese egoistiche, ma sono nuovi, sono desideri sgorganti dall'amore di quel Padre che essi hanno contemplato.

Quel Padre, di cui hanno scoperto l'amore, ha un'identità, un progetto e una volontà ben precisi: i discepoli di Gesù desiderano che questi possano manifestarsi e compiersi.  

I desideri non sono domande qualsiasi: sono proposte nelle quali si è disposti a lasciarsi trascinare, coinvolgere; anzi, è proprio ciò che si vuole, essere coinvolti.

La bambina che desidera fare una torta chiede alla mamma di mettersi all'opera: ella sa che verrà coinvolta nel lavoro!

Il bambino che desidera un gioco, chiede al papà di costruirglielo, sapendo che verrà richiesto anche della propria collaborazione.

Il figlio che conosce i progetti del proprio padre desidera che essi si realizzino, e per questo si offre, si mette a disposizione per collaborare, per faticare insieme. 

Gesù suggerisce dei desideri a chi impara a pregare.

Suggerendo i desideri indica dei possibili campi di lavoro su cui orientare la propria fatica, le proprie scelte, la propria offerta di collaborazione, la vita.

La preghiera del cristiano diviene così un preciso orientamento della propria esistenza, diventa lasciarsi trascinare nello stesso movimento d'amore del Padre, diviene comunione sempre più completa con lui, col suo amore. 

Il primo desiderio riguarda il Nome del Padre.

"Sia santificato il tuo Nome"! 

Che cos'è il Nome?

Per noi il nome è semplicemente una parola, un suono delle labbra, spesso senza significato. Eppure il nome è sempre importante.

Col nome viene identificata una persona - grande o piccola, povera o ricca, intelligente o meno, non importa - col nome la persona viene contraddistinta, col nome viene manifestata la sua presenza oppure se ne richiama la memoria. Col nome una persona può venir chiamata oppure rifiutata. Il nome è la persona stessa che lo porta!

Ogni uomo ha un nome: quand'egli viene accolto nel mondo il primo atto d'amore che riceve è l'attribuzione di un nome! 

E Dio ha un nome?

Anch'egli deve poter essere identificato, contraddistinto come il Dio vivente, per non essere confuso con una delle molteplici immagini divine costruite dall'uomo o suggerite all'uomo dal nemico stesso di Dio.

Dio, il vero e unico Dio che ha dato vita agli uomini e li ha amati, deve poter essere riconosciuto, richiamato alla memoria, interpellato con un 'suo' "nome" che lo distingua dagli idoli vuoti e vani, che non hanno altra relazione con gli uomini se non l'inganno.

Non troviamo perciò strana la domanda che Mosè rivolge a quel 'Dio' che lo chiama e lo vuol rimandare in Egitto dagli Israeliti: "Ecco, io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?"(1)

Gli uomini vogliono sapere donde viene la voce che li chiama, che li interpella.

Voglio sapere chi è colui che mi dà un compito o che mi chiede obbedienza, perché non voglio essere imbrogliato. Non ci si può fidare di uno sconosciuto. Voglio sapere almeno se egli è uno che ha dimostrato di amarmi o se è uno che mi sfrutta.

Chiedendo il nome, gli israeliti vogliono sapere se quel 'dio' è uno sconosciuto oppure uno con cui già esiste un rapporto o un'esperienza su cui poggiare la propria fiducia.

Conoscere il nome di Dio è perciò un'esigenza più che legittima, anzi doverosa.

Gesù stesso durante l'ultima Cena, nella preghiera rivolta al Padre, riassume così la propria opera in mezzo ai discepoli: "Ho fatto conoscere loro il tuo nome!" 

Conoscere il "Nome" di Dio è necessario, il 'volerlo' conoscere però può nascondere una tentazione.

 

1) Es 3,13

 

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME 

B.

