26/05/2002 -  Domenica della Santissima Trinità - Anno A

I LETTURA

Salmo II Lettura Vangelo
Esodo 34, 4-6. 8-9 Dn 3, 52-56 2Cor 13, 11-13 Giovanni 3, 16-18

Si può parlare di Dio in molti modi: si può cercare di descriverlo, di lodarlo, di riferire ciò che fa, di raccontare l’esperienza di un incontro con lui. Nelle letture di oggi troviamo tutti questi modi, come tentativi per avvicinare anche la nostra mente e il nostro cuore alla pienezza e grandezza del Dio unico! Notiamo una cosa: chiunque ci parli di Dio è costretto a evidenziare il suo amore per gli uomini, il suo rapporto di benevolenza e di salvezza per chiunque si trovi nel mondo! Non si può comprendere Dio se non in relazione con la nostra esistenza! Dio è amore! Dio ama! Dio riversa il suo amore sull’umanità!

Chi poi riflette anche solo un po’, capisce che l’amore che esce dal cuore di Dio è “Dio” e bisogna dargli un nome. Che nome gli daremo?

Lo chiameremo “Generato”, cioè, più facilmente e familiarmente, “Figlio”!

Il Figlio di Dio non può che essere amore come Dio! E poi, tra il Generante e il Generato sussiste un intenso rapporto di amore che pure, a sua volta, deve ricevere un nome: Spirito Santo! Sembra di voler complicare le cose, pare più semplice ritenere che Dio sia uno e basta. A me sembra più bello pensare che Dio è amore! E se Dio è amore è anche Padre e Figlio e Spirito Santo! Contemplare Dio Trinità è bello e armonioso: lo vediamo come famiglia, come relazione, e nella relazione c’è posto persino per la gioia e per la serenità, per la misericordia e per la comunione.

Consideriamo le letture di oggi: Dio si rivela a Mosè. Egli è il misericordioso e il pietoso, e Mosè chiede a Dio il perdono per il peccato del popolo. Quando Dio si manifesta, appare al nostro sguardo tutta la sua bontà, e noi prendiamo coraggio per parlare a lui come ad un amico!

Gesù rivela a Nicodemo, il discepolo che voleva stare seduto su due sedie, il volto di Dio: è un Dio che ama il mondo e manifesta questo amore mandando il Figlio. La condanna che pesa sul mondo per la sua distanza dal Padre - il peccato - sparisce quando l’uomo accoglie il Figlio, mandato appunto per salvare, cioè per far sì che Dio e uomo s’incontrino. Gesù conosce questa volontà divina, anzi è cosciente di essere egli stesso colui che la realizza. Egli si presenta amabile, aperto a tutti, benevolente e umile, compassionevole e misericordioso, proprio per permettere ad ogni uomo di accoglierlo con facilità, anche a quell’uomo che sa di essere e si sente gran peccatore. Se egli, il Figlio, viene accolto, il peccato sparisce, perché è annullata la distanza da Dio!

Le certezze sulla conoscenza di Dio che ci vengono dall’esperienza di Mosè e dalla rivelazione di Gesù permettono all’apostolo Paolo di salutarci con le parole della seconda lettura. Egli ci invita, anzi, ci comanda la gioia, l’attenzione reciproca, la comunione, l’affetto fraterno. Egli sa che la vita dei credenti deve e può svolgersi continuamente in relazione, e relazione di amore, proprio perché la vita del nostro Dio è relazione d’amore! Non è possibile concepire la vita cristiana senza relazioni, o con relazioni malate o incomplete. La vita dei cristiani deve essere rivelazione della vita del loro Dio! Tra di essi deve risplendere la sua pace!

Per questo egli conclude la seconda lettera ai Corinzi con la frase con cui il sacerdote accoglie i fedeli alla liturgia eucaristica: “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi!”.

La festa di oggi è un’occasione ideale per rallegrarci ed essere fieri, con umiltà, della conoscenza di Dio che ci è stata data! Ne siamo fieri, perché è una conoscenza vera, utile, dato che cambia la vita e dato che cambia la società! È una conoscenza che cambia e completa la nostra visione del mondo e degli uomini in esso! Questa conoscenza ci rende umili, perché essa è sempre un dono che riceviamo e che mai possediamo; conoscendo la bellezza della vita di Dio dobbiamo infatti sempre arrossire, perché la nostra vita e i nostri rapporti reciproci sono lontani dal raggiungere una simile perfezione!

Vieni Spirito Santo: dal mio cuore ama Gesù come lo ama il Padre! Vieni, e dal mio cuore riversa benedizione sugli uomini come dal cuore di Gesù, per la gloria del Padre! Vieni, e rendimi strumento di unità nella Chiesa del Figlio di Dio!

 

Qualche spunto di meditazione ulteriore sugli opuscoli “Per il silenzio” e “La Trinità”: www.cinquepani.it/scritti/pubblicazioni.htm

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