serie 5. parte 8

Vangelo secondo Marco: capitolo 12,18-27

Testo del Vangelo
(trad. CEI 1977)

Lectio

18 Vennero da lui alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e lo interrogavano dicendo:
19 "Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 20 C'erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza.
21 Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente,
22 e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna.
23 Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie".
24 Rispose loro Gesù: "Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio?
25 Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.
26 Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe?
27 Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore".

Signore Gesù, ora vengono i ricchi sadducei a discutere con te. Questi sanno che tu hai parlato di risurrezione (8,31), di vita che si può perdere per sempre (8,35), di fuoco della Geenna (9,48), di difficoltà per i ricchi a entrare nel Regno (10,23) e di vita eterna (10,30). Essi dicono che non c'è risurrezione e di conseguenza non credono nemmeno all'importanza di Dio. Se la morte ha la vittoria definitiva su quell'opera di Dio che è la nostra vita, chi è Dio? A che cosa serve? Gli uomini che negano la risurrezione dai morti possono giustificare la propria avarizia e una lunga serie di delitti (Sap 2,10.22; 1Cor 15,32): per questo tu, Gesù, vuoi rispondere con cura alla loro domanda. Essi hanno l'intenzione di metterti in imbarazzo, in modo che tutti ridano di te, così che la gente non ti ascolti più e tu resti isolato. In tal modo capi e scribi non sarebbero impediti nel loro intento di metterti a morte.
Essi ti propongono un caso facendo riferimento ad una legge importante, quella che impegna un uomo a prendere in moglie la vedova di suo fratello, se questi non ha lasciato discendenti (Dt 25,5-10). Essa è tanto importante, che lo stesso Giuda, figlio di Giacobbe, ha dovuto suo malgrado sottomettersi (Gen 38,1), e così pure Booz, prendendo in moglie la moabita Rut (Rut 4,1): ed entrambi sono tra i tuoi antenati! Il caso che ti presentano i sadducei è fittizio, al limite del ridicolo. Dopo la morte della donna, se ci fosse risurrezione, sette fratelli se la contenderebbero a pari diritto nel paradiso.
Gesù, tutti attendono da te una parola. Riuscirai anche questa volta a meravigliare i tuoi uditori e far tacere i tuoi nemici? Tu non hai dubbio alcuno, anzi, incominci la tua risposta col denunciare l'errore di quegli uomini ricchi e nobili, uomini che contano. Essi credono di saper tutto e di poter deridere la fede dei poveri, ma sono più ignoranti di tutti. La loro ignoranza riguarda anzitutto le Scritture e poi anche le grandi capacità dell'amore di Dio. Le Scritture, che per questi tuoi interlocutori si riducono ai soli libri di Mosè, raccontano che Dio ha stipulato un'alleanza eterna con i patriarchi. Se questi fossero stati annientati dalla morte, anche l'alleanza di Dio con loro sarebbe un inganno, un'illusione. Se Abramo, Isacco e Giacobbe non fossero più, il loro Dio sarebbe un pio ricordo, incapace di sostenere la nostra speranza e quindi anche la nostra carità.
Quando Dio si rivelò a Mosè, gli parlò, sicuro di avere sempre avuto interlocutori adatti a lui, alla sua eternità e al suo amore senza limiti (Es 3,1-12; Gb 19,25).
Parlando di risurrezione questi sadducei parlano in modo infantile: infatti, facendo risorgere i morti, Dio non rimette in piedi gli uomini per renderli di nuovo bisognosi di tutto, persino di dover avere dei discendenti e quindi di avere ancora paura della morte. Tu, Gesù, conosci il Padre ed il suo amore per noi. Tu sai che nella vita che ci viene preparata per l'eternità potremo godere una pienezza che ora non conosciamo. Tu la paragoni alla pienezza di vita degli angeli, che godono di stare alla tua presenza e di lodarti. Allora non avremo bisogno di tutto ciò che ora ci occorre. Godremo una vita eterna, e non ci sarà bisogno di procurarci una discendenza.
Grazie, Gesù, che ci concedi di vedere al di là, di godere in anticipo la pace e la beatitudine che ci attende e che tu prometti a chi ti accoglie. Grazie a te noi possiamo credere e grazie alla tua risurrezione, primizia e garanzia per noi, possiamo sperare nella grande misericordia del Padre.
Tu parli volentieri di risurrezione. Ai discepoli hai già detto tre volte che, dopo che sarai stato messo a morte dagli uomini, risorgerai. Ora, proprio qui, nel tempio, davanti al luogo dove Dio riceve l'adorazione degli uomini, proprio qui ti viene data l'occasione felice di spiegare la tua risurrezione. I tuoi interlocutori pensano e programmano la tua morte, tu invece vedi i preparativi di Dio per la sua più grande opera, quella che manifesta la sua potenza d'amore: egli sta per prendere in mano "la pietra scartata dai costruttori" per farne "la pietra d'angolo", "una meraviglia ai nostri occhi" (118,22)! Tu vivi con la certezza espressa dal Salmo: "Non lascerai che il tuo fedele veda la fossa… Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra" (16,10)! Tu sai anche ciò che scrisse Daniele: "Si sveglieranno, gli uni alla vita eterna, gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna" (12,2-3). E così impedisci che nell'errore dei sadducei cadano i tuoi discepoli, tratti in inganno dall'influsso che quelli esercitano a motivo della loro ricchezza e dei loro titoli onorifici. Questi non sono apparenza aborrita da Dio?
In te, Gesù, riceveremo la vita: "Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo… Non lasciatevi ingannare" (1Cor 15,14ss.22.32).

 

 

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