 

L'uomo che conosce il nome di Dio potrebbe abusarne, potrebbe voler evocare la potenza di Dio per motivi egoistici, per ambizione, o per farsi ubbidire dagli altri uomini. È antica la tentazione della magia: adoperare il nome di un "Dio" per interessi personali e per opprimere o sfruttare il prossimo; chi sa di possedere un nome di Dio corre altre grandi tentazioni, non ultima quella dell'orgoglio, di ritenersi migliore di altri che, nel loro repertorio di parole, non posseggono quel 'nome' speciale.

La risposta che il Dio vivente dà a Mosè, e tramite lui al popolo, vuole aiutarli ad evitare questa serie di tentazioni. Egli rivela un "nome" che li aiuti a riconoscerlo con un rapporto di fiducia totale, di abbandono pieno alla sua Sapienza, di amore e, quindi, di obbedienza. L'uomo non incontra Dio quando possiede una parola in più, ma quando sa mettersi davanti a Lui come un figlio, come un bambino.

Il "nome" consegnato a Mosè non è un suono particolare, una parola strana; quel "nome" è l'avvio di un rapporto di fiducia e d'amore.

"Io sono colui che è" sta a dire: "Non preoccuparti come chiamarmi, occupati invece di stare con me e di darmi fiducia. Io sono vivo, Io ci sono sempre, puoi fidarti. Io sono qui per te, ti amo, mi occupo di te, non sei solo, né orfano né abbandonato. "Io sono colui che sono": non è importante un nome sulle tue labbra, è importante la fiducia nel tuo cuore. Non ti do un nome da possedere, ti do la mia presenza sicura, stabile, fedele. Non aver più paura! "Io sono il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe": puoi trovarmi nella vita dei tuoi padri. Ho agito con fedeltà già alle radici della tua storia, sono già impegnato con te prima che tu nascessi, ho preparato io la tua esistenza con sapienza, con dimostrazione di provvidenza, con potenza d'amore, con umiltà. Ho guidato i passi ai tuoi antenati; la tua vita dipende già dal mio agire." 

Il nome dato a Mosè non è una parola da pronunciare, ma l'avvio di un rapporto con cui rispondere all'amore già impegnato da Dio. Se entriamo a fondo in questo nome di Dio ci accorgiamo che esso è già una grande preparazione a vivere da figli con lui, il Padre!

L'evangelista Giovanni racconta più volte che Gesù ha applicato a sè questa espressione: "Io sono"!

"Quando avrete innalzato il figlio dell'uomo allora saprete che Io sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre così io parlo."(1) Dio, il Dio dei Padri e di Mosè, il Dio fedele alle promesse, si fa identificare e si fa contraddistinguere tramite la persona di Gesù. Egli si manifesta nel Figlio innalzato, nel Figlio obbediente fino alla morte, nel Figlio che porta l'amore sulla croce, nella profondità stessa e nella tenebra della sua morte.

La fedeltà di Dio all'uomo, la Pienezza dell'Amore che ha creato l'uomo e lo continua ad assistere, si manifesta in Gesù. È Gesù l'"Io sono", l'amore con cui Dio ama il mondo.

È Gesù che mostra il vero volto di Dio, che lo mostra come colui che dà la vita, come Padre: "Chi vede me vede il Padre"! "Io e il Padre siamo uno"!

Nome di Dio, di quel Dio che è Padre per gli uomini, è la persona di Gesù: "Egli è immagine del Dio invisibile". (2) "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato." (3)

Possiamo vedere nella Persona di Gesù il Nome di Dio, perché è attraverso di Lui che il Dio dei Padri, il Padre che ama gli uomini e il mondo, si fa incontrare e amare. 

Agli uomini piace conoscere un nome di Dio come parola da usare per distinguersi e ritenersi veri adoratori, giudicando gli altri o ignoranti o menzogneri. Ma questa è una delle tentazioni di Satana che vuole impedire all'uomo di conoscere il Padre, e quindi di conoscere se stesso come figlio di Dio e fratello di tutti.

Un nome, per quanto bello o strano possa apparire, può essere pronunciato "invano", può cioè esser pronunciato come qualcosa di vuoto, come non contenesse la pienezza dell'amore, può esser pronunciato come si pronuncia il nome di un idolo. Un nome di Dio potrebbe esser pronunciato senza impegno di amore e senza manifestare amore; sarebbe come un'espressione che non rivela alcuna relazione tra lui e noi, come il nome di una persona qualunque con cui non abbiamo nulla a che fare, o peggio, di cui noi possediamo i segreti e la 'potenza'.

