13/03/2005 - 5ª di Quaresima - Anno A
Prima lettura Ezechiele 37,12-14 dal Salmo 129/130
Seconda lettura Romani 8,8-11 Vangelo Giovanni 11,1-45
Dopo la prima lettura viene declamato o cantato un salmo, preghiera biblica
che risponde o con la gioia o con la supplica o con espressioni di fede all'annuncio
che abbiamo udito. Lo chiamiamo salmo responsoriale, proprio perché con esso
noi rispondiamo alla parola di Dio. Non è più lungo di tre o quattro strofe,
intercalate da un ritornello, che nella mia chiesa si canta sempre. Dio certamente
gradisce che rispondiamo alla sua Parola con parole sue: le nostre sono troppo
povere, rischieremmo di esprimere ignoranza o egoismo o superficialità. Le parole
di un salmo sono preghiera che ci arricchisce, ci stimola, ci aiuta a sviluppare
in noi sentimenti adeguati alla bontà e alla serietà di Dio! Tutti facciamo
nostra questa preghiera cantando o recitando a voce alta il ritornello.
Oggi il salmo esprime la profonda speranza che il fedele nutre in Dio anche
quando precipita nell'esperienza del peccato. Invece di lasciarsi abbattere
per la tristezza, il cristiano vede la bontà di Dio, e si rivolge a lui per
attendere la sua misericordia. In tal modo rispondiamo all'annuncio del profeta
Ezechiele, che predice la risurrezione per i morti!
Morti siamo noi quando cadiamo nel peccato, distaccandoci dal Dio della vita.
Morti siamo noi quando non siamo capaci di coltivare la speranza perché si è
offuscata la fede.
Di morte parla anche l'apostolo nel breve tratto della lettera ai Romani. La
morte può possedere il nostro corpo, quella morte che è entrata nel mondo a
causa del peccato, la superbia e la conseguente disobbedienza di Adamo. Per
questo noi cerchiamo di non vivere più "secondo la carne", guidati
cioè dal nostro egoismo e dai nostri sentimenti, ma cerchiamo di seguire le
ispirazioni dello Spirito di Dio, quello Spirito che conosciamo e riceviamo
da Gesù Cristo, risorto dai morti! Quando ci lasciamo guidare dal suo Spirito
la possibilità di morire non ci fa più paura, non ci domina più. Lo Spirito
di Dio è vita per noi. Chi vive in comunione con Gesù gode la novità e la pace
della vita eterna, sa che la sua vita non è più chiusa in questo mondo, e anche
se non " sente " nulla di speciale, vive nella serenità e nella fiducia
di essere gradito a Dio.
Gesù vuole che siamo sicuri al cento per cento di lui, mandato per essere nostra
vita dopo la morte venuta dal peccato. Il vangelo di oggi ci narra un fatto
davvero singolare. La morte di Lazzaro non spaventa Gesù, anzi, sembra che egli
la voglia attendere e le lasci fare tutto il suo corso. Infatti aspetta prima
di avvicinarsi a Betania, villaggio di Lazzaro. Invece di recarsi in casa delle
sue sorelle per consolarle, si reca direttamente al sepolcro, dove il suo cadavere
giace da quattro giorni. Attende l'arrivo di tutte e due le sorelle, si fa riconoscere
da loro non solo come l'amico, ma come l'inviato di Dio, colui che porta in
sè la risurrezione e la vita per coloro che credono in lui. Quando almeno le
sorelle esprimono la loro fede vera e profonda egli si commuove e lascia cadere
le lacrime. Lacrime di solidarietà con quelle degli uomini che piangono per
la morte che devasta le loro relazioni? Lacrime di gioia per quello che sta
per avvenire? Lacrime di consolazione per la sicurezza d'essere ascoltato dal
Padre?
Con le lacrime agli occhi Gesù grida verso l'uomo morto e fasciato. Quell'uomo
ode la voce di Gesù! Com'è possibile? Lazzaro ode e ubbidisce: esce dal sepolcro,
dal luogo della morte. Lazzaro è un'immagine di tutti quegli uomini e donne
che, imbavagliati dalla morte e dal buio causati dal peccato, si lasciano raggiungere
dalla voce di Gesù, dal suono delle sue parole, dal grido accorato con cui egli
li vuole salvare.
Quale meraviglia vedere che persone prive di amore, che vivono come fossero
morte, rispondono alla voce di Gesù! Esse hanno ancora bisogno di essere aiutate,
perché molti legami e condizionamenti le ostacolano, come Lazzaro dev'essere
sciolto dalle bende, ma il fatto che rispondono a Gesù le fa stare in piedi,
le illumina in volto, mentre lasciano alle spalle il buio del sepolcro.
Lazzaro è una magnifica immagine della mia vita, della tua. Quando rispondo
alla voce di Gesù, entra in me una forza nuova, divina, che vince ogni paura
del passato e del futuro. Quando rispondo a Gesù trovo fratelli che mi sciolgono
e mi liberano da tutto ciò che mi teneva bloccato nel buio e nell'inutilità,
schiavo di situazioni strane. Gesù è il salvatore, Gesù è l'amico vero che svela
la menzogna di ogni altra amicizia, Gesù è la vita, Gesù è novità che mi libera
da questo mondo pesante e mi introduce in un mondo di luce! Grazie, Signore
Gesù!