Vangelo secondo Luca

Capitolo 18,24-34

24 Quando Gesù lo vide, disse: "Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio.
25 E' più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!".
26 Quelli che ascoltavano dissero: "Allora chi potrà essere salvato?".
27 Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

28 Pietro allora disse: "Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito".
29 Ed egli rispose: "In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio,
30 che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà".

31 Poi prese con sé i Dodici e disse loro: "Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà.
32 Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi
33 e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà".
34 Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

I tuoi occhi, Signore Gesù, sono aperti e costantemente attenti a vedere la gloria di Dio! Ora vedono la tristezza sul volto dell'uomo ricco, tristezza come segno che in lui non è entrato quel sì che rende piena la vita.
Preferendo le ricchezze a te egli si è privato della vita, della gioia, della libertà. Egli rimane una persona impegnata sì ad ubbidire ai comandamenti, ma incapace di accogliere la pienezza che il Padre dona gratuitamente a chi gratuitamente l'accetta. L'impegno, da solo, non dà gioia: questa viene dall'amore: l'amore deve essere rivolto ad una persona che non delude, e non ad un dovere, per quanto questo possa essere utile e stimato!
Tu vedi la tristezza sul volto di colui che voleva la vita eterna, e ne dai la spiegazione. Chi possiede ricchezze ha molta difficoltà ad entrare nel Regno! Chi possiede ricchezze ama le ricchezze, vi rimane attaccato e non riesce ad accogliere te totalmente. Qualunque tipo di ricchezza ostacola l'essere semplici e accoglienti come un bambino. Tu, Gesù, non pensi sicuramente soltanto alla ricchezza materiale, ma anche all'attaccamento ai propri meriti, agli affetti familiari, all'appartenenza al popolo eletto! Chiunque si vanti di qualcosa, chiunque si appesantisca e si arricchisca di bagagli non potrà entrare per la porta stretta! Ci doni pure un'immagine che rende plastica e persino assurda e buffa questa impossibilità: il cammello dovrebbe entrare per la cruna d'un ago!
La domanda che ti pongono gli attoniti ascoltatori è anche nostra, Gesù. Anch'io ti chiedo: ma allora nessuno sarà salvato? Nessuno! È vero: nessuno ha la capacità e la forza di salvare se stesso! La salvezza è dono di Dio! Per tutti la salvezza è dono, o non è salvezza: è dono per i ricchi, è dono per i farisei, ugualmente come lo è per i peccatori!
Tutti devono comprendere che hanno bisogno del Salvatore, che hanno bisogno di te!
La salvezza viene da Dio, o non è salvezza. Dio vuole salvarci, e lo fa attraverso di te!
Pietro prende coraggio, e con lui i Dodici. Essi hanno fatto ciò che non è stato capace di fare quell'uomo ancora triste. Hanno lasciato le loro ricchezze e ti hanno seguito! Tu sei la loro ricchezza! Tu sei la speranza della loro vita.
La tua risposta, Gesù, dona pace e gioia non solo a Pietro, ma anche a me e a tutti coloro che hanno messo te al di sopra di tutto. La gioia che possono dare le cose possedute e addirittura le persone amate è molto poco al confronto di quella che troviamo nel Regno di Dio! Egli riempie la vita già ora e nell'eternità.
La tua parola è una promessa sicura, Gesù, come la benedizione di Dio ad Abramo! Noi riposiamo su queste tue parole, che vediamo già realizzate nella tua Chiesa e sentiamo già operanti nella nostra vita!
Ma tu sai che non dobbiamo guardare egoisticamente al Regno di Dio: esso non richiede solo la rinuncia alle cose, ma anche a se stessi, come avevi già detto. Ora, in segreto, lo ricordi ai tuoi Dodici, che sono in cammino con te verso Gerusalemme. La grande salita sta davanti a te come davanti a loro.
"Noi saliamo…", noi! I discepoli condividono tutto con te. Essi condivideranno anche la realizzazione delle profezie, le sofferenze, il rifiuto e la morte. Essi lasceranno la stessa propria vita con te. Essi vedranno te dopo tre giorni risorto! Allora forse capiranno che la salvezza è gratuita, che è dono del Padre e viene dalla tua offerta, dal sacrificio della tua vita!
Tu non parli della tua passione e della tua morte come fosse opera degli uomini e nemmeno come fosse una sconfitta. Tu parli come di un disegno di Dio, il disegno dell'amore del Padre che si deve compiere perché gli uomini, poveri e ricchi, farisei e peccatori, possano essere salvati!
Tu parli, Gesù, ma i tuoi come possono capire? Benché essi abbiano lasciato tutto e tutti, non hanno ancora ricevuto la luce né l'intelligenza. C'è davvero bisogno che tutto si compia, altrimenti nemmeno i tuoi comprenderanno che tu sei il Figlio dell'uomo che porti nel mondo la gloria di Dio!
   
   
   
   
   
   
   

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