Un nome potrebbe essere applicato persino a un'immagine di un dio formulata dall'uomo, dalla sua fantasia o dalla sua intelligenza, dai suoi interessi più o meno velati di ambizione, di potere o di piacere. 

Ti ringraziamo, Padre, di non averci dato altro nome con cui chiamarti che la parola con cui i bambini chiamano il loro papà!

Ti ringraziamo che hai posto davanti al nostro sguardo il tuo figlio Gesù per conoscerti e per iniziare il nostro rapporto d'amore con te!

 

 

1) Gv 8,28    2) Col 1,15    3) Gv 1,18

 

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME 

C. 

Gesù manifesta il volto di un Dio che è Amore, lo contraddistingue come Padre, lo identifica tra infinite immagini di 'Dio' e lo richiama alla nostra memoria senza tentennamenti.

La persona di Gesù con tutta la sua vita ci apre i cieli per vedere e incontrare il Dio vivo, Colui che ci ama, il Padre. Gesù è il "Nome" di Dio! 

La persona di Gesù, che vive da figlio, ci richiama il Padre. E noi, amando il Figlio, diamo l'amore più gradito al Padre. Ascoltando il Figlio porgiamo attenzione al Padre, che lo ha mandato come sua Parola. 

Quando Gesù adempie il suo ruolo di figlio, in lui noi incontriamo il Padre con tutto il suo amore. Quando Gesù dice: "Padre, non la mia, ma la tua Volontà sia fatta" e si offre nell'atto d'amore culminante sul Calvario a Gerusalemme, allora egli è "Nome di Dio"! "Quando avrete innalzato il figlio dell'uomo saprete che "Io sono"", comprenderete veramente chi è Dio, lo conoscerete: è uno che ama, che vi ama, che non risparmia nulla per liberarvi dalle vostre schiavitù, è Padre.

Con l'espressione "Io sono" Gesù manifesta la propria divinità, ma nel senso che Egli è l'amore del Padre. Con questa espressione si offre a noi come "Nome" di Dio e manifesta in che cosa consista la divinità di Dio: è amore, dono gratuito di sè, amore che vuole salvezza e comunione con me!

"Io sono con voi fino alla fine del mondo", fino alla fine, fin dentro la morte, conseguenza ultima del peccato. Gesù è presenza divina, presenza dell'amore totale, l'amore del Padre che dà la vita. 

"Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre". 1) 

Poiché Gesù ha donato se stesso in un'obbedienza totale, Egli mostra l'intima natura di Dio, che è amore. Egli riceve il nome sublime, il Nome stesso di Dio. 

"Davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua" 2): queste parole del profeta Isaia sono riferite a Dio e S.Paolo le usa per Gesù: Egli è il Nome di Dio! 

Ora questo vero "Nome" di Dio è una Persona! È un nome che non è dato agli uomini da pronunciare, ma da amare. Non conosce il vero "Nome" di Dio chi non ama Gesù; lo conosce chi rimane unito a Lui!

Conosce e riconosce il Dio vero, - il Padre, Colui che ci ha dato la vita e ci attende, - solo chi s'avvicina a Gesù e si lascia amare da Lui! Questi fa esperienza della consolazione e della pienezza di vita e del ristoro che vengono da Dio. Questi conosce Dio veramente come Dio! Gesù è il nome divino che può esser "conosciuto" solo con l'amore, offrendosi a Lui, avvicinandosi e rimanendo con Lui. 

Potremmo dire che il Nome di Dio non è pronunciato rettamente se non col seguire Gesù!

Io conosco il Nome di Dio Padre quando seguo Gesù!

Io pronunzio il Nome del Dio vivente in modo che gli altri conoscano qualcosa della sua identità, del suo Amore, quando seguo Gesù! E tanto più chiaramente lo do a conoscere, quanto più liberamente e profondamente seguo Gesù salendo con lui sulla croce.

