Vangelo secondo Luca

Capitolo 5,33-39

33 Allora gli dissero: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!".

Sei ancora seduto a tavola, Signore Gesù, per festeggiare con Levi e con i tuoi discepoli l'amore del Padre per i peccatori, un amore che si manifesta in te, con la tua presenza.
I tuoi nemici non possono continuare l'argomento iniziato, ne trovano un altro. Le persone migliori oggi digiunano. Sia i discepoli di Giovanni che quelli dei farisei osservano la regola ascetica. Essi si guadagnano così la stima di Dio e degli uomini. Il significato del loro digiunare è dentro una strada di perfezione, è dentro un desiderio d'esser trovati giusti, osservanti delle tradizioni. "Il motivo del digiuno sono io", possono dire. E potrebbero ripetere questa frase come un ritornello che si adatta per ogni azione pia e devota.
I tuoi discepoli sono accusati. Essi non digiunano. Essi non condividono l'amore a se stessi, il cammino di perfezione per esser trovati giusti. Essi non guardano a sé per trovare la motivazione del loro agire: essi guardano a te! Sei tu che riempi il loro sguardo, tu che colmi il loro cuore, tu sei seguito dai loro passi.
34 Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?
35 Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno".
La tua presenza non è la presenza di un Maestro che insegna cosa fare per essere o diventare, ma la tua è la Presenza! Tu sei il Dio vivente! Tu sei l'Inviato del Padre, sei tu il termine di ogni desiderio e di ogni attesa: tu sei la Festa!
Quando tu sei in mezzo a noi è festa! Nel giorno di festa è proibito digiunare. Tu sei lo sposo, tu sei l'amore assoluto e definitivo e fedele per il popolo di Dio: è il momento della gioia! Quando tu ti allontani, quando non ti vedremo, quando dubiteremo di te a causa del nostro peccato, allora non saremo capaci di far festa, allora ci asterremo dal cibo.
Signore Gesù, tutto quello che faremo lo faremo in vista di te! È una nuova vita, dove tu sei la regola di tutto. Tutto ciò che non faremo sarà ancora per te. La nostra vita ha trovato la luce con cui guardare il mondo e contemplare Dio! Sei tu la vera e nuova luce. Sei tu la Realtà definitiva!
36 Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio.
La vecchia regola, quella di prima, che mi orientava a fare il bene ed evitare il male per essere perfetto è una regola vecchia, un vecchio vestito da riporre nell'armadio e non indossare più. Gli strappi di quel vestito non si possono riparare con la nuova veste, che ormai mi fa partecipare al banchetto della vita e della festa eterna!
Non strappo la veste nuziale per aggiustare il vestito da lavoro. Non mi resterebbe più nulla, né l'uno né l'altro. Gesù, tu sei la nuova veste che rende inutile l'altra, perché tu mi copri in modo completo e degno della gioia del Padre!
37 E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti.
38 Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.
39 Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!".
Tu sei il vino nuovo, che dà gioia e speranza! Sei il vino del banchetto nuziale. Non lo verserò in otri che odorano di vecchio, che hanno perso l'elasticità e la morbidezza necessarie per la gioia e l'esuberanza del nuovo vino.
Una vita impostata su regole non contiene la freschezza di una vita impostata su di te. Tu, tu soltanto sei la gioia e la pace, tu solo sei il vero Dono di Dio per noi peccatori! Tu ci rivesti e tu ci riempi il cuore. Il nostro peccato scompare, la nostra tristezza svanisce.
Tu sei il vestito, pulito e sobrio, tu il vino che allieta il cuore dell'uomo per sempre.

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