serie 6. parte 5

Vangelo secondo Marco: capitolo 14,43-52

Testo del Vangelo
(trad. CEI 2008)

Lectio

43E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.
44Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta". 45Appena giunto, gli si avvicinò e disse: "Rabbì" e lo baciò.
46Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono.
47Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio.
48Allora Gesù disse loro: "Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. 49Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!".
50Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono.
51Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. 52Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
La tua angoscia, Gesù, è finita. Ora devi essere attento a coloro che arrivano nel buio della notte. Anzitutto, ecco il discepolo, quello che mangiava con te, Giuda: l'evangelista continua a dirci che è "uno dei Dodici". Questa memoria rende la Chiesa umile, cosciente della propria povertà e miseria. Il peccato più grave è sorto in mezzo ad essa. I nemici più pericolosi non gettano tanta confusione quanto l'amico che volta le spalle (Sal 41,10). Tu vedi arrivare Giuda accompagnato da chissà chi: non hai voluto dare un nome se non ai mandanti, cioè tutti i gruppi che formano il Sinedrio. Coloro che sono venuti sono "una folla", in mezzo alla quale molte volte pure io mi sono nascosto o mi nascondo. Le spade e i bastoni di questa folla lasciano intendere che s'aspettano una reazione armata dei tuoi discepoli. Ma tu hai addestrato i tuoi ad essere "agnelli in mezzo a lupi".
Giuda aveva preparato quella folla a riconoscerti: egli ti avrebbe dato il bacio, quello che il discepolo dà al suo maestro.
Gesù, quel bacio è stato per te il dolore più grande. Il segno dell'affetto e dell'amore è diventato l'ordine di arrestarti, di legarti e di condurti via. Il segno dell'amore è stato trasformato (Sal 55,21-22). Tu hai lasciato fare, senza opporti, in silenzio. Ed eccoti legato: non più un uomo libero, tu che doni la vera libertà; nelle mani degli uomini, tu che ne hai liberati molti dalle loro infermità.
Una spada cade sul capo del servo del sommo sacerdote: Marco non ci vuol dire chi è stato e nemmeno come tu hai reagito a questo colpo di spada. È stato un tuo discepolo ad affrontare il mondo servendosi delle sue stesse armi? Mettendosi sul suo stesso piano? Su questo piano il mondo è più forte. I tuoi veri discepoli hanno altre armi per difendersi, hanno il tuo amore e la tua pace.
Il sommo sacerdote è stato colpito nel suo servo: vien reso manifesto così chi è il mandante di questa uscita notturna. Egli ha perso l'orecchio: è svergognato, e anche destituito della sua consacrazione, perché l'orecchio era stato bagnato dal sangue del sacrificio quando il sommo sacerdote fu consacrato. In questo momento diventi tu il sommo sacerdote vero, perché tu ti sei offerto a compiere il vero e unico sacrificio di te stesso per la salvezza di tutti.
A questa folla di gente pagata, che non ti conosce, tu vuoi parlare per rivelare il significato di quanto stanno facendo. Se si sono mossi di notte è segno che essi stessi conoscono l'illegittimità della loro azione. Sono i ladri e i malfattori che agiscono di notte. Tu entravi ed uscivi e insegnavi di giorno nel tempio. Se tu fossi stato davvero un brigante, ti avrebbero potuto e dovuto cercare di giorno. Sono essi i servi delle tenebre. Tu non hai paura della luce.
A loro tu doni però anche la chiave di lettura di tutto questo: "Si compiano dunque le Scritture". Tu ti abbandoni alla volontà del Padre, volontà che le Scritture rivelano. Anche la loro malvagità e malizia e menzogna realizza i piani di Dio. Così ti manifesti ad essi, se vogliono capire, come il Messia, il Servo di Jahwè, rifiutato e perseguitato (Is 53,12).
I tuoi discepoli sono ora il gregge disperso. La paura di essere arrestati insieme con te li fa fuggire. Non hanno pregato, non hanno vegliato, non sono pronti a resistere alla tentazione. Tu l'avevi detto loro che chi non prega, chi non si affida costantemente al Padre, non può resistere. Gesù, abbi pietà! Tu invece avevi pregato, perciò nulla ti sorprende né ti meraviglia, e nulla rifiuti.
Anche il ragazzo coraggioso fugge. Gesù, tu sai chi era: voleva amarti, voleva seguirti. Le sue forze non bastano. Che cosa vuoi dirci con questo semplice episodio? Quel ragazzo vestito di un lenzuolo chi rappresenta? È simbolo dei discepoli, che avevano protestato il loro coraggio e promesso fedeltà, ma sono poi caduti come "il più coraggioso fra i prodi che fuggirà via nudo" (Am 2,15) ?
Chi "va via nudo e lascia vedere le sue vergogne" (Apoc 16,15) è colui che non ha vigilato e non riesce a conservare le sue vesti.
Sono io quel ragazzo che voglio seguirti solo fin che è facile e bello? Se non ti seguo nell'umiliazione non mi resta proprio nulla!
Oppure è un simbolo di te, che, lasciato agli uomini il tuo corpo, te ne vai libero da tutti i condizionamenti umani?
Risorgendo lascerai il tuo lenzuolo alle nostre mani, mentre tu esci dal sepolcro e da questo mondo per ritornare al Padre!
Gesù, tienici con te nel giorno della prova.

 

 

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