Posso dire d'aver conosciuto Dio avvicinando persone che soffrivano e sopportavano croci e inimicizie per amore di Gesù, stavano o stanno con lui sul Calvario. Da questa loro sequela viene a me l'eco sempre più chiaro del vero "nome" di Dio, una eco che contiene la misericordia e la fedeltà, la sapienza e la previdenza, l'intelletto e la mitezza, l'umiltà e la fortezza di quel Dio che è vivo, e non può perciò esser racchiuso semplicemente in due o tre sillabe dell'uno o dell'altro linguaggio degli uomini. 

La vita dei Santi, sempre presenti nella storia della Chiesa - Corpo di Cristo - è il risuonare continuo del vero Nome di Dio!

La memoria dei santi diviene memoria di Dio e aiuto per identificarlo con sempre maggior chiarezza: essi sono stati dentro l'amore di Gesù, trasformati dal suo esser Figlio, purificati dalla sua croce in tutti i loro sentimenti. Insieme con Lui essi, con la vita, fanno riecheggiare nel mondo, e soprattutto ai miei orecchi e al mio cuore, il Nome vero e santo dell'unico Dio vivo e vero, del mio e nostro Padre! 

Grazie, Padre, che mi fai conoscere il tuo Nome attraverso l'amore di Gesù e la sua vicinanza a me! Grazie, Gesù, che mi fai conoscere il Padre!

 

1) Fil 2,9-11     2) Is 45,23  

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

D.  

Ci siamo soffermati lungamente a "udire" il Nome di Dio. Cerchiamo ora di entrare nel significato del desiderio che Gesù vuol metterci nel cuore e nella Volontà: "SIA SANTIFICATO IL TUO NOME"! 

Sia santificato.

Questo termine non viene per nulla usato nel linguaggio corrente: deve perciò esser spiegato. So di non esserne capace, se non in maniera molto rudimentale: faccio quel che posso, il resto lo completerà lo Spirito Santo!

Santificare, fare santo, dovrebbe voler dire mettere nella condizione di non subire gli influssi della terra, portar fuori dalla stretta dipendenza di ciò che succede sulla terra. Sulla terra si muove l'egoismo e l'orgoglio dell'uomo, l'invidia di Satana, l'inganno dei vari interessi assurti a idoli, capaci di orientare le decisioni libere degli uomini.

Chi vien portato fuori da questa dipendenza vive sotto l'influsso di un'altra forza: l'amore del Padre. Viene santificato perciò chi assume, come unico movente dei propri sentimenti e delle proprie azioni, l'amore di Dio e lascia senza conseguenze le spinte interiori o esteriori provenienti da provocazioni di odio, di indifferenza, di invidia, di orgoglio, di piacere, di violenza ecc.

È santificato ciò che non esprime più necessità umane o materiali ed è fatto strumento dell'amore del Padre. Chi viene santificato diventa libero, veramente libero, perché agisce e vive solo portato dall'amore del Padre! Diventando santa, una persona viene purificata da qualunque desiderio terreno ed effimero, da qualunque scopo superficiale ed egoistico, per diventare espressione solo dell'Amore eterno del Padre.  

Padre nostro, sia santificato il tuo Nome! 

Padre, desidero ardentemente che Tu renda puro e libero da condizionamenti terreni Colui attraverso cui Tu ti manifesti e ti fai identificare e conoscere...

Di per sè il Nome di Dio non ha bisogno di esser santificato: "santo è il tuo nome"!

Gesù - Nome di Dio - è "il Santo di Dio", non ha bisogno di santificazione: già prima della nascita è stato dichiarato tale, e persino i demoni gli gridavano quest'appellativo. (1)

Gesù, "nome di Dio", è santo, e proprio per questo è Nome del Dio tre volte santo!

