Vangelo secondo Luca

Capitolo 11,1-4

1 Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare

e quando ebbe finito

uno dei discepoli gli disse:

"Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli".

2 Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite:

Gesù, mio Signore, così spesso l'evangelista usa per te questa parola: pregare! Questa è già la settima volta che l'evangelista Luca ci dona l'occasione di contemplarti mentre stai a tu per tu con il Padre! È una tua abitudine, è un impegno costante per te, è tua gioia e tua vita la preghiera! I discepoli ti vedono spesso assorto, o devono cercarti perché tu ti ritiri "in un luogo a pregare". Non è necessario per te essere nel tempio, e nemmeno nella sinagoga, per incontrare il Padre tuo. Non attendi nemmeno le ore consacrate dagli uomini alla preghiera: ogni ora, ogni momento è pieno dell'amore di Colui che sempre e ovunque è presente, e tu lo vuoi incontrare! Tu consacri ogni momento e ogni luogo all'incontro col Padre! Il tuo volto luminoso, raggiante per il tuo incontro con Colui che ama, rende i tuoi discepoli desiderosi di imitarti, desiderosi di vedere ciò che tu vedi e di dire ciò che tu dici! Uno di essi te lo chiede. Uno di essi: ognuno di essi, sarebbe meglio specificare, perché anch'io oggi ti dico: Signore, insegnaci a pregare! Insegnaci a fare ciò che tu fai, introducici nel tuo rapporto con Dio, portaci con te davanti a Colui che non vediamo, e che tuttavia si fa presente al tuo sguardo e al tuo cuore. È così impellente questo bisogno, che il tuo discepolo vorrebbe costringerti a rispondere: anche Giovanni ha insegnato un modo di pregare, ma il tuo lo supera; a noi non bastano gli insegnamenti degli uomini, a noi non basta nemmeno la nostra abitudine quotidiana, a noi non basta la preghiera che sgorga spontanea dal nostro cuore: insegnaci tu! Tu preghi davvero! Solo la tua è preghiera definitiva, appagante il nostro cuore e appagante il cuore di Dio, benedetto nei secoli!
Grazie, Signore Gesù! Tu hai accolto il desiderio del discepolo. Hai riconosciuto la sua domanda degna di risposta: introduci anche noi, uomini, nel tuo rapporto unico e continuo col Dio eterno e santo!
Padre, Ed ecco le parole che tu deponi come tesori nel nostro intimo, perché le custodiamo e le facciamo salire alle labbra in ogni momento! Ogni momento infatti è tempo di preghiera, ogni luogo richiama l'attenzione a colui che riempie l'universo! Obbedienti a te, noi tuoi discepoli - tu hai risposto non solo a chi ha espresso la domanda, ma a tutti -, diciamo: Padre! Lo diciamo come l'hai detto tu: Abbà, papà! Ci obblighi a farci piccoli per pregare, ci abbassi al ruolo di bambini per innalzarci alla dignità di figli! Abbà! Davanti a noi non c'è il Dio grande e terribile, il Dio che fa tremare i monti e scuote gli abissi. Davanti a noi sta il volto tenero e affettuoso di colui che ci dà la vita e ci vuole sulle sue braccia materne per nutrirci e custodirci e teneramente baciarci, ci vuole attorno alla sua mensa tutti uniti e nella sua vigna tutti impegnati e partecipi dell'unica gioia!
Padre! Papà! Inizia così la preghiera del tuo discepolo, Gesù! Essa inizia distogliendo lo sguardo da bisogni e necessità, da pensieri e preoccupazioni, per alzarlo a godere della tenerezza e della sicurezza di Colui che vuole che noi viviamo! La preghiera che tu fai scendere in noi e risalire da noi è anzitutto contemplazione del Volto che solo tu hai visto e puoi vedere, che solo tu puoi rivelare ai piccoli e ai semplici. Gesù, fammi udire anche il tono di voce con cui tu pronunci questa parola: Abbà! La voglio ripetere sottovoce con te! Finora solo il popolo d'Israele osava chiamarti Padre nostro, padre del popolo di Dio. Ora sono i tuoi discepoli, Gesù, il vero popolo di Dio che può dire: Papà! Tutti insieme e ognuno da solo possono stare con fiducioso abbandono davanti al tuo Volto!
