07/08/2005 - 19ª DOMENICA DEL T.
O. - anno A
Prima lettura 1Re 19,9°.11-13a dal Salmo 84/85
Seconda lettura Romani 9,1-5 Vangelo Matteo 14,22-33
L'ultima frase del Padre nostro viene ripresa dal sacerdote per continuare
la preghiera. Liberaci dal male! I mali sono molti, ci sono le tentazioni di
divisione, quelle di invidia, di odio, di vendetta, di impurità, di avarizia,
di ingordigia, di ira, di superficialità. Molti sono i mali da cui abbiamo bisogno
di essere liberati, mali che ci turbano e ci fanno paura, perché essi sono il
segno della presenza del maligno, nostro nemico. Ci sono i mali dentro di noi
e ci sono quelli che ci assalgono dall'esterno. Ci sono i peccati detestati
e quelli approvati da tutti, quelli compiuti da noi e quelli compiuti dai nostri
familiari, quelli programmati da grandi organizzazioni che non si fanno scrupolo
di nulla. Liberaci, o Signore! In mezzo a tutti questi mali noi coltiviamo la
gioia dell'attesa di Gesù salvatore! La sua prossima venuta sarà la vera liberazione:
a lui appartiene il regno e la gloria! A lui chiediamo pure la pace, quella
che egli ha promesso. La sua pace è interiore a ciascuno, ed è una pace che
avvicina i cuori gli uni agli altri. Gli chiediamo che non decida nulla in base
ai nostri peccati, e così noi stessi vogliamo imparare a fare: guardando alla
fede della Chiesa non saremo trascinati o influenzati dal peccato dei nostri
fratelli.
San Paolo è preoccupato e amareggiato per il peccato dei suoi fratelli ebrei.
Egli ha visto quanto il loro cuore fosse chiuso all'annuncio del vangelo, e
sì che erano le persone maggiormente preparate ad accoglierlo grazie a tutta
la storia che Dio aveva compiuto con loro e grazie ai doni profetici di cui
li aveva arricchiti. Egli non solo non si lascia condizionare dal rifiuto del
suo popolo, ma ne trae un impegno rinnovato e una generosità maggiore! Egli
ha come esempio il grande profeta Elia, che per la sua fedeltà all'unico Dio
dovette fuggire lontano per mettersi in salvo dalle ire della regina. Oggi lo
vediamo sul monte dove, come premio per la sua fedeltà, riceve la grazia di
incontrare Dio stesso. Può assistere col volto coperto al suo passaggio! Questo
dono grande, per lui è anche un mite rimprovero. Egli, che aveva agito con forza
invocando castighi per chi era infedele, si aspetta di incontrare il suo Dio
nel vento impetuoso, nel terremoto, in un fuoco devastatore, ma nulla. No, Dio
passa accompagnato da un fruscio di silenzio. Dio comincia a far capire ai profeti
che egli non vuole la morte, ma la salvezza dei peccatori. Anche il salmo sottolinea
questo metodo del Dio vivente!
Il brano evangelico ci presenta Gesù che cerca il modo per farsi riconoscere
dai suoi stessi discepoli. Egli ha distribuito i cinque pani a cinquemila uomini,
ma i suoi non hanno capito. Non hanno capito che questo è un segno messianico.
Non hanno capito che egli è il Messia promesso e atteso. Li manda da soli all'altra
sponda, così che abbiano tempo di riflettere. Egli sceglie pure per sè un luogo
solitario e silenzioso, dove possa prolungare la sua preghiera.
Quando si accorge che i suoi sul lago sono in difficoltà va loro incontro, ma
essi lo scambiano per un fantasma: non pensano che il loro Maestro possa incontrarli
e aiutarli nella difficoltà, in quella difficoltà in cui nessun uomo potrebbe
intervenire. Gesù invece proprio là si fa presente! Nell'oscurità della notte,
camminando sul mare agitato Gesù incontra i suoi, anche se essi sono impediti
dalla paura e dalla tenebra di riconoscerlo. Leggo volentieri queste righe del
vangelo in questi tempi in cui noi, Chiesa di Dio, facciamo fatica a proseguire
il nostro cammino e siamo tentati di scoraggiamento al vedere le difficoltà
che incontriamo nell'annunciare il vangelo, e al vedere quanto si abbatte contro
di noi la furia del nemico. Questi si serve dei mezzi di comunicazione, di personaggi
ammirati da molti, di autorità ad alto livello, per ostacolare il proseguire
della Chiesa nel mondo e la sua opera per il bene di tutti. Mi sembra proprio
di essere su una barca che ondeggia sul mare e nella quale entra l'acqua, e
non so ancora dove può essere quel fantasma che non è un fantasma, ma Gesù stesso
che viene con noi! Attende egli la mia disponibilità a camminare con lui sull'acqua,
come Pietro? Egli attende e vuole che la mia fede non si lasci intimorire da
nulla. Proverò a camminare sulle onde nemiche, ad adoperarle come terreno su
cui muovere i passi per correre incontro a Gesù! La sua mano è pronta, mi aggrapperò
ad essa.
Gesù, tu sei veramente il Messia, il Figlio di Dio! Di chi avrò paura? Da che
cosa mi lascerò spaventare? Ci sei tu con noi nella Chiesa, ti adoriamo e lasciamo
che tu continui la tua opera in questo mondo: ne illuminerai la notte con la
luce del tuo volto!