serie 1. parte 8

Vangelo secondo Marco: capitolo 1,29-34

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

29 Usciti dalla sinagoga, andarono subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.
30 La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.

La sinagoga è diventata luogo di lotta e di vittoria. Anche là è solo la tua parola che raggiunge l'uomo e lo purifica, lo risana, lo mette in condizione di ascoltare Dio e di camminare con lui. Da questo luogo, consacrato alla preghiera e all'annuncio della Parola, tu ora, con i discepoli, entri nella casa. L'abitazione dell'uomo è considerata luogo profano dagli uomini, ma coloro che hanno imparato a vivere con Dio mettono in pratica nella casa ciò che hanno udito in sinagoga. Anche la casa quindi è luogo sacro: qui la Parola diventa carne ogni giorno, diventa visibile e porta i suoi frutti. Con gioia e decisione quindi tu entri nella casa dei tuoi primi discepoli. Anche gli altri due entrano insieme: essi formano ormai una sola famiglia con te.
Anche la dimora dell'uomo è luogo di lotta e di vittoria. Qui non c'è lo spirito immondo che ti bestemmia; egli qui ha devastato il corpo della donna, lo ha reso immondo con la sua fiamma che sale dagli abissi infernali. Per la sua debolezza e la sua immondezza ella non ti potrebbe ricevere nè servire. Il nemico usa anche l'arma della malattia per ostacolarti, nuocerti e impedirti di incontrare i figli di Dio.

31 Egli, avvicinatosi, la fece alzare prendendola per mano;

Qualcuno ti riferisce questa dolorosa situazione, si fa tramite tra le sofferenze umane e te. Te l'hanno detto perché tu ti possa tener lontano dall'immondezza o perché tu intervenga con la tua parola potente, capace di far fuggire gli spiriti del male e di dominare l'effetto della loro malvagità? La donna è a letto, incapace di servire, bisognosa d'essere servita. Ella è sulla strada della morte, e già giace inoperosa. Tu non ti scomponi: sei venuto apposta per rialzare chi è caduto (Is 61,1; Gb 5,18; Sal 147,3), per donare la vita, per rendere operosa la misericordia del Padre, per rendere l'uomo capace di amare e di servire! Ti accosti alla donna e la prendi per mano: non hai paura di essere giudicato immondo tu, che hai vinto colui che provoca l'immondezza. La tua mano s'avvicina alla sua con tenerezza e partecipazione. Ma la tua mano è forza e potenza! La tua mano è la mano di Dio che ha plasmato l'uomo e lo ha tenuto per mano per insegnargli a camminare e dargli da mangiare (Os 11,3s)! La tua mano rialza la donna, la risuscita! La sua vita non è più quella venuta dalla costola di Adamo, segnata da debolezza e infermità; ora la sua vita viene dalla tua mano potente, Gesù, è vita nuova impregnata di amore e di santità!

la febbre la lasciò ed essa li serviva.

Dopo aver liberato l'uomo dominato dal maligno tu guarisci la donna dal suo influsso, dal male provocato ancora da lui. E la donna ora, dopo aver sperimentato il tuo amore liberante, risorge per amare. Il suo amore diventa servizio, vita spesa per te e per i tuoi. E tu ti lasci servire, accetti con umiltà la riconoscenza. Accetti l'amore semplice che lavora e fatica per te. Tu non sei un rabbi qualunque, che disprezza la donna, dimenticando che Dio ha dato la vita anche a lui tramite una donna! Tu ricordi tua madre, che ascolta e crede, che ubbidisce e ama nell'umiltà, e vedi che ogni donna può diventarne un'immagine!
Dopo la tua vittoria nel deserto gli angeli ti servivano. Ora qui a Cafarnao, dopo aver liberato l'uomo e la donna, anima e corpo, dagli artigli di Satana, è la donna che comincia a servire te e coloro che sono con te. In tal modo anch'essa partecipa alla tua missione, preparando i momenti più belli e più intensi di comunione con i tuoi discepoli, preparando i pasti da prendere in letizia e semplicità di cuore!
Quel giorno, il giorno della liberazione dal maligno e dal suo influsso, è il giorno della gioia di Dio per la sua creazione: è sabato. Oggi davvero la gioia di Dio è grande: tu, Gesù, la porti a compimento.

32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.
33 Tutta la città era riunita davanti alla porta.
34 Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano.

Ma anche dopo il sabato, quando scompare la luce del sole, tu continui ad essere luce e forza per malati e indemoniati. Tutti vengono da te: solo tu doni speranza, solo tu li ascolti, li tocchi, li ami. Nessuna malattia e nessun demonio possono resistere davanti alla porta della casa che ti ospita: tu hai per tutti un gesto o una parola che fa godere loro l'amore del Padre. Nessuno ti conosce, solo i demoni. Ma questi tu li fai tacere, perché ingannano sempre. La loro parola non salva, nemmeno se parlano di te. La loro parola non guarisce, non porta a Dio, perché conoscendoti non ti riconoscono e non ti chiamano "Signore"!
Coloro che sono guariti cominceranno a capire che tu sei il "Dio con noi", l'Emmanuele, perché "risani i cuori affranti e fasci le loro ferite" (Sal 147,3) e si affretteranno a ritornare al Signore perché "egli ci ha straziato ed egli ci guarirà"! Ora ha iniziato, di certo continuerà!

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