serie 4. parte 5

Vangelo secondo Marco: capitolo 9,2-13

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

2 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro
3 e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.
4 E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.
5 Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia".
6 Non sapeva infatti che cosa rispondere, perché erano spaventati.
7 Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: "Questi è il Figlio mio, il prediletto: ascoltatelo!".
Signore Gesù, sei sempre attento al volere del Padre e alle Scritture. Hai rivelato ai tuoi discepoli il compimento del disegno della salvezza nella passione e nella gloria. "Dopo sei giorni": il Padre, sei giorni dopo la creazione della luce consacrò il settimo giorno (Gn 2,3), Mosè dopo sei giorni sul monte fu coperto dalla nube (Es 24,16)!
Questo è il settimo giorno da quando hai rivelato il tuo modo di essere Messia: ora sali su un alto monte, il monte della visione e dell'ascolto di Dio, dove egli può manifestarsi (Es 24). Con te prendi i tre discepoli che hanno visto risorgere la figlia di Giairo. Tu sai già cosa vorrai rivelare: questi tre sono già un po' preparati. Essi vengono con te, non come gli accompagnatori di Mosè, che si dovevano fermare a distanza. Vi accompagna il silenzio e la solitudine e le forti parole pronunciate sei giorni prima: certamente tu ed essi vi aspettate un evento importante, un dono grande dall'alto, sublime come il dono del sabato, stupendo come la vita che vince la morte! Ed ecco, vieni trasfigurato: i tre vedono te, diverso, avvolto da luce divina che irraggia persino dalle tue vesti. Queste diventano molto più splendenti di quelle dei messaggeri celesti (Mc 16,5; At 1,10), bianche come quelle dei martiri, tuoi testimoni (Ap 7,14), e dei ventiquattro vegliardi che circondano il trono e cantano la lode di Dio (4,4). Essi vedono pure il profeta che ti ha preceduto e che continua a precederti, Elia. Egli ha annunciato la fede nell'unico Dio amante dell'uomo, è stato perseguitato dalla regina che lo avrebbe voluto uccidere, è stato assunto in cielo dalla potenza di Dio! È accompagnato da Mosè, che ha condotto il popolo dall'idolatria dell'Egitto, idolatria che lo faceva mormorare e ribellarsi, alla libertà di servire Dio nella gioia e nell'osservanza dei comandi sapienti del Padre. Elia con Mosè conversano con te, Gesù. Che cosa potevi dire tu ad Elia, che cosa a Mosè, che cosa essi a te che potesse essere utile alla gloria di Dio?
Elia gioisce perché tu sei il compimento delle profezie, Mosè esulta perché tu offri te stesso affinché si formi un popolo nuovo, che dia gioia a Dio, disgustato dalle mormorazioni e dalle ingiustizie del popolo antico.
Tu sei confortato dagli esempi e dalle parole di Elia e di Mosè per continuare la lotta contro Satana, che vorrebbe impedirti il cammino verso Gerusalemme, dove ti aspetta il rifiuto e la croce.
È ancora Pietro che presta la voce al tentatore. È vero che "è bello essere qui": ma "essere qui" non è la situazione definitiva, non compie la salvezza del mondo. Le tre "capanne" che Pietro vorrebbe fare ostacolerebbero il compiersi del mistero di Dio. Pietro pensa ancora secondo gli uomini. Questa volta tu non lo rimproveri. Tu sai quanto la paura può influire sul cuore e sulla volontà dell'uomo. L'esser qui ora è dono di Dio, è reso "bello" dalla sua presenza. Se l'"essere qui" fosse costruito dall'uomo, perderebbe tutta la preziosità e tutta la bellezza. Ma ecco la nube e la voce che Mosè aveva visto e udito sul Sinai. La nube rivela la Presenza nascosta di colui la cui voce ha creato il mondo. Ora quella voce si rivolge ai tre discepoli spaventati, e parla loro di quel Maestro che sei giorni prima aveva annunciato la propria morte e risurrezione. Pietro allora aveva detto : "Tu sei il Cristo"! Ora la voce dice: "Questi è il Figlio mio, il prediletto". Gesù, com'è bello udire queste parole! Tu sei amato da Dio come un figlio, come l'unico, come Abramo amava Isacco e come Giacobbe amava Giuseppe. Dio ti porterà su un altro monte, sopra un altare, e ti vedrà venduto dai fratelli: gli rimarrà la tunica intrisa di sangue. Gesù, sei il prediletto di Dio, l'unico che gli rimane da mandare agli uomini: ma essi non avranno rispetto nemmeno del Figlio.
Agli orecchi dei tre discepoli risuona ancora la parola: "Ascoltatelo"! Proprio Mosè aveva detto a tutto il popolo che sarebbe venuto un altro profeta cui bisognava dare ascolto (Dt 18,15). Sei tu, Gesù, quel profeta: lo dice Dio stesso ora sul monte! A nessun altro dobbiamo dare ascolto. Tu sei la Parola del Dio vivente. Elia e Mosè scompaiono e tacciono, il loro ministero ora è compiuto.

8 E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
9 Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti.
10 Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risorgere dai morti.
11 E lo interrogarono: "Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?".
12 Egli rispose loro: "Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato.
13 Ma io vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui".

 

Ora rimani tu, tu solo.
Tu scendi con Pietro Giacomo e Giovanni. Essi devono custodire come un segreto l'avvenimento di cui sono stati testimoni. Non sarebbero capaci di parlarne in modo adeguato, nessuno riuscirebbe a credere loro e a cogliere il significato di quant'è successo. Quando si conoscerà la tua gloria di risorto dai morti allora conoscere questo fatto sarà di grande aiuto per tutti. I tre però non sanno che significa risorgere dai morti, e per paura di dover accettare la separazione da te e il rinnegamento di sè, non ne vogliono parlare. Ti interrogano a riguardo di Elia, che essi pensano debba preparare al Messia la strada in modo che gli sia facile e senza intoppi: così insegnavano gli scribi. Tu allora ricordi loro come invece Elia è stato perseguitato (1Re 19,1ss), e che al ricordo di Elia va associato quello di Giovanni (Ml 3,23; Sir 48,10), veramente ucciso dal re per volere della sua donna. Anche per te si compiranno le Scritture che parlano di sofferenza, disprezzo e morte. I discepoli devono prepararsi ad entrare nel mistero dell'amore di Dio, il cui compimento passa per il rinnegamento di sè, come già tu hai rivelato.

Indice

Pagina iniziale