Gli orsi in Trentino

Lettera originale apparsa su "Vita Trentina" n.4 del 29 gennaio 2006

 

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Ho ereditato da mio padre l'amicizia per s. Romedio e per il suo orso! Mio padre conosceva solo quello che il santo tiene ben sellato e imbrigliato, addirittura con tanto di museruola! Da ragazzo percorrevo addirittura a piedi e da solo i vari chilometri di campagna e di bosco che mi portavano all'eremo del Santo, senza alcuna paura di incontrare la sua "speciale" cavalcatura! Oggi le cose sono un po' cambiate. I venti orsi che abitano felicemente le nostre montagne non devono chiedere il permesso a nessuno, per scendere a valle e risalire qualunque dirupo per presentarsi ad un eventuale pellegrino, intento alla sua meditazione sulle cose del cielo, e distrarlo bruscamente!    
Finora non ho avuto la fortuna di incontrare di persona il "giumento" di S.Romedio, ma ho avuto la disgrazia di scoprire le orme del suo passaggio ai bordi della mia passeggiata preferita nei boschi. Da allora ogni mia escursione anche breve è rovinata: devo continuamente alzare lo sguardo o girarmi indietro, preoccupato di tener d'occhio la situazione in tutte le direzioni. Se sbucasse un orso? Come farò l'anno prossimo, che gli orsi saranno trentacinque? E tra due anni quando saranno una sessantina? Come potrà quella mamma avventurarsi nel bosco con il suo bambino a far due passi tranquilli? Penso anche ai ragazzi esploratori: quali tende useranno per i loro campeggi? I raccoglitori di funghi dovranno munirsi di scacciacani speciali, ammesso che servano!  

Come potrà quella mamma avventurarsi nel bosco con il suo bambino a far due passi tranquilli?

Penso anche ai ragazzi esploratori: quali tende useranno per i loro campeggi?

I raccoglitori di funghi dovranno munirsi di scacciacani speciali, ammesso che servano!

Cominciano a venirmi poi altri pensieri, da quando il plantigrado è stato visto a venti metri dal cimitero: i miei parrocchiani non usciranno più da soli la sera per venire alle prove di canto o alla catechesi! Devono passare vicino al bosco, devono attraversare un tratto libero da case, un po' buio, qualcuno al ritorno sarà solo per cento metri: se anche fosse vero che l'orso è amico dell'uomo, chi impedisce a quest'ultimo un breve infarto? Altri pensieri ancora: ma chi ha dato il permesso di importare un animale tanto bello nel recinto, ma così temuto al di fuori di esso? Chi ne ha pagato e ne paga le spese? Sembra siano molto onerose, dato che nessuno di coloro che ne sono al corrente se la sente di renderle pubbliche! Io non vorrei proprio contribuirvi! i miei parrocchiani non usciranno più da soli la sera per venire alle prove di canto o alla catechesi!

chi impedisce a quest'ultimo un breve infarto?

Chi ne ha pagato e ne paga le spese? Sembra siano molto onerose, dato che nessuno di coloro che ne sono al corrente se la sente di renderle pubbliche! Io non vorrei proprio contribuirvi!

E allora, fin che questi nostri amici sono in letargo e non mi sentono, potrebbe qualcuno proporre un referendum popolare, che interessi la parte ovest del Trentino, escluse ovviamente le città, che non hanno questi problemi? Il referendum potrebbe verificare il grado di gratitudine dell'uomo a questo amico, che tutti vorrebbero vedere, ma in modo da essere al sicuro dalle sue imprevedibili reazioni! Se il referendum può essere solo abrogativo, si potranno toccare le leggi dei cacciatori, che allungheranno la lista gloriosa di quelli che cent'anni fa ricevevano addirittura un premio, quando portavano in Comune qualche prova dell'avvenuta cattura!
Non è mio compito fare queste proposte, ma assolvo ad un obbligo cui mi hanno costretto ormai parecchie persone un pochino più impacciate di me.