05/06/2005 - 10ª DOMENICA DEL T.
O. - anno A
Prima lettura Osèa 6,3-6 dal Salmo 49/50
Seconda lettura Romani 4,18-25 Vangelo Matteo 9,9-13
Iniziata la preghiera eucaristica con la lode al Padre, a lui rivolgiamo una
richiesta: è il motivo per cui siamo riuniti. Gli chiediamo di mandare il suo
Spirito perché il pane e il vino, posti sul tavolo-altare, siano da lui santificati
e diventino quello che dicono le parole stesse di Gesù: suo Corpo e suo Sangue!
Il sacerdote durante questa preghiera stende le sue mani sulla patena, che contiene
le ostie di pane azzimo, e sul calice. Questo è un gesto consacratorio che esprime
la fede della Chiesa: lo Spirito Santo dà nuovo significato e nuova " sostanza
" a quel pane e a quel vino. Su di essi il sacerdote traccia pure un segno
di croce con la destra, segno che rivela il nesso esistente tra quanto avviene
qui e quanto è avvenuto sul Calvario. È sulla croce che il corpo di Gesù è stato
offerto e il suo sangue è stato versato, non possiamo dimenticarlo. Calvario
e Ultima Cena sono un unico mistero di amore di Dio realizzato da Gesù, mistero
che ora riviviamo! Ora il sacerdote, tenendo in mano il pane, dice cosa ha fatto
il Signore nella notte del tradimento. Egli rese grazie al Padre, spezzò il
pane e lo distribuì ai discepoli. Questi erano i gesti di ogni capofamiglia
alla cena pasquale: li ha compiuti anche Gesù, attribuendo loro un significato
nuovo, rivelato dalle parole che ha pronunciato. Quel pane non sarebbe stato
più un memoriale della liberazione dalla schiavitù dell'Egitto, ma di un fatto
nuovo, il sacrificio della sua vita! È questo il fatto che costituisce noi popolo
di Dio, fatto che ci apre la porta a diventare santi, figli di Dio, portatori
della grandezza del suo amore! Quel pane non è più un cibo per sostenere il
corpo, ma un nutrimento che costruisce la nostra vita interiore introducendo
in noi la pienezza stessa di Dio!
La nostra fede ha come centro questo mistero attraverso cui il Padre realizza
il suo amore per gli uomini bisognosi di salvezza. Questa fede è la fede che
ci ottiene salvezza, e a questa fede noi ci aggrappiamo come Abramo si è aggrappato
con tutte le forze alla sua fede "sperando contro ogni speranza".
Il suo esempio deve rimanere sempre davanti al nostro sguardo. Non meriteremo
così il rimprovero meritato da Efraim e da Giuda, che amano il Signore a intermittenza,
e per di più con un amore fragile, incapace di resistere al passar del tempo
e all'arrivo delle difficoltà.
La fede di Abramo è una fede che ritiene la Parola di Dio più sicura delle certezze
della propria esperienza, ed è quindi una fede che obbedisce senza dubitare.
Gesù ha questa fede: è grazie ad una Parola di Dio che accetta di sedere a mensa
con peccatori e pubblicani. La Parola dice: "Misericordia io voglio e non
sacrificio". Questa è quella volontà del Padre che diventa per Gesù regola
di vita. Il Padre vuole che gli offriamo misericordia verso i peccatori, non
vuole che gli offriamo animali per i loro peccati. La misericordia è un'offerta
molto più preziosa del sangue degli agnelli: questo non ci cambia il cuore,
mentre quella, oltre a renderci somiglianti a lui, solleva l'animo di persone
sofferenti e le apre alla speranza e alla certezza di essere amate. La nostra
misericordia fa far bella figura a Dio, potremmo dire!
Gesù, infatti, mangiando con i peccatori, fa far bella figura al Padre! E toglie
a Matteo ogni esitazione: come potrebbe altrimenti lui, pubblicano, disprezzato
persino dalle persone più religiose, come i farisei, accogliere l'invito di
seguire il Maestro? Gesù infatti lo ha chiamato rivolgendogli la parola: "Seguimi"!
Matteo non esita: "Si alzò e lo seguì"!
Che cosa intendeva dire Gesù con quella parola " Segui me "? Tu che
sei immerso nel lavoro, occupato dal denaro, che servi i potenti del mondo facendo
soffrire i poveri, segui me! Tu che nei tuoi sogni per il futuro costruisci
castelli con le previsioni dei tuoi stipendi, segui me. Tu che coltivi amicizie
con i tuoi guadagni, e ti illudi di renderti utile accontentando i tuoi desideri,
segui me! Tu che cerchi la gioia e la soddisfazione del cuore, segui me! Segui
me e arriverai là dove io giungerò di certo, segui me nell'offrire la tua vita
al Padre e arriverai a godere il suo amore sicuro e fedele! Segui me e riceverai
la misericordia di Dio! Segui me e diventerai misericordioso verso tutti, poveri
e ricchi, capace di donare agli uni il vero amore che arricchisce e agli altri
il sorriso disinteressato che non ricevono da nessuno, e a tutt'e due quella
salvezza di cui nemmeno sanno di aver bisogno!
Gesù continua a rivolgermi l'invito "segui me": non seguire coloro
che promettono una vita facile, non seguire coloro che ti fanno credere d'essere
onnipotente, non seguire coloro che ti accontentano in tutto: questi ti ingannano.
Segui me sulla via segnata dalla mia croce, e avrai la gioia della mia risurrezione!