05/05/2002 - Domenica 6 di Pasqua - Anno A |
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I LETTURA |
Salmo | II Lettura | Vangelo |
Atti 8, 5-8. 14-17 | 65 |
1 Pietro 3, 15-18 |
Giovanni
14, 15-21 |
Le letture di oggi cominciano a prepararci alla celebrazione della Pentecoste.
Nel giorno della sua Risurrezione Gesù aveva alitato il suo santo Spirito sui discepoli per abilitarli al perdono dei peccati. Egli era morto e aveva versato il sangue proprio per il perdono dei peccati, ma nessuno sarebbe capace di trasmetterlo se non per opera dello Spirito di Dio. Di questo Spirito egli aveva parlato durante la Cena pasquale, lo aveva promesso, lo aveva presentato con vari nomi come il protagonista di varie attività. Nel brano di oggi lo presenta ancora come il Consolatore. Il testo greco usa il termine Paraclito, termine che noi potremmo tradurre in vari modi, secondo la situazione in cui ci troviamo. Paraclito vorrebbe dire “colui che è chiamato a stare accanto”! Dio chiama a stare accanto a noi colui che ci consola, ma anche ci difende, o ci esorta, o ci suggerisce, o ci risveglia, o ci assiste in molti modi, secondo le necessità dei vari momenti della vita.
È sempre necessario per noi un «Paraclito»! Ecco, ora ci è stato dato. Egli è lo Spirito di verità! È quello Spirito che ci fa vivere davvero, ci fa stare dentro la luce di Dio, non solo per sapere e conoscere le vere realtà che ci attendono e il vero significato di quelle che viviamo, ma anche perché noi stessi diventiamo «verità», cioè manifestazione del Dio “Amore” per i nostri fratelli.
La venuta dello Spirito in noi fa nascere una nostra conoscenza piena anche di Gesù. Lo Spirito Santo ci rende capaci di amarlo davvero, di rispondere al suo amore in modo pieno, cioè osservando la sua parola. Amare Gesù, infatti, non è questione di sentimento, ma di obbedienza. Chi ama anzitutto ascolta, prende sul serio le parole pronunciate dalla persona amata, se le ricorda e ne fa tesoro. Chi ama Gesù custodisce la sua parola e cerca di viverla. L’amore è davvero il centro del mistero di Dio e dell’uomo: “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui!” La vera conoscenza di Gesù e del Padre non possiamo presumere di ottenerla con lo studio o con elucubrazioni intellettuali, ma soltanto attraverso l’amore, quell’amore che ascolta.
San Pietro (2ª lettura) ci ricorda che amare Gesù può comportare essere disposti a soffrire, perché ci sono persone capaci di approfittare della nostra buona condotta. Il cristiano non deve meravigliarsene, perché Gesù stesso ha sofferto, giusto per gli ingiusti. Perché meravigliarsi se soffriamo noi che siamo peccatori? Teniamo il cuore in atteggiamento di adorazione verso Gesù, per essere sempre pronti a dargli buona testimonianza!
Desideriamo perciò davvero il dono dello Spirito Santo! Senza di lui non saremmo capaci di essere fedeli a Gesù, saremmo in balia di molte tentazioni, in particolare di quella in cui è caduto Pietro stesso.
Egli, con tutta la Chiesa, conosce la necessità del dono dello Spirito Santo, e perciò, non appena ha saputo (1ª lettura) che la Samaria ha accolto la Parola di Dio, viene mandato là insieme a Giovanni perché i battezzati lo ricevessero! Dopo aver pregato, “imponevano loro le mani, e quelli ricevevano lo Spirito Santo”!
Preghiamo anche noi per ricevere lo Spirito Santo. Dio è certamente “contento” di donarcelo, ma è un Dono così prezioso che Dio lo da solo a coloro che dimostrano di apprezzarlo! Un segno del nostro apprezzamento è la preghiera insistente, continua, convinta! E quando ci accorgiamo di averlo ricevuto è necessario seguirne i suggerimenti: allora la nostra vita diverrà forte, piena, lieta, gioiosa testimonianza dell’amore di Dio e della salvezza di Gesù!
Vieni Spirito Santo!
Io sono debole e povero, la mia vita è piena di peccato, e di paure, ma vieni
tu e cambiami. Vieni tu e risvegliami, vieni tu e rafforzami perché io possa
amare Gesù ed essere suo testimone davanti agli uomini che ancora non vivono,
perché non lo conoscono! Vieni, gioia e luce dei cuori!