Ha fatto bene ogni cosa!

Marco (5,1 - 7,37)
Traduzione CEI 1997

Questo è il terzo della serie di sei opuscoli, aiuto alla lettura del Vangelo secondo Marco. Al testo evangelico (traduzione CEI del 1997) viene affiancata una meditazione in forma di preghiera rivolta a Gesù, il Signore risorto che ci rivela se stesso, termine e compimento delle Sacre Scritture, pienezza ed eternità della nostra vita.

Le undici meditazioni potrebbero accompagnarti per sei giorni in un cammino di esercizi spirituali col metodo della Lectio Divina.
Puoi leggere e rileggere adagio il brano del Vangelo, con pace e tranquillità. Una prima lettura della meditazione può aiutarti a fissare l'attenzione sull'una o sull'altra frase del Testo evangelico. Queste frasi le puoi ripetere una ad una molte volte, con calma, al ritmo del tuo respiro. Gli antichi Padri paragonavano questa ripetizione al ruminare degli animali, passaggio necessario al cibo per diventare energia vitale.
La Parola, passando e ripassando dalla nostra mente al nostro cuore, continuamente "rimasticata", ci allieta e ci nutre con ciò che essa contiene. Essa è piena e pregna d'amore, anzi, di Spirito Santo, quello Spirito che fa risplendere sul tuo volto l'immagine e la gloria del Figlio!
Come la spugna, pregna d'acqua, passando sul tavolo, lo bagna e lo pulisce, così la Parola, passando e ripassando, purifica la nostra mente da ogni pensiero mondano, e riempie il nostro cuore dello Spirito del Dio vivente!

1. Va' nella tua casa, dai tuoi 5,1-20
2. Va' in pace! 5,21-34
3. Non temere, soltanto abbi fede 5,35-43
4. Da dove gli vengono queste cose? 6,1-6
5. Prese a mandarli a due a due 6,7-13
6. Venne il giorno propizio 6,14-29
7. Vide molta folla e ne sentì compassione 6,30-44
8. Sono io 6,45-56
9. Ascoltatemi tutti e capite bene 7,1-23
10. Lascia prima che si sazino i figli 7,24-30
11. Ha fatto bene ogni cosa! 7,31-37

1. Va' nella tua casa, dai tuoi 5,1-20
C5
1 E giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni.
2 Mentre scendeva dalla barca, subito gli venne incontro da un cimitero un uomo posseduto da uno spirito impuro.
3 Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato neanche con catene, 4 perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. 5 Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
6 Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi 7 e, urlando a gran voce, disse: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!". 8 Gli diceva infatti: "Esci, spirito impuro, da quest'uomo!". 9 E gli domandò: "Qual è il tuo nome?". "Il mio nome è " Legione" - gli rispose - perché siamo in molti". 10 E lo scongiurava con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quel paese.
11 C'era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo.
12 E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi". 13 Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
14 I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto.
15 Giunsero da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla "Legione", ed ebbero paura.
16 Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato, e il fatto dei porci. 17 Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
18 Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui.
19 Non glielo permise, ma gli disse: "Va' nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te".
20 Egli se ne andò e si mise ad annunziare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti ne erano meravigliati.

