Meditazione 3

3.

Sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. (Mt 1,18)

San Matteo non contempla la nascita di Gesù dal punto di vista di Maria, ma si sofferma a considerare le reazioni e le azioni di Giuseppe. Attraverso di esse veniamo aiutati a riconoscere chi è Gesù e quanto è grande e piena la sua relazione col Padre.

Maria è promessa sposa a Giuseppe. Deve essere accaduto ciò che ancor oggi accade in oriente. Già da ragazzina Maria è destinata dai genitori ad un giovane, che, quando sarà cresciuta, andrà a prenderla per portarsela solennemente a casa. La ragazza aspetta quel giorno con maggiore o minor gioia, sicuramente con poca consapevolezza di ciò che l’attende, con evidente imbarazzo per la novità della vita che altri stanno preparando per lei.

Maria è all’alba della sua storia. nella sua mente e nel suo cuore c’è un nome, un nome con un significato profetico: “Dio ha aggiunto, Dio ha fatto un dono”! Il nome di Giuseppe ricorda il figlio prediletto di Giacobbe, quel figlio che è arrivato quando ormai il Patriarca stava rassegnandosi a non averne dalla moglie preferita. Dio ha fatto un dono! È anche per Maria un dono di Dio l’uomo che attende con pazienza la sua crescita? Oppure lei stessa è un dono di Dio per il giovane che la sta pensando? I doni di Dio infatti sono sempre inattesi; sorprende sempre il Dio di Giacobbe! Egli è un Dio abituato a dare agli uomini dei compiti grandi prima di rivestirli di sapienza o di rallegrarli con la sua benevolenza. Così egli ha agito con i Patriarchi, così ha trattato Mosè e pure i profeti. Egli non cambia facilmente il suo modo di fare con gli uomini: conosce troppo bene il loro cuore e le loro tentazioni.

Il dono di Dio per Maria e quello per Giuseppe è certamente un dono nuovo, inatteso, insperato, un dono che anzitutto esigerà che essi esercitino fede e speranza e soffrano una specie di morte insospettata.

Eccolo il dono, un dono che arriva prima ancora che si compia il loro sogno, un dono che li unisce nella sofferenza e nella fede prima di ogni previsione: “Prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta…”. A questo punto l’uomo non capisce più nulla. E la donna non ha nulla da dire, perché ella non ha fatto nulla né in bene né in male. Il rischio è uno solo: che tutti pensino male, che tutti accusino, che tutti giudichino e condannino lei, che sa solo vivere in silenzio. “Dio ha fatto un dono”. È questo un dono di Dio? Un dono che porta un peso enorme sulle spalle di Maria, un dono che lascia Giuseppe senza fiato, senza gioia, senza parole e senza prospettive. Il dono di Dio è un figlio, è un bambino, è una vita che si sta preparando a venire alla luce. Un figlio è un grande dono, ma questo figlio sta arrivando in un modo nuovo, che gli uomini non conoscono: nessun altro figlio è venuto così! Non è prematuro il tempo in cui egli arriva? Non è imprudenza da parte di Dio farlo arrivare in questo modo? Gli uomini giudicheranno la madre come adultera, il padre come ingenuo e sfortunato, il figlio come figlio di peccato. Il dono di Dio mette a dura prova la fede e la pazienza sia di Maria sia di Giuseppe. È messa a dura prova la fiducia che Giuseppe nutre per la sua sposa. E il loro amore reciproco rischia di sfumare in un nulla, anzi, rischia di cedere il posto all’accusa, alla condanna e all’incomprensione perpetua.

Com’è strano il dono di Dio! Come sono strani gli interventi dello Spirito Santo! Maria e Giuseppe devono prendere decisioni del tutto indipendenti da quelle suggerite dal buon senso e dall’opinione comune. Essi si trovano a dover vivere soli davanti a Dio: non possono confidare a nessuno il proprio dubbio o il proprio turbamento.

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Padre santo e buono, noi ammiriamo i tuoi modi di fare. Ora che abbiamo conosciuto il mistero della nascita del tuo Figlio, ti lodiamo e ti benediciamo perché hai messo Maria e Giuseppe nella condizione di esercitare una fede grande e impegnativa. Quella fede è l’atmosfera in cui tuo Figlio è nato, il calore in cui è stato accolto nella nostra umanità. Ti ringraziamo, Padre, perché a Nazareth, nel cuore dei promessi sposi Maria e Giuseppe, ci fai vedere le radici di quella fede che ha sostenuto Gesù negli anni della sua manifestazione e nei giorni del suo rifiuto da parte dei grandi.

Ti ringraziamo, perché il venire del tuo Figlio nel mondo in un modo così inaspettato, tiene il nostro cuore lontano da ogni pregiudizio e da ogni tentazione di condanna dei nostri fratelli!

Gloria a te, oggi e sempre!