Le tentazioni che Gesù vince nel suo deserto fanno capire con chiarezza che Egli vuol dipendere solo dal Padre: egli, il Figlio, vuol rimanere figlio, vuol rimanere in dipendenza e in ascolto della Parola di Dio: non si lascia condizionare né dalla propria fame, né dalle attese che gli uomini avevano di vederlo Messia, né dal bisogno dei popoli di essere governati rettamente. Egli si lascia muovere solo dall'amore del Padre, quando egli vorrà. Gesù è il santo!

Il nostro modo di conoscere e avvicinare Gesù, invece, dev'essere purificato, liberato da interessi terreni, dalle nostre concupiscenze. Il nostro modo di amare Gesù, il Santo, dev'essere santificato.

Quante volte noi, proprio noi cristiani, guardiamo a Gesù come se Egli fosse colui che accontenta i nostri desideri o realizza i nostri sogni egoistici! Lo vediamo talora solo come Colui che può guarire le nostre malattie, che può toglierci dai problemi causati anche dai nostri peccati, lo vediamo solo come colui che deve realizzare i sogni di promozione, di ricerca di lavoro o di comodità varie... Vediamo Gesù come terapeuta o come mago che ci toglie il peso delle responsabilità e ci rende facile la vita. 

Padre, sia santificato il tuo Nome! 

Padre, fa che noi non guardiamo a Gesù come pagani che interpellano un idolo, come a chi debba realizzare le nostre volontà impure! Concedici di conoscere Gesù, tuo Nome Santo, come colui che ti ubbidisce e che può realizzare la tua Volontà in noi!

Concedici di accogliere e amare Gesù per imparare da Lui la tua Volontà e ricevere da Lui lo Spirito Santo per realizzare i tuoi disegni di Padre!

Libera da ogni impurità e da ogni scoria egoistica e superficiale la nostra conoscenza di Gesù, cosicché Egli possa farci vedere in tutta nitidezza e splendore il tuo Volto! Padre!

 

1) Mc 1,24 

 

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME 

E.  

Nel mondo ora siamo presenti noi che diciamo: "Padre nostro!". Ora nel mondo, privo della conoscenza di Dio, affondato nella tenebra, ci siamo noi. Attorno a noi si diffondono modi di pensare e di vivere che ignorano completamente il Padre. Spesso gli uomini fanno riferimento a Dio, ma non al Padre. Se sei attento scopri che il Dio, di cui parlano gli uomini, è spesso una loro immaginazione, un 'dio' che essi possono definire persino ingiusto o cattivo! Essi sono migliori di lui. Come può ancora risuonare nel mondo il tuo nome, Padre? Che cosa si può fare perché tu sia riconosciuto come il papà, come colui che ama, che dà la vita agli uomini e ne rispetta la libertà, come colui che usa pazienza e misericordia?

Nel mondo ci siamo noi, che siamo tuoi, acquistati dal tuo Figlio, che ha lasciato a noi il suo Nome e il suo Spirito! Di noi l'apostolo Paolo ha scritto: "Voi avete in lui parte alla sua pienezza" 1), e la 'sua pienezza' è "la pienezza della divinità"! 2)

Noi, quindi, membra del Corpo di Cristo, partecipiamo alla divinità, cioè all'amore, del nostro Signore.

Siamo noi ora investiti del compito di essere l'eco del Nome di Dio. Siamo noi che possiamo, con la nostra vita, essere d'aiuto ad identificare e contraddistinguere il Dio vivo e vero, il Dio che ama e salva.

Anche noi, con Geremia profeta, possiamo dire: "Siamo chiamati col tuo Nome!" 3) 

E perciò ancora continuiamo la preghiera: per amore del tuo nome salvaci! per amore del tuo nome liberaci, per amore del tuo nome purificaci, per amore del tuo nome togli da noi le incrostazioni dell'egoismo! Per amore del tuo nome - poiché è la nostra vita che lo fa conoscere al mondo di oggi - santificaci! 

Padre nostro, sia santificato il tuo nome!

Noi dobbiamo essere santificati da te, altrimenti siamo un nome storpiato, un nome incompleto, un nome che suona persino male agli orecchi dell'uomo. Noi dobbiamo essere liberati dalla concupiscenza e dall'ambizione, dalle vanità, dagli egoismi, dai peccati d'ogni genere, dall'avarizia e dalla gelosia, altrimenti Dio non può esser conosciuto come il Padre che ama sempre e tutti, e che nasconde il suo amore e la sua pazienza dentro ogni cosa e dentro ogni evento. 

