Vangelo secondo Luca

Capitolo 20,20-26

20 Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si fingessero persone oneste,

per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all'autorità e al potere del governatore.


21 Costoro lo interrogarono:

"Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine

e non guardi in faccia a nessuno,

ma insegni secondo verità la via di Dio.
22 E' lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?".

I capi, indignati contro di te, cominciano a tenerti d'occhio e a spiarti. Non lo fanno essi stessi direttamente, ma incaricano alcuni, capaci di intrufolarsi tra i tuoi ascoltatori, facendo finta di essere particolarmente devoti e di voler cercare la volontà di Dio. Essi conoscono le intenzioni di coloro che li hanno ingaggiati: vogliono un capo d'accusa per consegnarti al governatore. Bisogna quindi farti pronunciare qualche parola contro i romani.
Essi sanno già come fare. Anzitutto devono apparire davvero quello che non sono, persone pie e oneste, ben intenzionate a fare la volontà di Dio, in modo che tu, libero da ogni sospetto d'essere indagato, possa esprimerti liberamente.
Essi dunque ti rivolgono la parola chiamandoti "Maestro". Non vorrebbero usare questo titolo, ma sanno che molti ti ritengono tale! Ti fanno poi un bel complimento, che è la verità! Davvero tu parli e insegni con rettitudine, senza lasciarti condizionare da chi ti ascolta. Tu non dici ciò che piace a chi ti sta di fronte! Non ti metti davanti i desideri dell'uomo, ma quelli di Dio. Veramente tu insegni la via di Dio, insegni ciò che bisogna fare per incontrare il Padre, per stare con lui, per arrivare a contemplare il suo volto! Ciò che tu insegni è verità, non è inganno, ha la sua origine nelle Sacre Scritture.

Coloro che ti stanno spiando ti hanno osservato bene e dicono il vero. Essi stessi però non ne traggono le conseguenze. Essi sono il contrario di ciò che sei tu, sono falsi, nascondono la loro intenzione, vogliono la tua condanna e la tua morte. Tu li ascolti e, dal tono della loro voce, sai riconoscere il nemico.
La domanda che poi essi ti rivolgono, lungi dall'essere sincera ricerca del volere di Dio, è un tranello. Vogliono apparire giusti, pii, onesti, e sono falsi, malintenzionati. Qualunque tua risposta al loro quesito si dovrebbe volgere contro di te. Se tu approvi il pagamento delle tasse all'imperatore, perdi la simpatia delle folle che ora ti ascoltano con attenzione e interesse, e, con la loro presenza accanto a te, ti assicurano incolumità e difesa! Se invece non approvi il pagamento delle tasse, il governatore può, o deve, metterti a morte. È questo ciò che essi cercano.

23 Conoscendo la loro malizia, disse:
24 "Mostratemi un denaro: di chi è l'immagine e l'iscrizione?". Risposero: "Di Cesare".
Gesù, tu sei rivolto al Padre, ricevi luce da lui. In questa luce scorgi la tenebra della loro malizia. Essi non cercano la volontà di Dio, ma la tua morte.
Tu sveli anzitutto la loro malizia e li aiuti ad accorgersene. Essi fanno già uso della moneta proibita, la moneta dell'Imperatore; portano con sé il denaro con l'iscrizione idolatra e con l'immagine sacrilega, e sono coscienti dell'una e dell'altra. Quel denaro non dovrebbe essere loro proprietà: li rende sacrileghi! Devono restituirlo!
Essi devono ridare a Cesare quel che è suo; devono riconoscere inoltre che egli può vantare dei diritti nei loro riguardi. Tu sai che Cesare però pretende di essere ritenuto Dio, di esercitare autorità divina sul cuore degli uomini, pretende ciò che non gli è dovuto. Tu aggiungi perciò: a Dio quel che è di Dio!
25 Ed egli disse: "Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio".
26 Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.
Dov'è impressa l'immagine di Dio? Dov'è la sua iscrizione? L'uomo è immagine di Dio e da lui viene tutta la Scrittura. L'uomo perciò non può consegnare all'imperatore se stesso, la propria coscienza, la propria libertà: l'uomo deve consegnarsi a Dio, rispondere a lui delle proprie azioni e dei propri pensieri; deve consegnarsi a quel Dio che ha scritto nei libri sacri la sua Volontà!
Prima di tutto noi dobbiamo consegnarci a Dio, obbedendogli, come tu stai continuamente ribadendo quando annunci il suo Regno! L'uomo è di Dio, non può mai essere considerato proprietà dello stato.
Con la tua risposta, Gesù, dai una regola anche a Cesare, che deve rispettare l'autorità di Dio: i suoi poteri devono essere usati per il bene dell'uomo, immagine di Dio!
Chi vuol fare la volontà di Dio non fugge l'impegno sociale e politico, perché questo è a servizio dell'uomo, immagine di Dio!
Obbedienza a Dio e collaborazione politica trovano il punto di incontro nel servizio all'uomo, alla sua vita, alla sua salvezza! Gesù, per questo tu annunci il regno di Dio, perché sai che lui, il Padre, vuole tutti al servizio del suo amore, tutti, piccoli e grandi, deboli e forti, sudditi e autorità! Cercherai di farlo capire anche a Pilato, quand'egli ti chiederà se tu sei re!
Coloro che ti spiano non possono condannarti. Quanto tu annunci è vero e santo: anche gli empi lo devono riconoscere!

torna <<<