1. Va' nella tua casa, dai tuoi 5,1-20

Signore Gesù, hai appena vinto, con la tua parola, le forze violente del mare e del vento e hai indicato ai discepoli la strada della fede in te come vittoria sulla paura, ogni forma di paura. Ed essi si sono interrogati, chiedendosi chi tu possa essere! Ogni episodio che seguirà sarà una risposta al loro interrogativo!
Ora, con i discepoli ancora attoniti, giungi in territorio pagano. È un'altra riva, un paese "lontano". Qui non c'è fede in Dio e qui non c'è l'attesa di te: nessuno qui attende un Salvatore, un consacrato da Dio, un amico che doni speranza. Qui nessuno ti attende e nessuno ti viene incontro per accoglierti. Questo è davvero un luogo diverso, strano, tanto che i tuoi discepoli nemmeno scendono dalla barca. Tu solo metti piede su questa terra: tu sai che anch'essa ha bisogno di te, perché solo con te entrerà nella vera libertà! Devi rivelarti ai tuoi discepoli come il salvatore di tutto il mondo, anche dei popoli pagani!
Ed ecco, uno ti viene incontro, uno che dimora in terra e ombra di morte (Is 9,1; Mt 4,16). Egli viene dai sepolcri, come fosse già privo di vita. Infatti egli non conosce la vita, conosce solo la violenza della morte, quella che egli stesso esercita contro tutto e contro tutti, persino contro se stesso. Conosce la violenza degli altri: essi non hanno altro modo per rapportarsi con lui che sentirlo e considerarlo nemico, e perciò usano contro di lui violenza per difendere la propria libertà. Nel mondo tutti cercano la propria libertà con la sopraffazione, con lo spezzare i limiti che l'esistenza altrui impone. È un gioco continuo per essere più forte e guadagnare libertà sottomettendo a schiavitù gli altri. Quest'uomo, che ora ti incontra, è ritenuto posseduto da spirito immondo, e davvero è dominato da una forza non umana. Gli altri abitanti della regione sono diversi? È egli un'eccezione, oppure uno che manifesta ciò che gli altri riescono a nascondere?
Egli non conosce l'ordine della notte e del giorno, vive nei luoghi dei morti, grida per comunicare solo il proprio disagio, cerca di dare la morte persino a se stesso. Tu, Gesù, riconosci in lui il popolo che non invoca il nome del Signore, popolo che abita nei sepolcri, sempre immondo, incapace di accorgersi dell'amore di Dio, come già Isaia l'aveva descritto (65,1-5). Tu non ti allontani, non fuggi da quell'uomo, ti lasci avvicinare da lui, che si è accorto della tua presenza. Egli si è accorto che tu non sei come gli altri uomini, che tu nemmeno con lui usi violenza. Viene da lontano, come da un mondo sconosciuto, dove idoli muti e sordi riescono soltanto a spaventare e dare schiavitù. Egli si getta ai tuoi piedi, come uno che sa d'essere vinto e di non avere più alcun potere.
Tu, Gesù, lasci che egli si esprima, che si manifesti. Le sue parole sono gridate. Non è l'uomo, ma lo spirito che grida. Tu, solo tu, sai discernere che quello spirito non è al suo posto L'uomo è stato creato per accogliere il tuo spirito da figlio: soltanto allora è vero uomo che gode pace e gioia e libertà. Quello spirito che è contrario a te e che, pur riconoscendoti, non ti vuole obbedire, strazia l'uomo e lo dilania interiormente. Egli sa che tu vuoi salvare l'uomo proprio dal suo potere e dalla sua presenza. Tu vuoi che egli si manifesti, che non continui ad ingannare gli uomini. Ed egli grida il proprio nome, un nome che fa paura, come può far paura un potere politico basato sul terrore, sulla violenza e sull'imposizione, un potere che domina schiacciando e distruggendo. Tu avevi rifiutato questo potere quando ti era stato offerto da Satana nel deserto. Lo spirito immondo, che stravolge le facoltà dell'uomo e gli impedisce ogni comunione con gli altri uomini, si serve delle forze schiaccianti delle politiche usate dai potenti avidi di denaro e di gloria umana.
Gesù, il tuo compito è ancora attuale perché tu devi incontrare anche i popoli "lontani" per farti conoscere da loro come la vera vita, come colui che dona la vera libertà che non fa uso di violenza.
Gli animali immondi piacciono agli spiriti immondi, che sono solo capaci di distruggere, di dare morte. E tu permetti che gli spiriti s'impossessino degli animali immondi, così da precipitare insieme nell'abisso. La terra così è liberata dal loro nefasto influsso.
I proprietari del benessere immondo vedono l'effetto, benefico per l'uomo, della tua presenza. Colui di cui tutti avevano paura è ora seduto, non fa più del male a nessuno; è vestito, liberato dalla vergogna della nudità, manifestazione del peccato e della ribellione alle regole della società: riconosce gli altri e si lascia riconoscere. Egli ora è sano di mente: può comunicare con gli altri e questi possono comunicare con lui. I proprietari delle ricchezze hanno paura: non vogliono uomini liberi, hanno paura degli uomini veri. E perciò non vogliono te, Gesù: si accorgono che tu rendi gli uomini veri uomini.
Dato che non ti vogliono tu non insisti. Non provi nemmeno a convincerli. Essi hanno visto la tua opera a favore dell'uomo. Sarà l'uomo emarginato e vittima del maligno che ora conosce la vera pace e la vera libertà, l'uomo che conosce te come amico dell'uomo, sarà lui ad annunciarti, a ricordare il prodigio della tua presenza e del tuo amore gratuito. Lui vorrebbe stare con te sempre, ma tu lo fai apostolo perché prepari il suo popolo al futuro incontro con la tua Chiesa!
Tu, Gesù, te ne vai sulla barca. Là, in quella regione lontana, rimane la voce di colui che era tra i morti dei sepolcri a pronunciare il tuo nome che dà vita. Tu scegli ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla (1Cor 1,28) per donare la ricchezza vera, la vita e la speranza del tuo nome a coloro che vivono nell'ombra della morte!


2. Va' in pace! 5,21-34

21 Essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare.
22 Venne da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi
23 e lo supplicava con insistenza: "La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani perché sia salva e viva".
24 Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

25 Ora una donna, che da dodici anni aveva un'emorragia
26 e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando,
27 udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e toccò il suo mantello. Diceva infatti:
28 "Se riuscirò anche solo a toccare i suoi abiti, sarò salva".
29 E all'istante le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
30 Ma subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi ha toccato i miei abiti?".
31 I suoi discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: Chi mi ha toccato?".
32 Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
33 E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
34 Ed egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va in pace e sii guarita dal tuo male".


