01/05/2005 - 6ª domenica di Pasqua - A
Prima lettura Atti 8,5-8.14-17 dal Salmo
65/66
Seconda lettura 1Pietro 3,15-18 Vangelo Giovanni 14,15-21
In alcune chiese il calice col vino e la patena con le particole (pezzetti
di pane azzimo ritagliati da ostie più grandi) vengono preparati su di un tavolino
nella navata. Dopo la preghiera universale alcuni fedeli si accostano, prendono
calice, patena, ampolla con dell'acqua, altre eventuali offerte precedentemente
preparate perché significative per qualche evento particolare, e si avviano
verso l'altare formando una processione. Ho assistito ad una celebrazione dove
gli africani, danzando e cantando, con gioia, portavano all'altare queste offerte!
Il sacerdote le attende, le riceve e le depone sull'altare. Qui egli, mentre
di solito il popolo canta, alza la patena con il pane e benedice Dio con parole
mutuate dalla liturgia ebraica: "Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo:
dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro
dell'uomo. Lo presentiamo a te perché diventi per noi cibo di vita eterna"!
Parole simili ha detto Gesù stesso. Gli evangelisti infatti, narrando l'ultima
cena, dicono: "Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione…".
Prima di alzare ugualmente il calice col vino, il sacerdote vi versa alcune
gocce d'acqua. Il significato di questo gesto è semplicemente pratico: in oriente
il vino è molto forte, perciò viene mescolato con acqua; così si faceva anche
alla cena pasquale. Noi diamo un significato spirituale anche a questo piccolo
segno: "L'acqua unita al vino sia segno della nostra unione a colui che
ha voluto assumere la nostra natura umana". Noi siamo come un goccia d'acqua
che si immerge nella grandezza e ampiezza dell'amore divino acquistando le sue
caratteristiche! Piccolo segno, espressivo della dignità che riceviamo celebrando
l'eucaristia! Altro segno che ci tiene uniti alla tradizione ebraica, è il "lavabo":
il chierichetto versa dell'acqua sulle mani del sacerdote. Gli ebrei compiono
le abluzioni: e noi ricordiamo che Gesù si è alzato per lavare i piedi agli
apostoli. Egli ha dato grande importanza al suo gesto, per vari motivi. "Se
non ti laverò non avrai parte con me" aveva detto a Pietro che si rifiutava
di accettare. Il sacerdote chiede perdono per i propri peccati, e poi a voce
alta chiede a tutti di essere uniti nel pregare.
La preghiera più vera e più bella è quella di Gesù: oggi egli ci assicura che
sta pregando il Padre per noi e per noi chiede che ci dia lo Spirito Santo!
Egli vuole che lo Spirito rimanga sempre con noi e ponga dimora in noi: siamo
così sempre animati, ispirati, sorretti, consolati dallo Spirito del Padre e
di Gesù! L'invocazione dello Spirito Santo viene rivolta a Dio anche dagli apostoli
Pietro e Giovanni nelle città della Samaria: là molti avevano creduto alla predicazione
di Filippo ed erano stati battezzati: ciò però non è sufficiente! Se il credente
non accoglie lo Spirito Santo nella propria vita e non viene da lui trasformato,
rimane sì credente, ma senza gioia e senza forza di testimonianza.
Chissà che non dobbiamo anche noi ancora pregare per ricevere lo Spirito Santo,
che ci renda vivi nella fede, efficaci nella testimonianza, pronti e generosi
nel farci carico delle necessità del Regno di Dio! Se nelle nostre comunità
non entra lo Spirito Santo a rinnovare e vivificare i fedeli, le nostre chiese
si svuoteranno ancora, e molti cristiani continueranno a frequentarle per dovere,
senza gioia!
Nella sua prima lettera San Pietro ci raccomanda di fare del nostro cuore un
tempio. Luogo di adorazione del Signore Gesù Cristo. Certo, se ci sarà in noi
questo rapporto vivo col Signore, avremo sapienza e forza per dar ragione della
nostra fede: non diremo più "credo perché me l'hanno insegnato i miei genitori",
senza altra spiegazione, ma diremo "credo perché Gesù mi ha amato, è morto
per me, mi ha mostrato il volto del Padre, mi ha messo nel cuore un fuoco che
continua a bruciare d'amore per lui e per tutto il mondo"!
Quando viene lo Spirito Santo nel nostro cuore sappiamo anche soffrire per il
Signore, e soffriremo volentieri per la Chiesa, per servirla, per renderla attenta
alla necessità che il mondo ha di ascoltare la Parola del Padre, per rendere
viva la sua testimonianza di carità e di speranza!
Signore Gesù, continua a pregare il Padre che ci mandi lo Spirito Consolatore
che rimanga sempre con noi, lo Spirito di verità che renda anche la nostra vita
testimonianza della tua verità! La tua preghiera rimanga viva anche nel nostro
cuore!