Vangelo secondo Luca

Capitolo 23,27-43

27 Lo seguiva una grande folla, e molte donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.
28 Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
29 Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.
30 Allora cominceranno a dire ai monti :
Cadete su di noi!
e alle colline:
Copriteci!
31 Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?".
Mentre dietro a te, Gesù, viene il Cireneo con la tua croce, anche il popolo ti segue. Ti segue: come? Con amore? Con disprezzo? Con curiosità? Il popolo viene dietro a te, mettendosi così sulla via della vera salvezza, che tu doni a chi ti segue.
I lamenti delle donne interpretano i veri sentimenti che sorgeranno nel popolo: tu sei il profeta che muore, il primogenito di tutti (Zc 12,10-14): la tua morte fa soffrire tutti. Ma per quale sofferenza devono piangere? Tu lo riveli loro: motivo di lamento e di pianto sarà la sorte di chi ti rifiuta, di coloro che ti vogliono escludere dalla vita. Tu hai già pianto su Gerusalemme quando sei entrato nella città (21,23). Ora associ alle tue lacrime quelle di queste donne: la città che ti butta fuori della vigna sarà data ad altri; sarebbe meglio non esserci, non vedere, non sapere nemmeno. Se colui che ha in sé la vita viene dichiarato maledetto, che cosa può aspettarsi chi non ha la vita in sé? Se l'albero che dà frutto viene tagliato, cosa succederà a quello che non produce nulla?
Gesù, le tue parole sono triste avvertimento, annuncio che continua a risuonare, come riecheggiano le parole dei profeti mandati a sollecitare conversione, ravvedimento, attenzione a te.
Se tu non vieni accolto cambieranno tutti i riferimenti sicuri: sarà preferita la morte alla vita! La morte non sarà evitata, ma invocata!
32 Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
33 Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra.

Tu sei davvero annoverato tra i malfattori (Is 53,12): eccoli, due di essi ti accompagnano. Tu partecipi della loro vergogna e disonore.
Il luogo dove stai arrivando ha un nome triste, che ricorda la morte. Quanti malfattori e peccatori sono stati uccisi in quel luogo!
Sei innalzato sulla croce. Luca non dice chi ha piantato i chiodi nelle tue mani e nei tuoi piedi. Non è importante sapere chi ti ha messo sulla croce, perché tu vi sei salito per me, per noi, a causa mia, a causa nostra. È importante sapere che cosa tu fai, dove tu sei, che cosa tu dici.
34 Gesù diceva: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno".
Dopo essersi spartiti i suoi vestiti, li tirarono a sorte .

 

La tua prima parola è il nome che occupa da sempre il tuo cuore. Tu sei sempre rivolto al Padre, e anche ora questo nome risuona pronunciato con amore dalle tue labbra. E al Padre chiedi che faccia quello che egli ha sempre desiderato: perdonare! Tu ami i tuoi nemici, e così risplendi come Figlio dell'Altissimo (Is 53,12; Lc 6,35).
Ora sappiamo che non c'è odio nel tuo cuore, perché tu muori intercedendo per i peccatori (Is 53,12). Coloro che ti hanno voluto uccidere e ti stanno uccidendo non sanno di uccidere l'autore della vita, il vero benefattore, l'Eletto di Dio. Non sanno che tu stai compiendo il sacrificio per loro e per tutti (Is 53,8.11.12). Non sanno nemmeno di compiere le Scritture quando si dividono le tue vesti e le tirano a sorte (Sal 22,19).
35 Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: "Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto".
36 Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano:
37 "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso".
38 Sopra di lui c'era anche una scritta: "Costui è il re dei Giudei".
39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!".
Signore Gesù, mentre tu, soffrendo indicibilmente, preghi con fiducia, il popolo ti osserva: qualcuno si deciderà per te? Qualcuno comincerà ad amarti e a credere in te?
Per loro offri il dolore, la nudità, la preghiera. Così sei pronto ad affrontare nuovamente il tentatore, che ritorna. L'hai vinto nel deserto (4,3). Con forza egli ti ripropone le tre menzogne usando la voce di coloro per cui tu ti offri e preghi. La tua preghiera verrà esaudita?
I capi si sentono vincitori, essi che ritenevano d'essere minacciati dalla tua santità. Ti deridono con le parole della fede dei tuoi discepoli: Se tu sei il Cristo di Dio! Non hai voluto buttarti dal pinnacolo del tempio? Non vuoi farlo ora?
I soldati, leggendo la scritta sopra il tuo capo, ti scherniscono: non hai accettato di regnare su tutti i regni della terra? Bastava prostrarti davanti a lui, a Satana!
Il malfattore ripete la prima delle tentazioni: pensa a te stesso! E invoca misericordia e attenzione, come già molti avevano fatto.
Le sue parole però non sono dettate dal timor di Dio.
40 Ma l'altro lo rimproverava dicendo: "Non hai neanche timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?
41 Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male".
42 E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno".
43 Gli rispose: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso".
Se ne accorge l'altro malfattore, che - come il pubblicano della parabola - riconosce il proprio peccato, riconosce di meritare la pena. Egli soprattutto riconosce che tu sei il vero Re, colui che, fedele all'alleanza, sa ricordare il proprio amore, come Dio se ne ricorda e salva!
Gesù, la tua preghiera inizia ad essere esaudita! Tutti gli uomini sono peccatori, ma possono essere raggiunti dalla luce e dalla misericordia del Padre. Questo malfattore ti chiama per nome, benché non sappia usare lo stesso tono di voce di tua madre, Maria. Dal tuo nome viene sempre salvezza, perché il tuo nome è Dio che salva!
La tua risposta è quella che vorrei ricevere anch'io da te, e che ti chiedo. Sono anch'io peccatore, ma so che il tuo amore non ha limiti: tu oggi puoi farmi partecipe del tuo amore, farmi godere della comunione con te. La gioia finale, quella dell'eternità, tu me la anticipi ora: tu sei l'albero della vita del giardino, sei il centro del Paradiso. Si, Gesù, ricordati di me nella tua regalità eterna!

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