Gli uomini, abituati alle idee strane su Dio e convinti della verità delle sue immagini false, devono trovare nel mondo da loro conosciuto qualche novità attraente, che faccia loro vedere qualcosa del Padre. Questo è il compito dei discepoli di Gesù. Da Lui essi imparano a porgere l'altra guancia e a dare il mantello a chi li priva della tunica: essi imparano a non misurare la generosità sulle richieste dell'uomo, ma su quelle superiori del Padre, e imparano a reagire a ciò che avviene sulla terra con l'amore che essi attingono nei cieli. Da Gesù essi ricevono la forza quotidiana per essere 'diversi' da come ci si aspetterebbe.

Gli uomini abituati a lamentarsi sempre di tutto e di tutti, del caldo e del freddo, di chi serve e di chi comanda, devono incontrare chi non si lamenta di nulla per poter conoscere il Padre che si serve di tutto e di tutti per amare!

Il nome di Dio siamo noi, noi che viviamo all'ombra della croce di Gesù e alla luce della Risurrezione. Conoscendo la nostra debolezza, il nostro peccato e l'intermittenza del nostro amore dobbiamo dire sempre: santifica il tuo nome, Padre! Santifica noi poiché la nostra vita serve a rivelare la tua identità. Rendici puri, togli da noi i sentimenti di tristezza e anche quelli della gioia che dipende solo dalle cose terrene. Rendi il nostro sguardo limpido, perché possiamo godere solo di te e rattristarci di ciò di cui il tuo Spirito si rattrista!

Il profeta Ezechiele parlava anche e soprattutto di noi cristiani quando diceva:

"Santificherò il mio nome grande

disonorato fra le genti,

profanato da voi in mezzo a loro.

Allora le genti sapranno che io sono il Signore,

quando mostrerò la mia santità in voi

davanti ai loro occhi."

"...Io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo... Non per riguardo a voi, io agisco, dice il Signore Dio - sappiatelo bene!"

"Le genti sapranno che io sono il Signore che santifico Israele quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre!" 

Il "santuario", che sta per sempre, è l'edificio spirituale costruito con le pietre vive che sono i credenti che si poggiano su Gesù, pietra angolare! Luogo d'incontro con Dio Padre è la Chiesa che egli offre al mondo come luogo pieno del suo amore. 

Rendici santi, perché tu sei santo!

Santificaci, e il tuo nome risplenderà glorioso e sarà conosciuto e amato!

 

1) Col 2,10    2) Col 2,9    3) Ger 14,9    4) Ez 36, 23s.28

 

 

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

F.  

Gesù ha fatto risplendere il Nome del Padre quando è stato innalzato sulla croce: in quel momento gli uomini d'allora e quelli di oggi vedono l'amore più disinteressato, l'amore puro e misericordioso, l'amore divino. Colui che manifesta il Padre dev'essere innalzato.

"Viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato". 1) Per far conoscere l'amore donato al Padre e l'amore con cui il Padre ama, Gesù deve e vuole accogliere l'opera del principe del mondo, l'umiliazione, le sofferenze, la morte.

Egli disse ancora: "E che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo Nome." 2)

Gesù si offre alla sua "ora", all'ora della sua morte, per glorificare il Nome del Padre. È nel momento della morte, vissuta come offerta di se stesso, che Gesù - figlio - mostra al mondo che il Padre suo è amore.

"Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me" 3): non con la gloria umana, ma con la gloria dell'amore che si offre, Gesù attrae gli uomini e li convince che Dio è amore!

"E io ho fatto conoscere loro il tuo Nome, e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro." 4)

Quando l'uomo, discepolo di Gesù, conosce il Nome del Padre, non possiede un vocabolo in più, ma vive un amore più grande, l'amore pieno, l'amore con cui Dio ama il Figlio! Conoscere il Nome di Dio consiste nel condividerne l'amore, quell'amore che "consegna" il Figlio, e che gli dà tutta l'attenzione e tutta la fiducia.

