Vangelo secondo Luca

Capitolo 23,13-26

13 Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo,
14 disse: "Mi avete portato quest'uomo come agitatore del popolo; ecco, io l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna delle colpe di cui lo accusate;
15 e neanche Erode: infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte.
16 Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà". 17 .
Signore Gesù, sei al centro dell'attenzione degli uomini. Per te Pilato chiama di nuovo i capi, che ti vogliono condannare, e il popolo che ti ha sempre amato e ascoltato volentieri. Forse il governatore è sicuro che il popolo alzerà la voce a tuo favore contro le decisioni dei capi e che si metterà dalla sua parte. Al popolo, e quindi a tutto il mondo, egli ricorda quanto è avvenuto finora: le accuse di sobillatore portate contro di te, il confronto diretto tra te e lui con il riconoscimento che non sei colpevole di nulla, il giudizio di Erode, che pure, benché superficiale e crudele, non ha trovato motivo per condannarti. Sono due dunque i testimoni ufficiali della tua non colpevolezza: tu non sei pericoloso per la società civile!
Per la seconda volta, davanti a tutti, Pilato dichiara che nessun delitto è stato commesso da te per meritare la morte. Tuttavia egli commette l'errore di parlare di punizione e di rimettere in libertà, come se tu fossi comunque colpevole. Egli vuole accontentare gli uomini, non trarre le conseguenze dalla verità; comincia a cedere alle pressioni dei tuoi nemici, preoccupato di non inimicarli a sé!
Tu, Gesù, sei nelle mani del Padre. Non godi dei giudizi favorevoli di Pilato, così come non soffri dell'avversità degli uomini, perché sai che il tuo vero avversario è il diavolo (4,12). Gli uomini ubbidiscono a lui.
E il diavolo riesce a far dimenticare al popolo i tuoi prodigi, i tuoi benefici, la tua sapienza. Egli riesce a sottomettere tutti alla sua inimicizia.
18 Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!".
19 Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio.

Tutti gridano contro di te, proclamano la tua estraneità alla loro vita. Avviene quanto dice la Scrittura, che tutti s'avventano contro il Giusto (Sap 2,12) che è d'imbarazzo per la sua giustizia. Al tuo posto vogliono libero Barabba, vero sobillatore, omicida, figlio del diavolo, che è l'omicida, nemico dell'uomo fin dall'inizio.
Essi dimostrano così quant'erano menzogneri quando t'accusavano d'essere sobillatore. Adesso vogliono libero proprio un vero sobillatore del popolo!
Signore Gesù, abbi pietà di noi! Quel popolo che grida obbedendo al nemico è la folla in cui anche noi ci troviamo coinvolti.
Le parole benevole pronunciate da Pilato a tuo favore ottengono l'effetto contrario. Pilato non è mosso da Spirito Santo per parlare bene di te, ma dal suo tornaconto. Egli è persino deciso a castigarti, pur affermando che non ti sei macchiato di nessuna colpa!
Chi grida vuole imporre addirittura anche la modalità del supplizio, la croce. Tu stesso, Gesù, avevi accennato a questa morte terribile. Avevi usato questa parola per i tuoi discepoli, perché sapevi che prima di tutto sarebbe appartenuta a te.

20 Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù.
21 Ma essi urlavano: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!".
22 Ed egli, per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà".
23 Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano.
24 Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita.
Di nuovo Pilato, sempre più indeciso, scopre di non avere autorità, di non essere ascoltato quando parla a tuo favore; scopre di non saper far altro che il burattino nelle mani di chi grida più forte. Egli vorrebbe liberarti, ma non rinuncia a voler piacere al popolo. Egli proclama che tu non meriti la morte, ma questo è ciò che vogliono coloro che gridano, e gridano sempre più forte. Hanno sete di veder scorrere il tuo sangue.
Gesù, tu hai già consegnato il tuo sangue, l'hai offerto come sacrificio dell'alleanza nuova tra Dio e tutta l'umanità. Non ti spaventi perciò, ma continui ad offrirti al Padre per bere il calice che egli ti porge.
Odi le grida dei capi, che trascinano quelle del popolo, come indicazione di come si realizzerà la volontà del Padre. Il Padre ora è il vignaiolo che pota, il contadino che getta nella terra il seme perché muoia per portare frutto!
Pilato non ti ha condannato, ma ha ceduto. Gli uomini, anche quelli che non ti odiano né ti disprezzano, sono tutti peccatori, sono tutti d'accordo che tu devi morire.
25 Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.

26 Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

Barabba viene liberato, primizia di tutti noi, peccatori, che, grazie alla tua morte, ritroviamo la vita. Noi, peccatori, rimanendo peccatori, gustiamo la gioia della vita, della pace e della comunione, grazie alla tua morte. Gesù, ti ringraziamo.

Lungo il cammino verso il luogo della tua morte, ecco, qualcuno porta la tua croce. È Simone, ma non il tuo discepolo. Egli porta la tua croce, anche se non con amore.
La sua presenza mi fa immaginare la gioia che devi aver provato nel vedere che qualcuno porta la croce dietro a te, come vero discepolo. Quella presenza fa sorgere in me il desiderio di venire, di seguirti, di portare la croce che tu porti per la tua Chiesa e per tutta l'umanità.
Gesù, accetta le mie piccole fatiche come hai accettato quella di Simone di Cirene. Tu non mi escludi dalla tua grande fatica, dalla offerta di te stesso al Padre!

torna <<<