serie 2. parte 1

Vangelo secondo Marco: capitolo 1,18-22

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

18 I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno.



Vennero da lui e gli dissero:

"Perché i discepoli di Giovanni

e i discepoli dei farisei

digiunano,









mentre i tuoi discepoli non digiunano?".

Signore Gesù, stai vivendo un momento di comunione con i peccatori, seduto al banchetto organizzato da Levi per celebrare la gioia di esser stato chiamato da te. Egli ha visto il tuo amore, come di medico per i malati, e ne partecipa l'esultanza a molti! I farisei hanno interrogato i tuoi discepoli su questo tuo comportamento, criticandoti, e ora rimproverano direttamente te, accusandoti d'essere incapace di insegnare loro a digiunare. Essi sì che digiunano, e anche i discepoli del tuo precursore, ormai in prigione, digiunano. Perché essi si mortificano?
I farisei vogliono acquistare l'amore di Dio, vogliono assicurarsi con le proprie opere il diritto di entrare nel regno dei cieli! Essi, così facendo, pensano che Dio sia capace di accogliere e amare solo chi ha dei meriti, di distribuire i suoi beni a chi lo paga con preghiere e digiuni appunto; compiono queste opere di devozione e di mortificazione, sicuri di acquistare la salvezza, obbligando Dio a sentirsi debitore verso di loro.
Giovanni soffre nella prigione di Erode e i suoi discepoli partecipano alla sua tribolazione (1,14) con il digiuno. Con esso si stanno inoltre preparando alla venuta dell'Agnello di Dio! Ma Giovanni non l'aveva forse indicato come già presente? Non hanno udito che egli diceva di essere l'amico dello sposo che esultava di gioia per la sua venuta? E che questi doveva crescere, mentre egli, per volere di Dio, doveva diminuire (3,28-30)?
Nonostante l'insegnamento del loro maestro, i discepoli di Giovanni rimangono ancora in attesa.

19 Gesù disse loro:

"Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro?

 

 

Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.

Tu vuoi che i tuoi discepoli invece siano un segno della tua presenza: essi devono annunciare con la loro gioia che tu non sei solo il Maestro, ma l'amico, anzi, lo Sposo! Qui, ora, ti riveli proprio così, come lo Sposo! Tu sei lo Sposo di cui ha parlato Isaia, il profeta (62,5; 61,10), e poi Osea (2), e quindi ancora tutto il Cantico! Tu sei colui che porta a noi l'amore fedele del Padre, colui che lo rende concreto, visibile, sensibile! Tu sei lo Sposo che riempie di gioia la sposa con il suo amore sicuro e vero, stabile e forte! Tu stai preparando le nozze, anzi, stai cominciando la festa: i tuoi discepoli non possono digiunare. Se essi digiunassero tu non potresti manifestare agli uomini la tua identità, il tuo amore, il compito che hai ricevuto dal Padre.
Gesù, continua a far gioire i tuoi discepoli! Essi, gioiosi e contenti, sono il segno che tu sei l'inviato dal Padre, che sei già venuto e non dobbiamo attendere atri, che la Pienezza della vita è giunta, ci è stata donata!
Tu sei lo Sposo: la sposa deve essere la tua gioia, destinata a diventare una sola carne con te: "Chi mangia la mia carne… dimora in me e io in lui"! Eccomi Gesù, anch'io pronto a gioire con te e per te. Non devo acquistare l'amore di Dio, perché sei tu l'amore che mi è già stato donato; non devo attenderti, perché sei già qui, nè devo soffrire per la privazione di uomini santi, come Giovanni, perché sei tu colui che essi mi hanno indicato.

20 Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto:

 

 

allora in quel giorno digiuneranno.

Solo quando tu sarai "tolto" (Is 53,8), allora digiunerò! Quando il mio peccato mi farà soffrire la tua assenza, allora digiunerò. Quando il peccato del mondo mi farà sentire la tua mancanza, allora digiunerò. Digiunerò per celebrare il tuo rifiuto da parte degli uomini, perché anch'io ne sono partecipe e colpevole. Gesù, abbi pietà di me! Per digiunare e per far festa non guarderò nessun altro, ma solo te. Tu sei la regola della mia vita: sei tu il centro, il perno di ogni interiore movimento, il principio e la fine, l'Alfa e l'Omega di tutto!

 

21 Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezzo su un vestito vecchio;

altrimenti il rattoppo nuovo tira sul vecchio e lo strappo diventa peggiore.

Ora, Gesù, ci vuoi far comprendere quale grande novità tu sei per tutto il mondo. Per celebrare le tue nozze è necessario un vestito nuovo ed è necessario il vino della gioia definitiva (Is 25,6), un vino davvero nuovo! La tua venuta è una stoffa grezza ed è un vino nuovo! Chi accoglie te nella propria vita non può introdurre la tua novità in schemi preesistenti, in forme religiose costruite dall'intelligenza o dalla fantasia dell'uomo, in regole o devozioni previste per il tempo della tua attesa! Chi accoglie te diventa tutto nuovo, dentro e fuori, perché tu sei il vestito di cui noi veniamo ricoperti (Rm 13,14; Gal 3,27)! Chi accoglie te è come uno che indossa un vestito nuovo, e il suo vino ha bisogno di recipienti nuovi, capaci di adattarsi ai tuoi desideri!
Tu sei la stoffa grezza con cui può essere confezionato un vestito nuovo sulla misura di chi lo indosserà per le tue nozze, un vestito che ogni giorno dev'essere nuovo, perché ogni giorno il tuo amore crea nuove tutte le cose!

22 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi,

altrimenti il vino spaccherà gli otri,

e si perdono vino e otri.

 

 

Ma vino nuovo in otri nuovi".

Tu sei il vino nuovo che deve trovare otri nuovi per essere presentato al tuo banchetto. Tu non puoi essere imprigionato dentro modi di vivere che, pur fondati sull'esperienza o sull'intelligenza o sull'abitudine, sono incapaci di accogliere e di comunicare la tua novità.
Ogni religione vuole esprimere la volontà e la forza dell'uomo di avvicinarsi a Dio, con l'intento di guadagnarsi il suo amore e la sua presenza. Tu invece sei il dono del Padre che ci cerca e ci trova e ci copre del suo amore, prima ancora che noi ci accorgiamo di lui. Tu sei lo Sposo che non è cercato e trovato dalla sposa, ma tu stesso vieni a cercarla per prenderla con te nella tua pienezza di vita!

Gesù, grazie! Grazie che sei venuto, grazie che mi hai amato, grazie che mi accogli per donarmi un vestito nuovo e una gioia nuova! Davvero con te "le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove!" (2Cor 5,17).
Grazie, mio Signore Gesù! Gioisco per te, e soffro quando il mio peccato ti nasconde, ma solo per poco, perché la tua misericordia mi raggiunge ancora! Gesù!

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