09/10/2005 - 28ª DOMENICA DEL
T. O. - anno A
Prima lettura Isaia 25,6-10a dal Salmo 22/23
Seconda lettura Filippesi 4,12-14.19-20 Vangelo Matteo 22,1-14
Ogni domenica è giorno di Eucaristia! Il cristiano che alla domenica
non celebra l'Eucaristia impoverisce la sua fede, si priva delle occasioni di
rendere testimonianza al suo Signore e soprattutto, a lungo andare, dimentica
di essere fatto per la festa eterna, per il Paradiso! La Chiesa ci dice e ci
esorta a frequentare l'eucaristia ogni domenica; ce lo dice con forza, e con
sicurezza afferma che, se la evitiamo volutamente, commettiamo un grave peccato.
La Chiesa è madre e maestra: quanto dice lo ha maturato in secoli e secoli
di esperienza. Si sono visti spesso, purtroppo, dei bravi cristiani abituarsi
un po' alla volta a disertare l'Eucaristia domenicale. In tal modo si estraniavano
dalla comunità, divenivano deboli nella resistenza alle tentazioni, incapaci
di superare ostacoli e scandali della fede, trattenuti sempre più dalle
cose di questa terra. L'Eucaristia però santifica ogni giorno in cui
viene celebrata! Coloro che possono partecipano anche nei giorni feriali a questo
momento così carico di eternità, così pieno di vita e di
gioia, così completo dell'abbondanza dell'amore di Dio! La liturgia romana
ha ridotto all'essenziale le preghiere e i riti, in modo che tutta la celebrazione
non occupi tanto tempo, e possa essere celebrata senza incomodo da molti!
Grazie al Signore Gesù, che ogni giorno ci rende possibile entrare nella
pienezza del suo mistero d'amore e di offerta!
Grazie al Padre, che ogni giorno ci unisce al sacrificio del Figlio!
Grazie allo Spirito Santo, che ogni giorno ci riempie, attraverso l'Eucaristia,
della sua forza e sapienza, e ci riveste della sua luce!
La Parola di oggi ci parla proprio dell'Eucaristia. Ce ne dà una descrizione
profetica Isaia e poi una a mo' di parabola Gesù stesso!
Isaia parla di un banchetto preparato dal Signore stesso. Verrà preparato
su "questo monte", quindi nel luogo stesso dove noi viviamo, luogo
dove anche Dio è presente! A questo banchetto sono invitati tutti i popoli,
senza esclusioni, e quindi sarà dominato dalla pace e dalla comunione
serena, perché non ci sarà bisogno di aver paura di nessuno! Non
ci sono banchetti migliori di questo: non manca nulla di ciò che può
dar gioia e soddisfare il cuore dell'uomo. A questo banchetto partecipano tutti,
tutti i popoli, ed è l'occasione in cui Dio stesso si manifesta come
Padre, donando a tutti la vita vera, tanto da far sparire la morte con le sue
paurose e terrificanti conseguenze. Si diffonderà la gioia, quella gioia
che in parte già possiamo sperimentare quando incontriamo qualcuno che
porta in cuore la nostra stessa fede e il nostro stesso amore al nostro Dio!
Gesù continua la descrizione del banchetto, chiamandolo banchetto di
nozze del re per suo figlio! Le nozze sono il momento in cui lo sposo impegna
tutto se stesso per la sposa! Noi comprendiamo quindi che egli vuol parlare
di se stesso e del momento di intimità che ha cominciato a vivere nel
cenacolo con i suoi, per i quali ha donato la vita. Nel cenacolo ha iniziato
e oggi continua qui con noi. I primi invitati alle nozze sono ovviamente quelli
del popolo ebraico, scelto perché faccia conoscere l'amore di Dio al
mondo intero. Purtroppo ad essi non interessano le nozze: non interessa loro
l'amore del Padre! Essi pensano di non averne bisogno, perché ritengono
di meritare comunque la salvezza. Per di più essi hanno maturato un concetto
negativo dei popoli, come se fosse preclusa per loro la conoscenza di Dio e
quindi la salvezza. Allora Gesù continua la parabola lasciando capire
che saranno proprio i pagani ad essere invitati direttamente e a godere della
comunione con il Figlio di Dio e con Dio stesso.
Questa rivelazione di Gesù è consolante. Nessuno però si
deve adagiare. La salvezza non è qualcosa di automatico, e la partecipazione
al banchetto non è da affrontarsi superficialmente. La finale dell'insegnamento
di Gesù avvisa che l'abito dell'invitato, cioè tutto il suo modo
di vivere, deve essere quello consegnato dal "re". Non pensare di
essere salvo semplicemente perché sei battezzato: vivi anche secondo
gli insegnamenti del Signore, vivi in modo che egli riconosca che gli appartieni
davvero, in modo da manifestare con la tua vita i suoi pensieri!
San Paolo ci dice che questo potrà comportare qualche tribolazione, ma
il premio è tale che ne vale la pena!
Sarò commensale alla tua mensa, Signore Gesù! Donami il tuo Spirito,
perché io viva come tu desideri e tu mi riconosca tuo vero amico!