Vangelo secondo Luca

Capitolo 6,11-17

11 In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla.
Non ti fermi, Gesù, a godere dei miracoli che avvengono. Ti metti subito in cammino avvicinandoti alla tua patria.
I tuoi discepoli ti seguono e pure una grande folla. Sei diventato grande per loro! Dopo la importante Cafarnao ecco ora un villaggio sconosciuto e senza importanza. Villaggio "piacevole", in cui però, come in ogni cosa umana piacevole, regna la morte. È proprio la morte che ha colpito un giovane pieno di vita e ha trascinato nel dolore la madre e tutta la cittadina.
12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei.
13 Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!".
Dopo aver guarito il servo che stava per morire, ora incontri il figlio morto.
Dopo aver esaudito l'uomo umile, ora vuoi ridare vita alla donna che piange senza speranza. La tua prima parola è per lei: non piangere! "Non piangere donna, tuo figlio non c'è più, ma c'è ora il Figlio di Dio. Il tuo pianto dà tristezza a tutta la città, ma il Figlio di Dio effonde la gioia sul mondo intero. Il grande corteo che piange con te incontra quello altrettanto grande che acclama il Signore della vita. Non piangere! Non osservare più il morto, osserva il Vivente!"
14 E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Giovinetto, dico a te, alzati!".
Ora, Gesù, tu tocchi la bara della morte, tocchi ciò che vi è di più immondo, ciò che ripugna di più all'uomo.
La tua mano s'avvicina e tocca. I portatori obbediscono alla tua intenzione: la vittoria della morte non deve più procedere.
La morte si deve fermare, deve arrestare il suo corso davanti a te. Tu non hai paura della morte, né della sua opera terrificante e contraria a Dio, che invece vuole sempre la vita. La tua mano arriva dentro l'opera peggiore del peggiore e ultimo nemico dell'uomo.
Il tuo tocco deciso e senza timore comincia a dare speranza e fiducia; e la tua voce? Tu ora parli non più alla donna né alle due folle che assistono ugualmente attonite e ugualmente impotenti. Tu ora parli a colui che non ode, a colui che non può sentire la tua voce. Rivolgi i tuoi occhi e la tua parola a un uomo senza vita.
Come potrà risponderti? I suoi orecchi sono stati tappati dalla morte, i suoi occhi sono stati chiusi dalle sue dita impietose.
Tu, Gesù, hai la compassione di Dio nel cuore e nella voce: "giovinetto, dico a te, alzati!" Il nome del giovinetto? Non lo sai, Gesù, o non l'hai voluto dire apposta perché altre madri che piangono possano sperare?
15 Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.
Il giovinetto deve ubbidire a te, non più alle forze della morte. Egli deve alzarsi, non più farsi portare!
16 Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo".
Gesù, vincitore della morte, la tua Parola è davvero viva e fonte di vita. Tu sei il profeta, tu sei più grande di Elia, tu sei la visita definitiva di Dio non solo al suo popolo, ma a tutti gli uomini eredi della morte di Adamo.
Gesù, la tua parola di vita ha fatto dei due uno solo: due folle diverse si sono messe a cantare un unico inno, a proclamare un'unica testimonianza, a diffondere l'unico Vangelo.
17 La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.
Tu hai unito in un nuovo stupore il popolo della morte e quello del Dio vivente!
Vieni ancora, Gesù!

torna <<<