Vangelo secondo Luca

Capitolo 6,18-23

18 Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi
19 e li mandò a dire al Signore: "Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?".
Le tue parole e le tue opere, Signore Gesù, diventano annuncio che raggiunge anche il tuo precursore. Egli soffre, è perseguitato per la parola divina che - posatasi su di lui nel deserto - ha proclamato. Ora egli attende che tu, più forte di lui, lo liberi e lo sciolga dalle catene inique di Erode? Egli ti ha annunciato come il giudice, come colui che fa scattare l'azione di Dio tremendo e terribile: ed è impaziente di veder realizzarsi le sue parole e le sue attese.
20 Venuti da lui, quegli uomini dissero: "Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?".
I suoi discepoli giungono da te e ti riferiscono la sua sofferenza, la sofferenza d'essersi forse ingannato, di non aver capito e trasmesso fedelmente la Parola di cui era stato fatto portatore. Tu comprendi, Gesù, la situazione di Giovanni. Egli, formato alla scuola dei profeti, aveva usato parole forti per provocare la conversione del popolo. Aveva impresso le immagini espressive dell'alleanza di Abramo e di Mosè perché tutti capissero che le promesse fatte ai Padri stavano per realizzarsi in te. Ma egli non aveva capito tutto il significato del suo stesso nome, e perciò nemmeno del tuo.
Non aveva compreso che la potenza e la forza di Dio è l'amore e che quindi la sua salvezza sarebbe stata solo opera d'amore. Adesso egli lo deve vedere, per cambiare il proprio cuore e le proprie attese.
Egli deve ripetere in sé la conversione del profeta Giona, che attendeva distruzione e invece è stato fatto spettatore di perdono.
21 In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi.
Tu, Gesù, anzitutto dai la risposta ai suoi discepoli. E non rispondi con le parole, ma con fatti che essi vedono e possono quindi testimoniare. Dai loro a vedere il realizzarsi della visita di Dio al suo popolo sofferente.
Dai loro a vedere l'amore misericordioso di Dio al suo popolo sofferente.
Dai loro a vedere l'amore misericordioso di un Padre ai suoi figli: togli da loro i segni del peccato, togli da loro i motivi di disperazione, togli da loro gli impedimenti all'ascolto della sua Parola e alla contemplazione delle sue opere e del suo volto. E sono i segni che già i profeti avevano annunciato come segni della presenza del Misericordioso in mezzo al suo popolo. Tu sei davvero questa presenza, Gesù. Tu sei colui che deve venire, anzi colui che viene per mostrare il vero Volto del Dio unico, vivente, amico degli uomini che li attira con legami di bontà.
22 Poi diede loro questa risposta: "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista , gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella .
I discepoli di Giovanni potranno riferire come testimoni le tue opere. Le tue parole sulla loro bocca non saranno parole riferite di un altro; essi le diranno come proprie: insieme con la loro voce anche i loro occhi parleranno, e il tono della voce manifesterà la loro fede, che è sorta nei loro cuori, fede in te. E così Giovanni che ha inviato messaggeri riceverà testimoni, che gli trasmetteranno non solo parole, ma adesione a te, alla tua persona e a colui che ti ha inviato.
Questi due messaggeri diventano così già l'esempio di come saranno i tuoi discepoli, e tutta la Chiesa: proclamatori di vita vissuta!
23 E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!".
L'ultima tua parola, Gesù, è un invito e una speranza. Nelle tue opere d'amore e nelle tue parole di perdono non devo trovare motivo per allontanarmi, bensì per avvicinarmi al Dio vivente, che vuole la mia felicità e beatitudine! Tu sei l'unico che me lo può far conoscere e incontrare, amare e imitare!
Gloria a te, mio Signore Gesù!

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