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Risurrezione 

 

8. CHI CERCHI? Gv 20, 1-18

 

            1 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

2 Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l' hanno posto!”.

3 Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.

4 Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.

5 Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.

6 Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,

7 e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.

8 Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

9 Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

10 I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

 

            11 Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro

12 e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.

13 Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”.

14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.

15 Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l' hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”.

16 Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbonì!”, che significa: Maestro!

17 Gesù le disse: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”.

18 Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: “Ho visto il Signore” e anche ciò che le aveva detto.

 

8.  

Signore Gesù, la meta ove corrono coloro che ti amano non è il luogo dove tu sei presente. Essi ti pensano là dove gli uomini ti hanno posto, ma tu manifesti sempre le opere di Dio, non quelle degli uomini. Maria Maddalena e Pietro e Giovanni non vedono il risultato dell’opera umana. Essi constatano quanto Dio ha operato, e rimangono muti. Vedono senza comprendere; avevano sì ascoltato la Scrittura di Dio, ma senza collegarla alla vita del Figlio di Dio. Gesù, tu mostri pazienza di fronte a questa ignoranza; lasci che essa si esprima, che provochi corse e fatiche e apprensioni. Così l’uomo, che si ritiene sempre grande e operatore di tutto, potrà accorgersi che c’è anche il Padre, Colui cui tu ti sei affidato del tutto, pienamente. Il discepolo che s’è accorto del tuo amore personale per lui, anch’egli corre, ancor più in fretta dell’altro. Egli ti ama, ma anche lui ha bisogno di accorgersi del Padre.

Il discepolo che ti ama sa trattenersi, sa pensare agli altri, sa cedere il passo. Questo io pure voglio imparare, perché l’amore per te non divenga pretesto per farmi primo, ma solo per servire l’amore e la fede degli altri.

I discepoli che iniziano a credere incominciano a fidarsi di Dio Padre, volgono le spalle al luogo testimone della morte, pronti a lasciarsi sorprendere da te, che sei solo là dove il Padre ti vuole.

 

Il pianto insistente di Maria, pur espressione di un amore incompleto, attira il tuo sguardo. Tu la vuoi aiutare anzitutto tramite i tuoi angeli, che testimoniano vittoria e gioia! Ella non comprende, finché tu stesso, dopo averla richiamata alla serenità e alla fiducia, non la rendi cosciente di essere amata personalmente. Così ti sei fatto conoscere da chi ti cercava, ma ti sei fatto vedere alle sue spalle; e anche Maria ha trovato il suo amato: in te, però, ha trovato un amato esigente. Tu non ti lasci amare solo per dare soddisfazione ai sentimenti di amore, che spesso anche in me sono solo desideri di possesso! Per amare te è necessario continuamente lasciare, lasciare se stessi, lasciare anche la gioia che tu, con la tua presenza, puoi dare.

Tu mandi Maria: in questo modo la ami, perché la rendi strumento del tuo amore e del tuo compito; in questo modo, ancora, ella ti ama, perché ti ubbidisce, fa quello che tu vuoi. La mandi da coloro che sono diventati tuoi fratelli, perché sono rimasti uniti a te durante la tua morte, nonostante la loro paura e la loro fuga. Sono tuoi fratelli, perché il Padre te li ha dati; li ha dati a te crocifisso, li vuoi con te da risorto. Essi devono sapere il vero luogo della tua Presenza nei secoli: tu sarai presso il Padre tuo, che anch’essi sperimenteranno come Padre loro! Egli non ha amato solo te, ama anche loro. Egli non ha accolto solo il tuo Spirito, accoglie anche il loro.

 

Maria si fa testimone di quel che ha visto e udito, e così ti ama, così non solo gode la tua Presenza, ma diventa ella stessa un unico dono di Dio con te!

Signore Gesù Cristo, gloria a te! Alleluia!

9. PACE A VOI! Gv 20, 19-31

 

            19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.

20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

 

 

21 Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi”.

22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo;

23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.

 

            24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.

25 Gli dissero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”.

 

            26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.

27 Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”.

28 Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”.

29 Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”.

 

            30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.

31 Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

9.

 

Signore Gesù, i tuoi si sono riuniti ancora, ma tra loro regna la paura. Non possono accogliere nessuno, perché gli uomini, col loro potere, li dominano e li opprimono. Tu li trovi così, Gesù, bloccati e fermi. Nel tuo amore ti poni in mezzo a loro. La tua presenza è nuova. È nuova anche per te: ora puoi mostrare i segni dell’amore che hai vissuto, un amore totale, completo, tale da offrire la vita come un agnello in mezzo ai lupi. La tua presenza è nuova per i discepoli, che ti accolgono nella loro paura: questa lascia il posto alla pienezza della vita, alla gioia! La gioia è il segno che tu sei accolto, tu che doni vita eterna, libera dai condizionamenti della morte!