Quando io conosco Dio e il suo Nome - cioè la sua vera identità - amo Gesù con amore totale, vivo per lui ed egli vive in me.

Se Gesù ci manifesta il Nome di Dio con la sua morte, anche noi, membra del Corpo di Cristo, manifesteremo il nome del Padre con la nostra "morte", col nostro esser uniti alle sue sofferenze e alla sua croce. Per questo anche noi con lui siamo "luce del mondo", 5) partecipiamo ad illuminare la presenza del Dio vero sulla terra!

A noi perciò il Signore non vuole risparmiare le persecuzioni. Ha detto ai suoi: "Se hanno odiato me odieranno anche voi" e "il mondo vi odia" 6); Gesù, pregando il Padre, non ha chiesto per i suoi "che li tolga dal mondo". 7)

Egli sa bene che le sofferenze e la croce sono doppiamente necessarie: da una parte esse purificano la fede e l'amore, lo vagliano e lo fortificano; d'altra parte innalzano: mettono in evidenza agli occhi di tutti - anche dei più distratti e degli scettici - la gloria dell'amore divino presente nell'uomo. Per questo S.Paolo poté scrivere: "Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati." 8)

La Chiesa è sempre sulla croce. I cristiani che amano il Signore più di se stessi non sono mai senza croci, né si meravigliano d'essere perseguitati. 9) La Chiesa in ogni tempo e in ogni luogo sperimenta la croce. Talora sono i vescovi o i sacerdoti, talvolta sono i religiosi, talvolta sono i cristiani di qualche categoria sociale che soffrono ostilità o emarginazione, ma sempre è la Chiesa che dà la vita perché il nome del Padre sia glorificato e conosciuto! E dove la Chiesa rifiuta la croce e accetta compromessi col mondo, là Dio non viene conosciuto come Padre, ed è l'umanità a soffrire la mancanza di luce e sicurezza, la mancanza di vita. 

Padre nostro, sia santificato il tuo nome!

Non rifiuto croci e sofferenze purché il tuo Nome risplenda! Anzi, santifica e purifica la mia vita e la vita di quella parte di Chiesa in cui vivo, perché il tuo amore sia conosciuto in tutto il suo splendore! 

Non sono io che santifico il Nome del Padre! È Lui stesso che purifica la mia vita e quella della Chiesa da ogni egocentrismo e da ogni vanità e avarizia, perché chi ci vede e chi ci incontra possa vedere e sperimentare l'incontro con l'amore del Padre; chi ci vede capaci d'amare dentro la persecuzione e dentro la sofferenza e la morte, incontri quel Dio che dà la vita anche a chi è afflitto e disperato dalla paura del vuoto e della morte.

Il Padre ci santifica donandoci lo Spirito di Gesù, perché la nostra vita sia lo splendore del suo essere amore! 

Sia santificato il tuo nome, Padre!

Gesù sia conosciuto come tuo inviato che ci manifesta i tuoi voleri, e non solo come un guaritore o un amico che riempie le nostre solitudini!

Gesù sia amato come Colui che ci può dare il tuo Spirito Santo che ci trasforma in amore! 

Purifica, Padre, il nostro cuore e la nostra Chiesa, perché accogliamo il tuo Spirito per poter manifestare al mondo, con la nostra affabilità, che tu sei amore, che sei Padre cui affidarci e cui obbedire.

Tutti riconosceranno che i loro idoli, - denaro, ambizione, successo, grandezze, piaceri - sono inganno: li abbandoneranno per lasciarsi amare da Te e unirsi al tuo figlio nel suo Corpo, la Chiesa, edificio da Te costruito per far conoscere ancora a tutti, nei secoli, il Tuo Nome!

 

1) Gv 14,30    2) Gv 12,27.28    3) Gv 12,32    4) Gv 17,26    5) Mt 5,14

6) Gv 15,18    7) Gv 17,15    8) 2Tim 3,12    9) 1Pt 4,12

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