Vangelo secondo Luca

Capitolo 16,1-12

1 Diceva anche ai discepoli:

 

 

"C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.
2 Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore.
3 L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.
4 So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.
5 Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo:
6 Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.
7 Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.
8 Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Raccontando la parabola del padre fedele, Signore Gesù, ci hai lasciato comprendere che è stata la ricchezza a suscitare nel figlio minore quel desiderio di libertà, che lo ha portato a vivere lontano dal padre in modo dissoluto. E ancora la ricchezza ha reso invidioso, geloso, superbo e senza misericordia il figlio maggiore. Tutt'e due i figli hanno fatto soffrire il padre: si sono lasciati allontanare da lui dal loro errato rapporto con i beni di questo mondo. Se ne sono sentiti padroni, e non amministratori soltanto!
Ora tu, Gesù, parli ai tuoi discepoli, che vivono nel mondo e quindi hanno a che fare ogni giorno con le cose, le ricchezze, il denaro. Si lasceranno condizionare da esso? Il denaro avrà anche sul loro cuore quell'influsso che possiede sul cuore di tutti gli uomini? Sarà padrone della loro vita, delle loro azioni?
Grazie per la parabola che ci racconti. Hai fatto apposta a formularla in modo che attiri la nostra attenzione!
Un amministratore s'è fatto padrone di ciò che era incaricato soltanto di amministrare: allora il vero padrone gli toglie il compito, ed egli rimane senza lavoro. Per vivere non gli resta che fare il manovale. Non è abituato. Dovrà mendicare? È vergognoso! Ha ancora un po' di tempo a disposizione: egli lo sfrutta bene, e quindi, fin che ne ha la possibilità, regala una parte dei beni del suo padrone ad alcuni che avevano dei debiti con lui. Questi dovranno essergli riconoscenti vita natural durante: si garantisce così il futuro. Egli ha saputo usare con scaltrezza la propria autorità, e la propria disonestà!

Gesù, tu stai pensando ai tuoi discepoli: fossero così attenti e pronti a pensare al dopo, decisi a far passi coraggiosi in vista di quel futuro che dura l'eternità! Non puoi che lodare la previdenza dell'uomo interessato a garantirsi la sopravvivenza in questo mondo: vorresti vedere gli uomini altrettanto impegnati nel pensare e preoccuparsi del Regno di Dio!

Fossero i tuoi discepoli, che sono figli della luce, così risoluti, pronti e coraggiosi nel prendere le decisioni necessarie ad assicurarsi la vita eterna! Essi userebbero diversamente anche il denaro! Questo non diventerebbe il loro padrone. Tu lo chiami mammona d'ingiustizia: gli uomini lo prendono come una sicurezza, un fondamento, una garanzia, e perciò se ne appropriano, come se potesse appartenere loro per sempre.

Ma un giorno quel denaro verrà a mancare: non ci seguirà quando passeremo il confine del tempo. Allora ci sentiremo ingannati da esso; ma l'inganno ci pesa addosso già fin d'ora, perché, se riteniamo importante il denaro, esso cambia il nostro rapporto con Dio e il nostro rapporto con gli uomini!

Non saremo capaci d'essere figli con Dio né fratelli con gli altri uomini. Un rapporto così stretto col denaro ci priva dello Spirito Santo. Esso è quindi una ricchezza "ingiusta", perché distorce e distrugge il nostro giusto rapporto con Dio e con i fratelli.

9 Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
10 Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
11 Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?
12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
L'amministratore condonò grossi debiti in modo disonesto per garantirsi un'amicizia su questa terra. Non sarò io capace di acquistarmi col denaro in modo onesto un'amicizia nel Regno dei cieli? I poveri vi saranno accolti certamente, perché Dio è loro amico, amico degli oppressi, dell'orfano e della vedova! Se questi diventano miei amici, miei debitori, essi intercederanno per me ed io sarò accolto nelle tende di Dio!
Gesù, tu continui il tuo insegnamento. Di poco conto è la grande quantità di denaro che l'uomo può possedere. È di poco conto e per di più non è nostro definitivamente, ma solo per un po' di tempo. Esso non ci appartiene, ci è affidato e noi ne siamo solo amministratori. Se sarò fedele in questo compito, potrò ricevere compiti maggiori, quelli che procurano la vita divina agli uomini, servizi e incarichi nella tua Chiesa!
Se saprò distaccarmi dal denaro, farne un dono del tuo amore ai tuoi poveri e ai tuoi piccoli, tu mi renderai strumento di salvezza eterna, e salverai anche me!
Ti rendo grazie, Signore Gesù!

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