sia santificato il tuo nome, Sia santificato il tuo Nome! Già attraverso il profeta Ezechiele ci hai promesso che Dio stesso santificherà il suo nome tra le nazioni in mezzo alle quali i suoi figli saranno dispersi e in mezzo alle quali essi, con la loro vita infedele, lo avranno profanato! Dio santificherà il suo nome radunando e salvando il suo popolo, purificandolo, perdonandolo e rendendolo così santo da essere invidiato da tutti i popoli! Questo è il tempo, Gesù, in cui Dio santifica il suo nome: attraverso di te egli si rivela Padre, Padre che perdona e riunisce, che trasforma i cuori e li riempie del suo Santo Spirito! Il Padre santifica il suo nome unendoci a te, raccogliendo la Chiesa, mandando in noi il suo Spirito!
Santifica il tuo Nome: eccomi disponibile, Padre, a lasciarmi raccogliere attorno a Gesù, ecco il mio cuore di pietra pronto ad accogliere il tuo Spirito che ne faccia un cuore misericordioso e paziente!
venga il tuo regno; Eccomi, per essere anch'io dentro il tuo Regno, Regno da te promesso, regno che viene nell'amore obbediente a te, unico Sovrano, Re che ama e salva, Re eterno rappresentato qui tra noi da Gesù, discendente di Davide! Venga il tuo Regno! I regni umani ammucchiano ricchezze che attirano la cupidigia di altri re per conquistarle e renderci loro schiavi. I regni umani sono manovrati da Satana, che ha tentato anche te! Tu sei l'unico Re che ci fai godere la regalità del Padre! La sua autorità paterna trasforma il mondo in famiglia, gli uomini in fratelli!
Venga il tuo Regno: tu sei il Re che non sfrutta e non uccide, sei il Re che non fa guerre, il Re che non ha prigioni! Nel tuo Regno tutti sono fratelli che sanno dividere il pane che tu doni, sanno donare e perdonare perché tu hai già perdonato, e perdonando godono la gioia del tuo perdono. Nel tuo Regno tutti si aiutano ad essere fedeli a te per non cadere nei lacci di colui che ci vorrebbe allontanare dalla tua santità!
3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, Lo chiediamo al Padre, il pane di oggi e di ogni giorno. Lo chiediamo a lui, sapendo che la terra e il nostro lavoro, necessari per avere il pane, sono dono suo e nostro impegno e fatica: non è miracolo da pretendere, come il Maligno volle proporre a te, Gesù!
4 e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
.
Perdonaci i nostri peccati: ci sono i nostri peccati, ci sono. Però non disperiamo. Sappiamo che il Padre che tu ci hai rivelato è capace di misericordia con noi, con tutta la Chiesa.
Chiediamo il perdono, mentre ci disponiamo a donarlo: l'uno e l'altro, quello che riceviamo e quello con cui copriamo il peccato dei fratelli, peccato che ci fa soffrire, sono dono del Padre!
e non ci indurre in tentazione" Chiediamo fortezza per non soccombere nella prova necessaria: in essa vogliamo dimostrare la nostra fedeltà, ma umilmente. Le nostre forze ci trascinerebbero lontano, sulle vie già percorse da Adamo e da Caino e da Giuda: Satana vorrebbe mandarci in perdizione, non vorrebbe permetterci di rimanere uniti a te, unico Salvatore! Ma il Padre tuo non ci abbandonerà, perché glielo chiediamo con queste parole che tu, Gesù, suo figlio prediletto, semini in noi!

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