Battesimo di Gesù
(Studio S.Giovanni Battista, 2008)

Teofania al Giordano

Il nostro sguardo è attirato da Gesù, nudo nell'acqua del fiume Giordano.
Là accorrono i peccatori, richiamati da Giovanni, che predica penitenza e conversione: quei peccatori non appaiono nell'icona, perché oggi siamo noi a godere il frutto di questo mistero. Gesù è attirato proprio dai peccatori che non potranno mai salvarsi, mai liberarsi dal peso e dalla condanna dei loro peccati. Egli entra nelle acque per assumere su di sè il castigo dei peccati di tutta l'umanità e così salvare gli uomini. Questo è l'amore più grande, è amore perfetto, amore divino, che rallegra Dio Padre: egli con la voce rivela che Gesù è il Figlio suo, mentre lo Spirito Santo, colomba aleggiante sulle acque, scende e si posa su di lui, da ora dimora privilegiata della divinità. Gli angeli lo adorano, custodendo le sue vesti, mentre Giovanni si china a versare l'acqua sul suo capo. Giovanni è stupito dell'umiltà di Gesù, un'umiltà più profonda della sua: egli vorrebbe essere battezzato dal Signore, ma questi vuol compiere "ogni giustizia", vuole cioè realizzare fino in fondo la volontà del Padre. Il Padre infatti gli ha chiesto di offrire il suo corpo in sacrificio: "Noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo" (Eb 10,10). Giovanni ha profetizzato la scure alle radici dell'albero: il popolo di Dio viene tagliato come un albero per far posto al pollone che spunterà dalle sue radici, ed ecco Gesù uscire dall'acqua come un nuovo nato dal grembo materno. Quell'acqua richiama quella del Mar Rosso e del Giordano, che si sono aperte al passaggio del popolo guidato da Mosè e da Giosuè: "Il mare vide e si ritrasse, il Giordano si volse indietro". Mare e Giordano sono raffigurati qui come due piccoli personaggi nell'acqua, per rammentarci che tutte le Scritture sono profezia di Gesù, Figlio amato dal Padre, che compie la sua volontà di salvare tutti gli uomini.

            

Copertina 2011