serie 3. parte 7

Vangelo secondo Marco: capitolo 6,30-44

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

30 Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.
31 Ed egli disse loro: "Venite in disparte, voi soli, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.

32 Allora partirono in barca verso un luogo deserto, in disparte.

33 Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

34 Sbarcando, vide molta folla e ne sentì compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
35 Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi;

36 congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare".

37 Ma egli rispose: "Date loro voi stessi da mangiare". Gli dissero: "Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?".
38 Ma egli disse loro: "Quanti pani avete? Andate a vedere". Si informarono e dissero: "Cinque pani e due pesci".

39 E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull'erba verde.
40 E sedettero tutti, a gruppi di cento e di cinquanta.

41 Presi i cinque pani e i due pesci e alzati gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.


42 Tutti mangiarono a sazietà, 43 e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane, e del pesce.
44 Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Signore Gesù, coloro che tu hai inviato ritornano a te. Essi sanno che tu li hai chiamati perché stiano con te, perché sei tu che doni loro vita e pace. Essi consegnano a te tutto il loro agire raccontandoti quanto hanno fatto e insegnato. Tutto era avvenuto con il potere che tu avevi loro donato e secondo l'esempio che tu hai mostrato.
Tu li ascolti e vedi che essi hanno bisogno ancora di imparare, di conoscerti, di godere l'intimità con te, e, inoltre, dato che tutti ti cercano, hanno bisogno di risposo… Li inviti in disparte, come anche tu ti eri ritirato in disparte, e proponi il deserto. Vuoi che essi vivano insieme a te l'esperienza che il popolo aveva vissuto con Mosè? Vuoi che stiano soli per non subire l'influsso delle mode del mondo e del pensare superficiale ed effimero della gente, come il popolo aveva dovuto purificarsi dagli idoli d'Egitto?
Questo è il vero riposo: essere soli con te! Ed ecco che con loro attraversi il mare verso il deserto! Ma nel frattempo il deserto si è affollato come non mai. Ti trovi davanti una folla ancora più numerosa di quella che hai lasciato: davvero "tutti ti cercano" e lasciano tutto per stare con te. Hanno capito che tu sei il pastore. Vedendoli, con il tuo sguardo, che è quello di Dio, vedi in loro le pecore sbandate, senza orientamento, senza sicurezza e senza nutrimento, di cui parlano i profeti. Tu vedi con gli occhi e guardi con il cuore: capisci che questo è il momento voluto dal Padre: egli vuole essere il pastore che si cura delle pecore affamate e disperse, per riunirle e farle riposare. Dio lo fa attraverso di te! In te sorge la misericordia fedele di Dio, e capisci di essere tu ora la rivelazione del suo amore compassionevole; cominci a dare il cibo di cui la loro anima ha fame. La fame più intensa di cui è necessario occuparsi è quella della Parola di Dio! Infatti "non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Dt 8,3), perché "se tu non mi parli io sono come chi scende nella fossa" (Sal 28,1). Tu vuoi che l'uomo viva, e perciò gli parli, gli doni Parola di vita!
Ed ecco che continui ad insegnare, come molte altre volte hai fatto. Le ore del giorno sono sempre poche quando tu parli, perché la tua parola è dolce come il miele, e come pane sazia i desideri del cuore.
I tuoi discepoli, cui hai cominciato a dare responsabilità, ti vorrebbero dare una duplice soddisfazione: farti vedere che anch'essi vedono i bisogni della gente, e se ne occupano, e inoltre farti raggiungere lo scopo per cui sei venuto in questo "luogo deserto"! Il loro suggerimento prevede che tu congedi la folla così com'è, in modo che si arrangi: resterebbero così finalmente soli con te! Ma tu, Gesù, non hai mai sentito dire che un pastore congeda le pecore affamate!
I tuoi discepoli non hanno ancora compreso chi tu sei, e perciò nemmeno chi essi stessi sono. Se avessero capito che tu sei il Pastore, avrebbero compreso anche il loro ruolo verso quella gente. Essi hanno distribuito la Parola, ora possono anche donare il pane. Ma non capiscono che, come tu hai donato loro la parola da insegnare, così vuoi mettere nelle loro mani anche il pane da distribuire.
Come tutti gli uomini immersi nei modi di fare del mondo ove comanda mammona, essi pensano ad acquistare pane dagli uomini. Essi danno valore e peso al denaro, e perciò - benché indirettamente - approvano le ingiustizie e i peccati di cui il denaro è fautore. Tu agisci in altro modo, e anche questo insegni ai tuoi, perché la tua Chiesa si distingua dal mondo. "Quanti pani avete?". Tu ci vuoi dire che la provvidenza di Dio è sempre sufficiente, che il Padre provvede ai suoi figli senza lasciar mancare loro nulla. Quello che abbiamo è dono di Dio, e il dono di Dio non è mai poco, esso è sufficiente per il nostro compito nel tuo Regno.
I tuoi hanno cinque pani. Sono meno di quelli di cui disponeva il servo di Eliseo per metterli davanti a cento uomini (2Re 4,42), ma tu sei più grande di Eliseo! Sono cinque, come i libri della Torah! E ci sono anche due pesci, nutrienti come i Salmi e gli altri Scritti!
Ora tu non ti accontenti di dar da mangiare alla folla, ma vuoi che questa si prepari come a partecipare ad un banchetto di festa e di comunione, ordinandosi a grandi tavolate da cento e da cinquanta uomini. Nessuno deve sedersi dove vuole e soltanto con chi vuole, e nessuno può rimanere solo: ognuno farà l'esperienza di partecipare ad un gruppo, ad una comunità, che non sarà nè troppo grande nè troppo piccola, comunità che ubbidisce ai tuoi discepoli! Tutti si devono accorgere di essere un popolo, ordinato come quello di Mosè (Es 18,25), arrivato a destinazione, finalmente arrivato al riposo. Accanto a te ogni ricerca si placa, ogni sete si estingue. Il deserto non è più deserto, ma tappeto verde, come i verdi pascoli dove il pastore, Dio stesso, conduce il suo gregge! Chi sta con te, e da te riceve la parola, è un popolo, nuovo e pacifico, con un capo pastore e i suoi aiutanti che servono con ubbidienza e umiltà.
Come un capofamiglia, Gesù, prendi nelle tue mani i pani e i pesci, alzi gli occhi al cielo, gli stessi occhi con cui prima avevi visto gli uomini con misericordia: l'aiuto viene dall'alto, dove abita quel Dio che ci ha dato la vita! Verso di lui pronunci la benedizione: egli è benedetto nei secoli! I pani diventano ora pezzi nelle tue mani. I pani sono cinque, ma i pezzi, chi li può contare? Dalle tue mani passano a quelle dei Dodici, ed essi distribuiscono. Tra le aiuole di uomini passano i tuoi, come servi, gioiosi e stupiti servitori tuoi e del popolo ad un tempo. I loro cinque pani sfamano tutti i presenti, e a ciascuno di essi rimane ancora una cesta piena.
Gesù, verrò anch'io a gustare il sapore di quel pane, a godere del profumo delle tue mani che esso diffonde! Imparo anch'io, come i tuoi discepoli, e terrò gli occhi levati al cielo ogni volta che vedrò la fame sulla terra. La parola e il pane non mancheranno! Imparo a non fare calcoli, ma ad ascoltare la tua voce. Tu hai un pane che sazia ogni desiderio, tu sei il pane per tutti coloro che siedono per essere serviti dai tuoi apostoli! Grazie, Gesù!

 

 

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