Vangelo secondo Luca

Capitolo 19,11-27

11 Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse ancora una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.

 

12 Disse dunque: "Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare.
13 Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno.
14 Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi.
15 Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato.

Signore Gesù, sei con i discepoli in casa di Zaccheo, al quale hai annunciato la salvezza. Chi ti ascolta sta pensando ancora ad una salvezza provvisoria, come può essere la salvezza in questo mondo: continuano infatti ad attendere e ad attendersi una regalità nel regno terreno di Israele! La città santa, Gerusalemme, città del re Davide, è vicina: essi s'aspettano da un momento all'altro un grande cambiamento politico. Tu avevi sì detto che il regno di Dio era presente in mezzo a loro, ma non erano riusciti a comprendere le tue parole!
Tu ora li vuoi aiutare con la parabola. In essa parli di te e di loro, del tuo regno e del loro compito, del tuo rapporto con loro, che non deve venir meno, nemmeno alla tua morte.

Sei tu l'uomo di nascita "nobile" che deve partire per un viaggio molto importante. Devi andare lontano, là dove nessuno ti può accompagnare, là dove nessuno può comandare! Là tu riceverai il titolo di re, là riceverai autorità per noi qui, perché qui tornerai e rimarrai per sempre.
Questa parabola la formuli pensando a fatti realmente accaduti nella storia del tuo popolo: anche fatti tragici possono servire per comprendere i disegni di Dio. Tutto ciò che succede può essere d'aiuto a interpretare la tua storia con noi e il nostro rapporto con te. Tu te ne vai, ma non abbandoni i tuoi, che sono i tuoi servi: ad essi, a tutti, affidi ciò che ti appartiene, le tue grandi ricchezze.
Ad essi, come a un'unica squadra, affidi dieci mine, anzi, il compito di occuparsene fino al tuo tornare: il ritorno è sicuro, avverrà certamente, poiché non te ne starai lontano per sempre.
In questo racconto, Gesù, non dimentichi l'odio che nutrono verso di te i membri più in vista del tuo popolo. I discepoli dovranno essere pronti, non scandalizzarsi del rifiuto che ti opporranno i capi di Gerusalemme, dove sarai tra poco. Essi non ti vorranno, non accetteranno la tua regalità. Anzi, proprio essi ti spingeranno "lontano", ma non potranno impedire che tu sia di nuovo tra i tuoi, vivo, e vero Signore per loro.
Quando tu starai di nuovo tra i tuoi, che cosa farai? Anzitutto li incontrerai ad uno ad uno, e di ciascuno esaminerai la fedeltà. Ti hanno amato mentre eri "lontano", mentre i capi ti odiavano? Hanno avuto cura di ciò che tu hai loro consegnato? Si sono messi, con dedizione e con gioia, a servizio di ciò che stava a cuore a te?

16 Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine.
17 Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città.
18 Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine.
19 Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città.
Ebbene, ecco uno e poi un altro: nel tempo della tua lontananza essi sono rimasti tuoi servi, si sono impegnati per te, con amore intenso e continuo, senza pensare a se stessi. Il primo ha guadagnato dieci volte tanto (parli così in casa di Zaccheo, il ricco che se ne intendeva di guadagni!)! Questo primo servitore, come pure il secondo, non si vanta di aver capacità particolari, né di aver lavorato molto. Egli attribuisce il successo al tuo denaro, una ricchezza che produce frutto da sé. Noi sappiamo che la ricchezza che porta frutto da sé è il tuo Vangelo, la tua Parola, quando la teniamo nel cuore con amore e la viviamo concretamente!
Il tuo premio, segno della tua gioia, è una fiducia smisurata: al servo fedele consegni una grande responsabilità nel tuo regno: dieci città, a colui che ti ha amato tanto mentre eri lontano! Così pure a chi ha raggiunto minori risultati, ma ti è stato comunque fedele.
20 Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto;
21 avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.
22 Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato:
23 perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi.

L'altro invece, il diverso, non si è impegnato per te. Mentre eri lontano ti ha ignorato, ha ignorato i tuoi beni, la tua grazia.

Egli l'ha riposta, si è lasciato guidare dall'egoismo che genera paura, non dall'amore.

È vissuto come quelli che ti giudicano, come quelli che pensano che Dio sia un padrone capace solo di comandare. Egli ha cercato di fare il minimo, come coloro che obbediscono senza amare, come chi osserva la legge senza amore per colui che l'ha data con amore.

24 Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci
25 Gli risposero: Signore, ha gia dieci mine!26 Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Gesù, cosa farai? Certamente non puoi dare responsabilità nel tuo regno a chi non ti ama. Tu non lo castighi, ma gli togli anche quel poco che gli avevi consegnato. Il discepolo che non si è impegnato per te rimarrà senza gioia, senza responsabilità, perché non si è meritato fiducia.
Egli tuttavia non sarà escluso come quelli che si sono esclusi rifiutandoti. Quelli resteranno privati della vita, perché hanno rifiutato la vita!
27 E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me". La tua parabola termina in modo terribile: era l'usanza del tuo tempo. La sorte tremenda riservata ai ribelli ci aiuta a comprendere la gravità del rifiuto della tua autorità. Accoglierti o non accoglierti non è indifferente, è questione di vita o di morte!
Signore Gesù, abbi pietà di me!

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