La parola di saluto che tu usi è parola di comunione, di comunione col Padre. L’amore che i tuoi ti dimostrano riunendosi ancora, è per te segno che essi possono essere riconciliati, e possono condividere con te i compiti nel Regno del Padre. Oltre la gioia, la corresponsabilità. Come tu sei stato mandato, così tu mandi. Tu fai ciò che fa il Padre, e anche noi facciamo come te: viviamo in obbedienza sapendo di esser mandati ad amare fino alla fine. Ciò non ci sarebbe possibile se tu non ci donassi anche il tuo Santo Spirito. Lo voglio accogliere, Gesù, questo tuo dono che mi assimila a te nel volere e nell’operare! E ti ringrazio d’averlo alitato sui tuoi, così anch’io posso godere la remissione dei miei peccati e partecipare alla redenzione del mondo.

 

Tu, Gesù, hai avuto misericordia del discepolo incredulo, di Tommaso. Egli si fida più dei propri sensi che del proprio Dio. Egli vuol vedere e toccare. Ma il vedere e il toccare non sono sufficienti per giungere alla fede: questa non è conseguenza di un nostro agire e sperimentare, essa è solo dono della tua Grazia. E Tu puoi dare la fede anche a chi non vede e a chi non tocca. Voglio credere, voglio fidarmi di te, Gesù, voglio abbandonarmi alla tua Parola! Con Tommaso anch’io voglio dire, con la mente e col cuore: “Mio Signore e mio Dio”! A te voglio obbedire, perché tu mi ami: a te mi voglio affidare perché sei uno col Padre"!

Mio Signore e mio Dio! Da te viene la gioia e la forza, da te la pace e la vita.

 

Tu, Gesù, con la tua presenza mi dai di vivere già ora il giorno ultimo e pieno. Pur immerso ancora nella fatica di questa creazione soggetta alla corruzione e schiava del peccato, pur dentro l’accavallarsi dei giorni con le loro paure e i loro segni di morte, Tu mi introduci già - ripetutamente -, attraverso la tua nuova Presenza, nell’ottavo giorno, il Giorno definitivo della Gloria, della Pace, dell’amore pieno: il giorno della comunione di tutti i santi con te. E Tu continui a donare anche a me i segni della tua Presenza, segni semplici, segni grandi. Segni che danno gioia e segni che richiedono il dono della mia vita, continuamente! Gesù, apri le mie porte e fa' di me stesso un segno per la vita del mondo!

Signore Gesù, gloria a te! Alleluia!

10. É IL SIGNORE! Gv 21, 1-14

 

            1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così:

2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.

3 Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.

 

            4 Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.

5 Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”.

6 Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.

7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “E' il Signore!”. Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.

8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.

 

            9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.

10 Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora”.

11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.

 

12 Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?” poiché sapevano bene che era il Signore.

 

            13 Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.

14 Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

10.

 

Signore Gesù, tu vuoi ancora formare i tuoi discepoli, e incontrarli come li incontrerai sempre nel corso dei secoli! Essi sono insieme, e non pensano alla tua presenza in mezzo a loro. Non ti interrogano. Agiscono di propria iniziativa. Persino Pietro decide, ritenendo forse di averne il compito, e gli altri lo seguono, come pensano di dover fare. Sono sul lago, lavorano, faticano, accumulano delusione. È notte, e non concludono nulla. Nulla.

Non hanno chiesto a te; non ti hanno interpellato. Tu li ami, Gesù, e perciò vai loro incontro nel giorno nuovo. Non li rimproveri, li aiuti invece. Dai loro un ordine preciso e una promessa. Una parola chiara risveglia speranza, una parola che può permettere l’obbedienza di tutti a te solo. Ed essi obbediscono.

Essi non sanno di obbedire a te, ma hanno messo nel cuore spirito di obbedienza: e questo li fa assomigliare a te, che sei Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, sei l’obbediente. Spirito di obbedienza e fede sono tutt’uno; ed ecco il segno, il segno che tu sei presente: la rete è piena di pesci! Abbondanza di cibo, gioia di successo, intervento dell’amore misericordioso e onnipotente di Dio; Gesù, quando ci sei tu, c’è tutto! Il discepolo che riconosce il tuo amore, riconosce te! Sei tu presente, sei tu all’opera, sei tu Colui cui essi hanno obbedito!

 

Pietro accoglie la parola dell’amico, ti riconosce e corre a te, dimentico dei pesci e dei fratelli! Egli ti ama, con un amore immediato ed entusiasta, ancora immaturo ed egocentrico.

Signore Gesù, quando imparerò ad amarti? Simone copre la propria nudità, copre se stesso con un atto di umiltà: l’uomo è sempre peccatore e non ha che gli occhi per incontrare il tuo amore.

Tu ami con semplicità, Gesù! Prepari il cibo come fa una mamma, ma vuoi che anch’essi, i discepoli, cooperino e portino del loro. E così Pietro scopre che i pesci nella rete sono una moltitudine, segno della moltitudine di popoli che entrerà nel Regno quand’egli inizierà il suo nuovo compito di pescatore di uomini! Una rete piena, che non perde nulla, che non si divide. Quale scuola, Gesù, per i tuoi, il lavoro della pesca e il tuo invito a mangiare!

