Vangelo secondo Luca

 

Capitolo 2,13-21

 

 13 E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

 

 

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  Signore Gesù, alla tua nascita sulla terra tutto il cielo si apre, come avesse nostalgia di te!
Tutti gli angeli portano nel mondo quella lode che è riservata ai cieli e ci fanno partecipi dei segreti della vita futura!
Gloria a Dio è la tua nascita avvenuta: essa manifesta il luogo della Presenza ineffabile, che non è più nei freddi edifici e ricchi riti del Tempio, ma qui, nelle membra calde del bambino e nei poveri gesti di una madre che fa come può!

14 "Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

  Pace in terra agli uomini è la nascita del bambino: con te giunge la pace messianica, pienezza di vita, di partecipazione alla comunione trinitaria, manifestazione dell'amore e della conseguente fraternità tra gli uomini amati da Dio. Essi sanno ora che Dio non è terribile con loro, non è il nemico che credevano fosse. Lo ritenevano così perché sedotti dall'invidioso Avversario, eredi della deviazione di Adamo.

15 Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".
16 Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.
17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
18 Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.

  Egli invece è colui che li ama: tu, bambino, povero, cui è possibile avvicinarsi senza timore, ne sei la dimostrazione. Alla tua presenza, nessun senso di timore né di paura. I pastori arrivano con gioia, con libertà, con amore. Essi sanno che la Parola di Dio è vera. Perciò ubbidiscono con fede all'implicito invito del primo messaggero. Non vanno a verificare, vanno a vedere: vanno a vedere le parole cui hanno creduto.
Essi trovano te, Gesù, nella semplicità della tua famiglia, nella povertà del segno, che diviene il tuo segno distintivo: la povertà semplice! Questa ora si arricchisce delle parole del messaggero celeste riferite dai pastori: la povertà diviene segno del divino amore quando è illuminata dalle parole!

  19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

 Tra lo stupore generale risalta il silenzio di Maria. Ella non si stupisce, ella custodisce le parole come una vera discepola. Per lei ogni parola che si riferisce a te, Gesù, è preziosa, è dono, è rivelazione. Le parole sono il dono che ella riceve dal Padre anche se riferite dai pastori, uomini cui nessuno dava fiducia.
Se il Padre ne dà anche a loro, perché non accogliere la loro parola?
E tua Madre, che ha già delle parole nel cuore, confronta queste ultime con quelle, e trova che combaciano, che ne sono la continuazione e la realizzazione. Maria è troppo occupata con le parole che vengono dall'alto. Il suo silenzio è ricchezza di vita che si muove nel suo intimo e produce fedeltà e pace e certezza incrollabile. Ella sta diventando il faro sicuro per tutti coloro che vorranno seguirti!

  20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

I pastori sanno tornare al loro gregge, continuano il loro servizio,, la loro semplice vita. Essi sono cambiati nell'intimo, dove ora hanno una gioia, un motivo, una nuova luce per le loro giornate e per il loro agire. Ora non parleranno tra loro più solo di animali, ma ci sarai tu a dar loro significato e grazia. Essi non sono più rozzi pastori!
Essi sono ora cantori della gloria di Dio e la cantano con maggior precisione dei cantori del tempio!

21 Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre

Anche tu, Gesù, entri nell'alleanza di sangue, con Abramo, per ubbidire al Padre: ed ora, il nome che egli ti ha dato per manifestare il suo amore agli uomini tutti, viene finalmente pronunciato.
  Il tuo nome comincia a correre di bocca in bocca, di cuore in cuore, fino a riempire il mondo: e il mondo si riempie di salvezza, perché al risuonare del tuo nome amato dal Padre i demoni rimangono terrorizzati, gli idoli perdono la loro efficacia, l'odio e l'invidia dei cuori si sciolgono. Il tuo nome, Gesù, è quello che ti appartiene da sempre: gli uomini non te lo danno, ma lo possono pronunciare a propria salvezza!
Gesù! Gesù! Gesù! La pace di Dio impregna il cuore al risuonare del tuo nome: Gesù!

 

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