RESTATE IN CITTÀ

  «finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».

(Lc 24,49)

Introduzione

Papa Giovanni Paolo II con una Lettera Apostolica ha invitato i cristiani a prepararsi interiormente al Duemila, rinnovandosi e rimettendosi in piena comunione con i disegni di Dio.
Egli ci ha proposto di prepararci impegnandoci:

1.       a conoscere Gesù, Colui che duemila anni fa è nato, a riconoscere la sua importanza per il mondo e per ogni singolo uomo;

2.      a conoscere lo Spirito Santo donato da Gesù, Spirito che trasforma l’uomo dal di dentro, e a disporci ad accoglierlo in noi;

3.      a conoscere - e amare naturalmente - il Padre, verso il quale Gesù ci orienta donandoci lo Spirito Santo che ci rende simili a lui, figli nel Figlio!

 

Nel desiderio di aiutare i fedeli della mia parrocchia a seguire il secondo passo, la conoscenza dello Spirito Santo, per alcuni mesi ho preparato ogni domenica dei foglietti con brevi catechesi al riguardo. Ne sono nate le riflessioni che qui ti presento. Esse possono diventare un piccolo aiuto per quei giorni in cui non hai tempo di letture più impegnative: leggi un brano, rifletti, prega, soprattutto ringraziando lo Spirito di Dio, che è già presente nella tua vita!

Non basterà conoscere lo Spirito Santo, ma conoscendolo ci sarà più facile lasciarlo agire, discernere tra i nostri pensieri e le nostre sensazioni quali siano sue ispirazioni e quali invece suggestioni dello spirito maligno. Noi vogliamo seguire infatti soltanto le sollecitazioni che provengono dall’Alto!  

Sappiamo poi - e sono gli Apostoli a dircelo - che proprio lo Spirito Santo ci permette di incontrare Gesù come vero Signore della nostra vita, e non solo come uomo eccezionale. E ancora è Lui che ci fa stare davanti a Dio con la confidenza di un bambino verso il suo papà. “Egli grida nei nostri cuori: Abbà, papà!”.

Con questa certezza nel cuore continuiamo con fiducia il nostro cammino nel mondo, nel quale porteremo, attraverso lo Spirito di Dio presente in noi, il sapore dell’umiltà e della verità, della gioia e della sapienza del Padre!

don Vigilio Covi

 

1. Hai ricevuto lo Spirito Santo? 

Quando S.Paolo nel suo terzo viaggio missionario giunge nella grande e ricca città di Efeso cerca anzitutto di incontrare chi già abbia conosciuto Gesù. Trova, infatti, una dozzina di uomini che ne sanno qualcosa. L’apostolo si permette di far loro una domanda: “Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?”

Molti anni fa una persona ha fatto a me la stessa domanda: hai ricevuto lo Spirito Santo?

Io non sapevo cosa rispondere. Sapevo di essere stato cresimato, sapevo che con la Cresima il Signore dona lo Spirito Santo; ma se io l’avevo ricevuto davvero, non sapevo proprio da che parte cominciare a pensarlo. Credevo addirittura che si potesse solo supporre, ma che non si potesse verificare se l’avevo ricevuto o no, se era ancora in me, se occupava ancora o no la mia anima.

Quella domanda mi è rimasta dentro come una spina. A quel Tizio che me l’ha posta non ho saputo rispondere; devo rispondere però almeno a me stesso, perché ora quella domanda continua a tornarmi alla mente.

Ho ricevuto io lo Spirito Santo? Quel Tizio mi aveva anche detto: “Quando sei in macchina t’accorgi se essa si muove o se sta ferma, così devi accorgerti se in te c’è il «Vento» di Dio!”

 

2. Accorgersi

I dodici uomini di Efeso se la cavano in fretta rispondendo alla domanda di Paolo: “Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo!”.

Del Vangelo hanno saputo solo una parte. Paolo allora dubita che essi non siano nemmeno cristiani; scopre infatti che erano stati battezzati soltanto nel battesimo predicato da Giovanni Battista: solo purificazione dai peccati. Il Battesimo cristiano è invece unione vitale con Gesù, accolto come Signore della propria vita, è immersione nel mistero della sua morte e risurrezione, per divenire figli di Dio Padre e membri della Chiesa. Quegli uomini, dopo l’annuncio più chiaro sul Signore Gesù ascoltato dalla bocca di Paolo, si fanno battezzare, e l’apostolo impone loro le mani: gesto che indica l’invocazione e la comunicazione dello Spirito Santo. Difatti lo ricevono, e se n’accorgono subito.

Come? “Parlavano in lingue e profetavano”.

