28/07/2002 Domenica 17 del Tempo Ordinario - Anno A

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
1 Re 3, 5. 7-12 118 Romani 8, 28-30

Matteo 13, 44-52

Le letture di oggi sono una bella fonte di riflessione e di consolazione, nonché di orientamento per le nostre scelte! Iniziamo dalla prima, che ci offre la preghiera del giovane re Salomone, mentre diventa cosciente del suo compito di governare il popolo. È una preghiera esemplare, glielo dice Dio stesso! Egli non pensa a sé mentre prega, non chiede - e quindi non desidera - una propria grandezza vanitosa, né ricchezza, né piaceri: tentazioni queste che di solito occupano il cuore di chi riceve incarichi di governo! Egli, come spesso i giovani, vorrebbe compiere il suo dovere in modo che torni utile al popolo, e chiede a Dio quindi docilità verso di lui, saggezza e discernimento. Fosse questa la preghiera che anche noi rivolgiamo al Signore! Egli l’ascolterebbe senz’altro, come ha ascoltato ed esaudito il giovane Salomone!

Pregare! Bisogna imparare a pregare! Gesù ha insegnato a pregare, gli apostoli hanno imparato a pregare, i santi hanno cercato maestri di preghiera!

E io? Penso di saper pregare perché so domandare a Dio salute, lavoro, coniuge, benessere? Devo imparare a pregare, e perciò devo anzitutto imparare a coltivare i desideri più grandi e più belli, quelli che trasformano la mia vita secondo il modello del vero uomo che è Gesù Cristo! Quando i miei desideri combaciano con quelli di Dio, la mia preghiera piacerà anche a lui! E allora sarà senz’altro esaudita, e la mia gioia sarà grande perché sentirò su di me la mano e lo sguardo del Padre mio!

San Paolo ci dice oggi che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”! Tutto concorre al bene! Non ci spaventiamo quindi dei contrattempi, delle difficoltà e delle sofferenze: tutto concorre al bene!

La mia preghiera quindi non sarà rivolta a cambiare ogni giorno quanto capita, perché Dio sa volgere al bene tutto. La mia preghiera desidererà che io sia “conforme all’immagine del Figlio suo”. Terrò sempre presente Gesù, perché ciò che è suo diventi mio, perché ciò che è nel suo cuore entri anche nel mio, perché i suoi pensieri diventino miei!

Gesù Cristo quindi diventa il mio tesoro. Egli un tesoro presente in ogni evento, perché tutto concorre al «bene»! Alcune situazioni forse pesanti o anche semplicemente banali e quotidiane sono il luogo ove si “nasconde” il mio tesoro! Quel «campo» nessuno lo invidia, nessuno lo cerca, nessuno capisce perché io lo ami tanto e non me lo lasci occupare da altri. Solo io so che là è presente, benché nascosto a tutti, il Signore della gloria!

La preghiera che imparo dagli apostoli mi fa desiderare Gesù come il bene unico e sommo: lo cerco con tutto il cuore, come il mercante cerca la perla più preziosa! La preghiera mi aiuterà quindi a disfarmi di tutto ciò che occupa lo spazio del Signore nella mia vita, perché solo lui ai miei occhi diventa degno di me! La vera preghiera mi aiuta a relativizzare tutte le cose buone e ogni bellezza, anzi mi aiuta a rinunciarvi, perché non m’impediscano di ospitare l’Unico, il Tutto!

Anch’io diventerò capace, come gli angeli, di discernere il buono dal cattivo, ciò che mi fa crescere da ciò che m’impedisce di vivere. Gli angeli lavoreranno solo alla fine del mondo, io comincio già ora, non a giudicare gli altri, ma a giudicare in me stesso i sentimenti, le parole, le scelte, i desideri, i divertimenti, le vacanze, le compagnie, le letture, le occupazioni del cosiddetto tempo libero per poter separare e gettare nella fornace quello che deve bruciare!

I discepoli hanno capito il discorso di Gesù.

La preghiera aiuterà anche me a capire, e non solo a capire! 

Signore Gesù, prega tu in me, metti tu in me i tuoi desideri: troverai molto da cambiare, molto da bruciare, molto da gettare. Agisci pure con la tua serietà. Sei stato la perla e il tesoro per i tuoi Apostoli, lo diventerai anche per me!

 

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