10/11/2002 – 32ª domenica del Tempo Ordinario - Anno A |
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I LETTURA |
Salmo | II Lettura | Vangelo |
Sapienza 6, 12-16 |
62 |
1 Tessalonicesi 4, 13-18 | Matteo 25, 1-13 |
“Di
te ha sete l’anima mia”, “ti benedirò finché io viva”! In questo
modo rispondiamo all’annuncio della prima lettura. Essa parla della Sapienza
come se fosse una persona.
Comprendiamo
facilmente che questa Sapienza è quella di Dio, e facilmente riusciamo ad
identificarla con il suo Spirito o con la sua Parola, il Verbo eterno che ci
viene incontro, anzi, che ci viene a cercare perché noi siamo preziosi ai suoi
occhi!
“Chi
veglia per lei sarà presto senza affanni”! Una parola questa che dice
dove devono dirigersi i nostri pensieri e i nostri desideri. Nel nostro cuore
non devono diventare importanti i desideri egoistici, materiali, finalizzati al
nostro benessere fisico: resteremmo in balia di ciò che piace ai nostri sensi o
delle ambizioni, e quindi degli apprezzamenti o delle critiche altrettanto
materiali ed effimere degli altri uomini. Tenendoci a contatto con la Sapienza,
riflettendo su di essa, desiderandola, cercandola, maturiamo interiormente una
forza nuova, la libertà da tutto e da tutti, una serenità invidiabile. Chi con
sincerità cerca la Sapienza si troverà immerso nel cuore di Dio, da cui essa
proviene!
La
riflessione e il desiderio della Sapienza ci prepara ad ascoltare la parabola di
Gesù. In essa egli mette a confronto due gruppi di persone. Sono due gruppetti
di “vergini”, uguali per numero,
ma diverse per il loro modo di fare. Le prime sono definite stolte.
La loro stoltezza consiste nel non saper prevedere ciò che deve avvenire, e
quindi nel non badare a prepararsi. L’avvenimento, che dovrebbe essere atteso,
è l’arrivo dello sposo per
celebrare le sue nozze. Esse sanno che
egli deve venire, ma non fanno nulla per essere pronte al suo arrivo! Questo è
segno chiaro che sono prive di amore per lui, non vivono in vista della sua
venuta e delle sue nozze, rimangono immerse nella propria superficialità,
trattenute dalla propria comodità.
Le
altre sono “sagge”. Esse, prima di
lasciarsi prendere dal sonno, com’è naturale all’arrivo della notte, a
differenza delle prime prevedono tutto, preparano le proprie lampade e preparano
l’olio da usare nell’attesa, nel caso questa dovesse prolungarsi. Nessuna di
esse infatti conosce l’ora dell’arrivo dello sposo. Quando si leva il grido
che annuncia l’arrivo dello sposo, proprio a
mezzanotte, queste sono pronte. Esse sono pronte ad accompagnare con la luce
i passi di colui che ha preparato le nozze! Le stolte
invece devono andare in cerca dell’olio, per di più in un momento in cui non
è facile trovarlo! E nessuno può risparmiare loro questa fatica!
È
facile comprendere cosa voglia far intendere Gesù. Molte volte, anche con altre
parabole, egli ha insistito nel dire ai discepoli e a tutti che bisogna essere
pronti! Di che prontezza si tratta? Evidentemente è pronto chi accoglie lui, il
Salvatore, l’inviato di Dio, colui di cui il Padre si compiace! Chi lo
accoglie, e ubbidisce alla sua Parola, e si fa portatore del suo Spirito, costui
sarà pronto in ogni momento ad accompagnarlo! Non devi perciò attendere: fa
subito tutti i passi possibili per divenire “suo”, suo discepolo, suo
imitatore, suo amico! Non aspettare a convertirti! Non aspettare: egli potrebbe
adoperarti subito, egli ti potrebbe chiedere tra poco la tua disponibilità. Se
in te l’amore per lui non è vivo, l’occasione propizia passerà e rimarrai
nel tuo buio, nella tua solitudine, e in te crescerà il senso dell’inutilità
e la disperazione! Nessuno può rispondere al tuo posto. Tu puoi chiedere agli
altri che preghino per te: ma se tu non ti decidi ad essere di Gesù, a che
servirebbe la preghiera anche di molti?
Nella
seconda lettura San Paolo dice una parola a proposito della morte dei credenti.
Abbiamo commemorato da poco i nostri cari defunti, conoscendo proprio quello che
ci dice oggi l’apostolo. Dal momento che Gesù è risorto, la risurrezione è
divenuta la nostra speranza. Egli ci radunerà per stare sempre con lui, e
formeremo l’assemblea che loda Dio nell’eternità! Questa rivelazione ci
permette di essere sereni e contenti quando muore qualcuno di noi: egli non è
sparito o finito nel nulla, ma vive con il Signore, e attende che anche noi lo
raggiungiamo nella stessa vita eterna e gloriosa!
Questa
certezza diviene il fondamento di quella sapienza che ci fa intelligenti in ogni
momento della vita! Colui che sa dove possiamo arrivare, fa di tutto per non
perdere la strada! Gesù è risorto per noi: lo voglio amare subito, subito lo
voglio ascoltare! Alleluia!
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