Due segni per loro inconfondibili, segni che escono dalla bocca! Parlare in lingue e profetare: due termini che indicano atteggiamenti interiori, ma che non vengono tenuti nascosti: non aver più paura di far brutta figura a riconoscersi raggiunti da Dio e dichiararsi suoi, a parlare di Gesù come di un amico, e più che amico, vivo e presente.

Da giovane io ero timido, avevo paura di tutti, non avevo mai nulla da dire, ero sempre silenzioso. Un giorno ho cominciato però ad amare Gesù senza vergogna. Qualche tempo dopo un anziano mi disse: “Ma come ti trovo cambiato! Parli senza difficoltà”. Era vero; avevo trovato l’occasione di parlare di Gesù, e lo facevo senza alcuna paura.

Avevo ricevuto Spirito Santo! La sua presenza in me, iniziata con il S.Battesimo e riconfermata con la S.Cresima, cominciava a manifestarsi.

 

3. Potenza e forza d’amore 

Se ascolto anch’io le parole che l’arcangelo Gabriele ha rivolto a Maria, sento che, in risposta alla domanda trasecolata e timorosa della Vergine, dice: “Lo Spirito Santo scenderà su di te”.

Maria aveva chiesto: “Com’è possibile?”. Come a dire: che cosa devo fare? Che iniziative devo intraprendere per realizzare quelle promesse di Dio che tu mi prospetti?

E l’angelo risponde: tu non far nulla, non preoccuparti. Tu dì solo il tuo sì a Dio, e poi lo Spirito Santo farà tutto lui. Lui farà di più di quel che potresti fare tu. Se tu facessi qualcosa, nascerebbe solo un uomo, se lasci fare allo Spirito Santo nascerà il figlio dell’Altissimo, il Santo di Dio!

Lo Spirito Santo non è un qualcosa di aereo, di impalpabile come un’idea. Egli è davvero potenza e forza d’amore, di quell’amore che dona e genera vita.

Gesù c’è nel mondo perché lo Spirito Santo ha potuto agire nell’anima e nel corpo di una giovane donna silenziosa e timorosa.

Ma chi è questo Spirito Santo, così potente, cosi reale, così concreto? Chi è?

 

4. Chi è, o cosa fa?

 Chi è lo Spirito Santo?

Chi può rispondere a quest’interrogativo? Possiamo interrogare Dio stesso, cioè la sua Parola, offertaci dai vari libri della Bibbia.

Interroghiamo i Santi e, con loro, la Chiesa che, come Corpo di Cristo, è nata dall’azione dello Spirito Santo stesso.

Interrogando la Bibbia troveremo parole di Gesù e dei suoi apostoli, come pure parole di profeti e di altre persone ispirate da Dio.

Interrogando i Santi e la loro Chiesa troveremo risposte che spiegano quelle della Scrittura: le Scritture non danno una risposta diretta alla nostra domanda. Esse non ci dicono una definizione dello Spirito Santo, ma ci dicono più volentieri cosa fa, come agisce in noi, come lo si riconosce presente nella vita personale e nella vita della Chiesa.

Parlare dello Spirito Santo è come parlare della fiamma di una candela. Chi ti vorrebbe dire cos’è la fiamma, svia il discorso, e ti dice invece cosa essa fa, come illumina e come riscalda. Ciò che importa infatti non è sapere com’è fatta la fiamma, ma lasciarsi illuminare e riscaldare da essa!

Per rispondere alla nostra domanda quindi diremo poco. Ci sarà più facile dire che cosa fa e come agisce lo Spirito Santo. Proveremo tuttavia a comprendere almeno il significato dei termini usati, spirito e santo.

 

5. Spirito

 Che cosa significa la parola ‘spirito’? Andiamo a cercarla nel Nuovo Testamento.

Quando gli evangelisti e gli apostoli hanno scritto in greco i Vangeli e le lettere, che termine hanno usato? Essi hanno scritto ‘pneuma’, traducendo così l’espressione che usava anche Gesù quando pregava i Salmi: “Rinnova in me uno spirito saldo” e “il tuo Spirito buono mi guidi in terra piana”. Gesù diceva in ebraico ‘ruah’.

Sia il termine ebraico che quello greco venivano adoperati per dire respiro, soffio, e anche vento leggero e tonificante come la brezza.

Lo spirito d’un uomo è il soffio interiore dell’uomo, ciò che muove i suoi pensieri, la sua volontà, i suoi ricordi, ciò che muove i suoi occhi e dà il tono alle sue parole: tono dolce o arrabbiato, tono orgoglioso o umile, tono di bontà o di pretesa, di critica e giudizio o di misericordia.

Lo spirito dell’uomo è quel soffio impercettibile che, quando incontri qualcuno, ti dà l’idea di essere da lui amato e accolto oppure rifiutato e odiato. È quel «non so che» che muove l’anima e il corpo a creare un clima, un’atmosfera di accoglienza, o quella irrespirabile di rifiuto.