Essi saranno uniti, saranno obbedienti, cercheranno la tua presenza prima di decidere la loro attività. Saranno uniti, mangeranno insieme, con te! E nello stare con te, nel ricevere il cibo dalle tue mani e dal tuo amore, riceveranno spirito di unità, quello spirito che ti dà gloria e che preserva dal Maligno divisore. Ogni volta che mangeranno con te ti riconosceranno presente in mezzo a loro! Riconoscere che tu sei presente è gioia, è vita, è festa! Gloria a te, Gesù! Donami occhi per riconoscerti ovunque tu sei presente, e amore per dare alla tua Presenza tutta l’importanza che tu meriti, perché la mia vita è mortale, ma la tua è eterna! Gloria a te, Gesù, solo a te!

11. MI AMI TU? Gv 21, 15-25

 

            15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”.

16 Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”.

17 Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse:"Mi vuoi bene?" e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle.

18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”.

19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

            20 Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: “Signore, chi è che ti tradisce?”.

21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: “Signore, e lui?”.

22 Gesù gli rispose: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi”.

23 Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: “Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?”.

 

            24 Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

25 Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

 

11.

 

Signore Gesù, tu vuoi concludere la tua terza apparizione alla comunità dei tuoi discepoli con un colloquio personale! Dopo aver donato i segni dell’amore semplice e vero, ora chiedi a Pietro, a colui che ti ha sempre professato fedeltà, ma che ti ha rinnegato, ora chiedi se proprio ti ama.

Hai atteso fino a questo momento per chiedere a un discepolo se ti ama! Prima della tua passione l’amore per te avrebbe potuto confondersi con l’amore alla gloria umana, al prestigio, alla fama, al successo, cioè con l’amor proprio. Ora che tu sei già stato rifiutato dai grandi, ora che sei passato attraverso la tribolazione e l’odio; ora l’amore per te non può più essere confuso né frainteso.

Mi ami tu? Questa domanda, che tu rivolgi al primo dei tuoi, è rivolta anche a me, certamente.

Tu non chiedi a Pietro, e non chiedi a me, se ho capito tutto, né se ricordo tutto quello che tu hai detto. Tu chiedi se ti amo. Non chiedi a Pietro nemmeno se è pentito, ma solo se ti ama, se ti dona l’amore del Padre! Le tue tre domande sono simili, ma di profondità crescente: chiedi un amore obbediente, obbediente a te e non influenzato dagli altri; chiedi un amore vero, vero dono della vita, amore esclusivo a te, segno di castità perfetta; e chiedi un amore libero da interessi personali, amore d’amicizia sincera, amore che può venire solo da un cuore povero: solo il povero può essere amico forte e fedele.

Gesù, come ti posso rispondere?

Come Pietro anch’io ti dico: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”! Il mio amore c’è, anche se è debole e deve ancora crescere e maturare: ma già è presente in me, Gesù! E a Pietro tu allora dai tre compiti, corrispondenti ai tre gradi di amore professato. I tuoi compiti li affidi a chi ama te: non chiedi a Pietro se ama gli uomini, perché tu sai che solo se ama unicamente te potrà svolgere con libertà e con gioia compiti che richiedono perseveranza, pazienza, fortezza, pace, gioia profonda e intima, fiducia e chiarezza.

Egli dovrà nutrire i tuoi agnelli, perché crescano nella tua sequela e nel tuo spirito.

Egli dovrà condurre le tue pecore, perché giungano ai loro pascoli, protette dal Maligno: giungano a godere l’amore del Padre!

Egli dovrà tenere uniti pecore e agnelli, perché siano difesi, e possano essere punto di riferimento sicuro e chiaro per tutto il mondo che deve essere salvato!

 

Grazie, Signore Gesù, delle tue domande e dei tuoi compiti: svolgendo il compito che tu affidi si dimostra l’amore per te, e l’amore per la tua persona è forza e garanzia di autenticità del compito che si svolge.

 

A Pietro e a me tu vuoi ancora indicare come la vita cristiana cresce nell’obbedienza fino alla morte: non c’è sequela senza imitazione del tuo cammino! La vita del tuo discepolo è indirizzata a glorificare Dio con un’obbedienza come la tua. Quando hai ripetuto a Pietro l’invito: “Tu segui me!”, gli hai dato una regola di vita “santa”. Tu segui me! Sì, Gesù, voglio seguire te! Non voglio guardare a destra e a sinistra per confrontarmi o trovare sostegno dagli uomini! Tu solo sei degno di essere seguito, passo per passo, con perseveranza, con umiltà, con decisione. Allora il mio seguirti potrà essere dono che sostiene la fede dei fratelli. Abbi pietà di me, tu che sei risorto!

 

Tu, Gesù, hai già operato i prodigi della tua Presenza anche nella mia vita! Essi non sono scritti se non nel mio cuore, qualcuno soltanto è rimasto nella mia memoria. Con la mia vita, con la mia obbedienza, col mio amore voglio render testimonianza del tuo continuo agire a pro della Chiesa! Tu che ami tutto il mondo, scrivi nella mia carne il tuo libro, perché qualcuno ancora possa leggere la tua bellezza ed essere attirato a te per ricevere salvezza!

Gloria a te, alleluia!

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