serie 6. parte 4

Vangelo secondo Marco: capitolo 14,27-42

Testo del Vangelo
(trad. CEI 2008)

Lectio

27Gesù disse loro: "Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: "Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse". 28Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea".
29Pietro gli disse: "Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!".
30Gesù gli disse: "In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai".
31Ma egli, con grande insistenza, diceva: "Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò". Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.
32Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate". 35Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. 36E diceva: "Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu".
37Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". 39Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole.
40Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli.
41Venne per la terza volta e disse loro: "Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino".
Signore Gesù, ti rivolgi ai tuoi discepoli con confidenza mentre cammini con loro verso il luogo ove passare la notte.
C'è una Scrittura che li riguarda. Essa riguarda te, ma ne sono coinvolti direttamente anch'essi: "Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse" (Zc 13,7). È una parola che annuncia sofferenza e infedeltà, ma tu vuoi dare speranza. Come cosa ormai ovvia parli della tua risurrezione, quando tutto ricomincerà, e ricomincerà dalla Galilea, la loro patria, il luogo in cui essi ti hanno conosciuto.
Pietro risponde, facendo affidamento delle proprie forze e cominciando già, in pratica, a rinnegarti. Egli non crede infatti che la tua parola abbia valore per lui. Vuole distinguersi dagli altri, e così comincia a disgregare il gruppo dei tuoi discepoli. Si presenta a te senza di loro, sentendosi diverso, ritenendosi migliore. La fiducia in se stessi non risolve nessuna situazione, perché risveglia orgoglio, e l'orgoglio allontana da Dio e dalla sua grazia, unica fonte di forza e di coraggio. Pietro, la roccia, è sicuro di non cadere, di non farsi influenzare dal mondo, tuo nemico. Ma proprio lui peccherà più di tutti. Non ti rinnegherà d'istinto, ma con libera determinazione: "tre volte", cioè sapendo ciò che fa. Il gallo, che canta tutte le notti prima dell'alba, sarà testimone della verità della tua parola.
Da Pietro prendono esempio anche gli altri, ripetendo quell'affermazione che non prende sul serio la tua parola: in loro non c'è l'umiltà.
Tu sai che ora, per affrontare il tuo nemico, è necessario l'intervento del Padre e la tua unità con lui. Perciò vuoi pregare in luogo appartato. Sai che i discepoli sono stanchi, e li fai sedere. Vuoi però che i tre che ti hanno visto vincitore della morte e luminoso della gloria divina stiano accanto a te. Pensi che essi possano sostenerti nella preghiera e consolarti nell'angoscia o che siano solo testimoni della tua preghiera più intensa? Tu sai che ti rinnegheranno, come puoi attenderti da loro un aiuto? Eppure vuoi dare loro l'occasione di aiutarti.
La paura e l'angoscia ti sorprendono subito. Ti confidi con loro: essi non possono far nulla, ma possono accompagnarti e vegliare. I salmi esprimono bene la tua situazione e tu vivi ciò che quelle Scritture manifestano: "Perché ti rattristi, anima mia?" (42,6); "Per il pianto si struggono i miei occhi" (31,10); "L'angoscia è vicina e nessuno mi aiuta" (22,12).
Avevi raccomandato e comandato molte volte di vegliare: questo è il momento. Ai discepoli non chiedi di pregare per te: la preghiera "serve" a chi prega per rimanere figlio di Dio! Tu chiedi quindi ai tuoi di stare attenti, di non lasciar passare questo momento come fosse nulla: è il momento della tua preghiera, è la tua Ora. Anche il tuo corpo è affranto e tu continui a cadere a terra, ma rimane vivo in te il desiderio del Padre, e lo chiami. Grazie, Gesù, che hai lasciato udire ai tre discepoli la tua preghiera di fiducia e abbandono. Dio è il Padre tuo: tu sei certo del suo tenero amore, e per questo lo chiami confidenzialmente "Abbà". Sai che egli è l'onnipotente, a cui nulla è impossibile. Ma sai pure che la sua volontà racchiude l'amore più grande. Questa vuoi che si realizzi, benché a te costi sofferenza, angoscia e morte.
Dopo la preghiera cerchi Pietro, ma non lo trovi: ha ceduto al sonno. Egli non è presente a se stesso, non sa cosa succede, non sta vegliando. Gli raccomandi ancora di vigilare e di riempire la veglia di preghiera: senza preghiera la tentazione ci travolge e i desideri santi e pii, anche i propositi più belli, non si realizzano. Non bastano le promesse, è necessaria una fatica concreta: la carne è debole, e solo Dio la può sostenere (Sal 51,14); è necessaria perciò la nostra unione con lui, la preghiera. Tu doni l'esempio continuando a pregare e due e tre volte. Sei deciso a volerti offrire al Padre, a realizzare il suo disegno previsto e predetto già dai profeti e da tutte le Scritture. Gli uomini hanno bisogno di essere salvati.
Quando arriva Giuda tu sai che l'Ora è arrivata. Egli ti consegna a quegli uomini che hanno deciso la tua morte. La tua preghiera è terminata, la Volontà del Padre si compie, le Scritture si realizzano. Non serve più che i discepoli veglino, possono continuare a dormire. Se si svegliano adesso è solo per scappare, per realizzare la parola che tu hai ricordato loro: "Le pecore saranno disperse".
Anche in questo momento sai d'essere il Figlio dell'uomo: sei il Figlio che soffre ed è rifiutato dagli uomini per essere accolto nella vera gloria, quella dell'amore del Padre.

 

 

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