La parola “santo” vuol rendere l’idea di qualcosa o qualcuno che sta sopra le realtà terrestri, al di fuori della nostra portata. Santo significa che non dipende da ciò che avviene sulla terra, ma ha la sua origine al di fuori, nel cuore di Dio. Ad esempio, io non sono santo se reagisco ad un’offesa arrabbiandomi o impermalosendomi, ma se reagisco invece benedicendo e amando. Se restituisco le offese significa che dipendo da ciò che avviene sulla terra! Se continuo ad amare dipendo dal Padre, che vuol bene ai buoni e ai cattivi!

 

6. Soffio interiore

 Potremmo descrivere lo Spirito di Dio come quel soffio interiore che muove il cuore di Dio. Usiamo espressioni umane. Spero di non fare confusione e di non banalizzare la grandezza e la bellezza del mistero!

Lo Spirito di Dio è il respiro del Padre. Egli è amore! Il Padre ama sempre poiché “Dio è amore”. Il suo amore è vita quando è rivolto ad un morto o ad uno che ancora non conosce il respiro, è accoglienza, protezione, misericordia quando è rivolto al peccatore.

Lo Spirito di Dio è il Soffio che muove il Padre ad amare per primo! E quest’amore assoluto, facendogli donare vita alla maniera divina, gli fa esprimere, - meglio «generare» -, il Dono d’amore che noi chiamiamo Figlio: anch’egli Dio «Amore», avvolto e sospinto dallo stesso Soffio.

Lo Spirito di Dio è quindi l’amore del Padre che dà vita al Figlio e lo ama, è l’amore del Figlio che offre se stesso e con amore risponde al Padre obbedendogli, compiendo i suoi desideri.

Spirito di Dio è amore paterno e amore filiale, e poi ancora è amore che unisce il Padre e il Figlio in un unico amore per noi, per gli uomini!

Che cos’è l’amore? Impossibile dirlo. O meglio, lo diciamo narrandone l’agire!

 

7. Pregarlo! 

Mia mamma non si poneva il problema di sapere chi è lo Spirito di Dio, e nemmeno di definirlo, invece semplicemente lo pregava.

Gli diceva: Vieni!

Gli diceva: entra nel cuore dei miei figli e dì loro quel che io non posso dire.

Gli diceva: porta via, Tu che sei il Vento di Dio, le arie di confusione e di incredulità che avvolgono il mondo!

Mia mamma, facendo così, sapeva chi è lo Spirito Santo: Persona divina cui si può parlare, che può ascoltare, che può intervenire nell’intimo dei cuori degli uomini.

Sapeva che lo Spirito di Dio è la potenza di Dio, potenza d’amore, che può arrivare là dove l’uomo con tutte le sue capacità non potrebbe giungere.

Ella sapeva che anche allo Spirito di Dio si può dar gloria come al Padre e al Figlio, cioè gli si può dare spazio e peso nella nostra vita affinché vi possa regnare e in essa si possa esprimere trasformando i sentimenti che gironzolano nel nostro intimo, sostituendo quelli poco rassicuranti e per nulla piacevoli con quelli che possono essere definiti amore, pace e comunione.

 

8. Paraclito 

Un canto del nostro repertorio ci fa pronunciare una parola strana: Paraclito! Spirito Paraclito.

Che cosa pensi tu quando t’imbatti in questa parola?

È anch’essa un termine della lingua greca. Nessuno si è azzardato a tradurlo in italiano. Per tradurlo ci vorrebbero un’infinità di parole. Meglio imparare il greco!

Paraclito è colui che è chiamato a starmi vicino, ad assistermi.

Se sono triste, egli mi consola, se sono accusato mi difende, se sono depresso mi tira su, se sono smemorato mi ricorda, se sono senza parole me le suggerisce, se sono pigro mi esorta, se sono tentato mi risveglia l’amore del Padre, se sono confuso mi schiarisce le idee, se ho pensieri impuri mi lava il cervello, se sono distratto e sbadato mi rende attento, se sono impigliato dalle cose materiali che passano mi ricorda la vita eterna, se mi dimentico di Dio mi dà uno scossone, se sono malato mi fa pronunciare il mio “eccomi, mi offro a te, Padre”, se sono vicino a chi soffre mi dà un cuore compassionevole e generoso.

Dovrei continuare ancora.

Fallo tu! Io ho capito «quasi abbastanza» che lo Spirito di Dio è necessario, indispensabile, continuamente.

Come mia mamma anch’io perciò gli dico: vieni!

continuazione:    da 9 a 20     -       da 21 alla fine