serie 6. parte 10

Vangelo secondo Marco: capitolo 15,42 - 16,8

Testo del Vangelo
(trad. CEI 2008
)

Lectio

42Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, 43Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch'egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. 44Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. 45Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all'entrata del sepolcro.
47Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

16 1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: "Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?". 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura.
6Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"".
8Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.

Signore Gesù, il tuo forte grido risuona e riecheggia, mentre un uomo saggio e fedele prende coraggio per decidere un gesto di onore verso di te: non vuole che il tuo corpo finisca nell'infamia della fossa comune dei condannati, e chiede a Pilato di poterti dare sepoltura. È Giuseppe. I tuoi discepoli non ci sono. È vero, a Gerusalemme essi sono come forestieri, non si sanno muovere: sono ancora spaventati e rimangono nascosti.
Giuseppe di Arimatea riceve così il dono del tuo corpo da Pilato: egli glielo concede, benché tu sia stato condannato per motivi politici. Egli stesso è meravigliato della tua morte già avvenuta: vuol esserne certo. Tu sei morto davvero, la tua morte non è apparente! Tutti i particolari narrati da Marco sono per noi preziosi. Ne vorremmo persino di più, ma questi devono bastare per dare forma al nostro amore per te. Giuseppe compra un lenzuolo per avvolgerti. Per lui tu non sei un maledetto, anzi, sei la sua benedizione. Ti fa entrare nel suo sepolcro (Mt 27,60), scavato nella roccia: stanza di attesa, luogo in cui avverrà il fatto più bello e sconcertante della storia umana e divina. E la grossa pietra rotola sull'ingresso, chiudendolo. Con quella pietra gli uomini chiudono la tua vicenda, per sempre.
Vorrei imitare Giuseppe, membro del Sinedrio, ad avere un amore per te così coraggioso da andare contro l'operato degli altri uomini importanti, quelli del Sinedrio. Le donne seguono Giuseppe, anzi no, seguono te portato da Giuseppe, tenendo gli occhi ben aperti. Esse sono silenziose testimoni.
La notte trascorre, vien celebrato il sabato: questa volta è una festa triste, di silenzio, di attesa.


Trascorre anche il sabato e finalmente le donne, che ti hanno amato e seguito persino al Calvario, possono recarsi, con i loro profumi, al tuo sepolcro. Sorge la luce, sorge anche dentro di loro.
La loro preoccupazione, dettata dalla coscienza della loro incapacità, riceve subito risposta: non occorre rotolare la pesante pietra perché quella fatica è già stata fatta.

Nel luogo dove esse sono certe di trovare il tuo corpo morto, trovano invece un vivente, uno con la veste bianca, il colore delle vesti degli esseri celesti che non conoscono la morte.
E questi è giovane, promessa di vita, di futuro, di novità.
Egli è seduto: sta riposando da una fatica? È già da tempo lì ad attenderle?
Egli è seduto sulla destra, come tu - Figlio dell'uomo - sei ora seduto alla destra del Padre.
Le donne hanno paura: percepiscono di trovarsi alla presenza di qualcuno che viene dall'alto, da Dio.
Quel giovane ha un messaggio sicuro. Anzitutto, come tutti i messaggeri celesti dice: "Non abbiate paura". Di Dio e delle sue opere non si deve aver paura! Egli agisce sempre per il nostro bene, per la nostra salvezza.
Il giovane sa cosa cercano e cosa già sanno le donne, e lo dice, per rassicurarle: "Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso". Il crocifisso "è risorto"! Non è più presente in quel luogo preparato per i morti.
Gesù, sei risorto. Cosa significa?
La morte non ti tiene in suo potere, non ha distrutto le tue parole, non ha paralizzato per sempre le tue mani e i tuoi occhi. Tu sei vivo e continui a camminare davanti: i discepoli devono seguirti ancora, ricominciando dalla Galilea. Quanto avevano imparato da te là, nei dintorni del lago e sul lago stesso, è tutto valido, non deve andar perduto. I discepoli riprenderanno a camminare, a parlare, a prendere per mano i malati, a parlare alle folle: tu, risorto, sarai con loro.
Gesù, le donne, tanto coraggiose da accompagnarti al Calvario, ora sono spaventate, e tacciono. Il loro silenzio stupito continua nella vita di coloro che ti amano e credono in te.
Prima di parlare anch'io "sto in silenzio, non apro bocca", attendendo che tu agisca. Ti seguirò in Galilea, Gesù, là dove gli uomini hanno bisogno di Dio. Là sei tu, prima di me!

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