2. Va' in pace! 5,21-34

Signore Gesù, hai messo un seme di vita nella regione dei pagani, dove non sei stato riconosciuto né accolto. Non ti sei meravigliato del rifiuto: essi non erano stati preparati ad accoglierti né dai profeti né da Giovanni.
Ora attraverso il lago ritorni a quella folla che ti conosce e ti attende. Lungo il mare ritrovi un ambiente familiare e semplice. Qui tu hai chiamato i primi discepoli, qui ti ha raggiunto la folla per ascoltare la Parola; proprio qui ora ti raggiunge la disperazione di uno dei capi della sinagoga. Egli ti conosce già, sa che la sofferenza degli uomini ti commuove e che la tua mano opera prodigi. Il suo nome profetico, Giairo, che significa "Dio risusciterà" oppure "risplenda la divinità", ci preannuncia grandi cose. Egli viene non con l'autorità di cui gode tra gli uomini, ma con l'umiltà della fede, che manifesta inginocchiandosi davanti a te e insistendo nella sua richiesta. Tu gli hai dato tempo di insistere prima di accogliere la sua angosciosa domanda. La sua figlia sta avvicinandosi alla morte. Nessuno può fermare la sua corsa, se non tu soltanto. Giairo ti manifesta questa sua fede con la speranza che la figlia sia da te salvata e da te riceva vita. Il tuo cammino verso la figlia morente diventa processione: tutta la folla si unisce a te.
La folla porta con sè, nascoste, altre sofferenze, ed in essa è presente un'altra fede. Una donna, senza nome per noi, vive una situazione drammatica. Ella soffre nel suo corpo una sofferenza, dalla quale si sente allontanata da Dio e dagli uomini e costretta in una solitudine senza speranza. Ella aveva posto la fiducia negli uomini e nella loro arte medica, e così ha sperimentato quanto sia vera la parola del profeta Geremia: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (17,5). La sua situazione è peggiorata, è aumentata la sua sofferenza, e lei si è ridotta in povertà. Gli uomini vogliono essere pagati anche se il loro dire e il loro agire rimane senza frutto.
Di questa donna non conosciamo il nome. Di certo molte altre donne vivono la stessa delusione e la stessa angoscia che dura una vita. Dodici è il numero della completezza: esso ci dice che tutta la vita della donna è stata rovinata da una sofferenza che obbliga persino suo marito ad evitare l'incontro, e la costringe a vivere nascosta, chiusa nel rossore della vergogna.
Gesù, questa donna umiliata e senza speranza, ha udito parlare di te. Il tuo nome e la tua presenza la rialzano. Quanto è preziosa la voce di chi pronuncia il tuo nome e di chi lo fa risuonare! Quanto sono benedette le labbra che parlano di te!
Questa donna è tanto abituata a star nascosta che nemmeno pensa di incontrare il tuo sguardo. Ella è cosciente della sua impurità, tanto che ritiene impossibile chiedere di essere toccata dalla tua mano. Ma la sua fede è viva. Ella sa che ciò che Dio tocca viene santificato e perciò anche ciò che tu tocchi viene purificato, e, se purificato, anche guarito e risanato, poiché tu sei di Dio. Ella non dubita nella sua fede e viene alle tue spalle per toccare il tuo mantello. Gesù, solo il tuo mantello! Basta toccare qualcosa che appartiene a te, che indossi tu! La fede in te rende preziosa ogni cosa tua, ogni oggetto benedetto dal contatto con te.
Tu ti sei accorto della forza divina uscita da te. Sei diventato debole, tu che per noi hai portato il nostro peccato. Ti sei spogliato della "potenza", della manifestazione divina, e ti sei umiliato per ritrovare noi, perduti nella disobbedienza, con il tuo spogliamento e la tua obbedienza fino alla morte (Fil 2). Ora ti accorgi quanto ti costa dare agli uomini l'amore di Dio per rivelare loro la sua gloria.
La donna guarisce. Tu vuoi però darle di più, vuoi assicurarla del calore del tuo sguardo, vuoi che lei ti incontri, ma soprattutto vuoi che la sua fede sia conosciuta da tutti e sia di esempio per molti! Tu vuoi pure assicurare la donna e la folla che non si è operata una magia. Non è stata lei a darsi la guarigione, non è stato il tuo vestito a risanarla, ma sei stato tu a premiare la sua fede e la sua umiltà. Cercata da te, la donna non scappa, ma, seppur tremante e timorosa di dover rivelare a te e a tutti la sua situazione di impurità e di umiliazione, viene, e manifesta pubblicamente la sua fede in te.
Ormai il passato è cancellato. L'impurità e l'umiliazione sono divenute strumento della tua gloria. Ora tu assicuri la donna dell'amore del Padre chiamandola "figlia"! Ella non deve temere: è amata da Dio, e perciò non deve aver vergogna di nulla, tantomeno del suo passato, perché è stato toccato da colui che è "santo"! Tu vuoi premiare la donna per la sua fede vera, vera perché fonte di salvezza. Le doni il saluto che si dà a chi ha incontrato Dio e il suo amore, e l'assicuri che la sua guarigione è stabile, perché voluta da te.
Gesù, mia salvezza, mio aiuto, mio rifugio e mio consolatore!

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